Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Soffia un vento di 'contaminazione'

Soffia un vento di 'contaminazione'

di redazionale - 25/06/2007

 
I pollini delle piante geneticamente modificate possono diffondersi a una distanza maggiore di quanto stimato fino ad oggi, e pertanto le distanze minime tra i campi vanno aumentate. Nuovo studio britannico invalida i dati per misurare la coesistenza...

L'allarme è stato lanciato in Gran Bretagna dagli esperti della Scuola di Bioscienze dell'Università di Exeter che hanno condotto uno studio per misurare il potenziale di impollinazione delle piante geneticamente modificate.
Utilizzando i dati registrati dalle stazioni meteorologiche di alcuni paesi europei, il team ha sviluppato un nuovo modello matematico che tiene conto della velocità e della direzione del vento per predire il movimento del polline nell'aria e quindi la capacità di contaminazione.
I risultati mostrano ampie variazioni nel quantitativo di impollinazione incrociata tra le piante, transgeniche e naturali, di mais, colza, riso e barbabietola, che dipendono dalla posizione del campo rispetto alla direzione del vento nel periodo di fioritura: due fattori al di fuori del controllo umano del tutto trascurati nelle osservazioni sui campi sperimentali.

Secondo i ricercatori inglesi, le sperimentazioni su campo finora condotte hanno sottostimato la capacita del vento di trasportare i pollini e pertanto le linee guida sviluppate dalle autorità per definire la coesistenza e le distanze di separazione tra i diversi tipi di coltivazione vanno riconsiderate.
In seguito ai campi sperimentali svolti dal 1998 al 2003, il governo britannico ha proposto una zona cuscinetto di 58 metri per i campi di colza GM e di 110 metri per il mais.

Tuttavia, gli studiosi di Exeter, per mantenere la contaminazione sotto la soglia dello 0,9%, suggeriscono una distanza di almeno 500 metri per i campi di colza e di oltre 800 metri per il mais.
La coltivazione delle piante transgeniche è prevista entro due anni, e il Dipartimento all'ambiente e all'agricoltura britannico (DEFRA) dovrà pertanto riscrivere il piano di coesistenza e le norme che tutelano la produzione OGM-free alla luce dei nuovi risultati .
Lo studio è stato finanziato dall'Ente britannico di ricerca per le scienze ambientali (NERC) ed è pubblicato sulla rivista Ecological Applications.


(Consiglio dei diritti genetici)


Articoli correlati:

  • Alimenti transgenici: quali garanzie per i consumatori bio?
  • Inaffidabile e pericolosa: i primi fallimenti documentati della bioingegneria
  • Organismi geneticamente modificati
  • Ogm: i rischi per il biologico
  • Zambia: quando la geo-politica degli Ogm diventa un intrigo internazionale
  • Ogm: i trucchi per glissare gli standard di sicurezza
  • Dalla California un grande no agli ogm
  • Europa ogm-free
  • Ogm: il cibo di Frankenstein
  • Regioni no-ogm
  • OGM: Il Parlamento Europeo respinge la soglia dello 0,9% nel Bio