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Biocarburanti, un nuovo nemico per l'affamata Africa

di redazionale - 26/06/2007

 
In un rapporto pubblicato questo mese dalla Fao, si stima che i Paesi in via di sviluppo spenderanno il 9% in più nel 2007 per le importazioni di derrate alimentari (rispetto al 2000 il paniere alimentare di importazione per i Paesi poveri costa il 90% in più).

La ragione di questa corsa al rialzo secondo la Fao è la forte domanda di biocarburanti che gonfia il prezzo dei cereali.
Riserve energetiche piene e pance vuote?
L’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) avverte che se la produzione di biocarburante dovesse aumentare in maniera significativa, il bisogno di terre diventerebbe preoccupante: sulla base dei consumi del 2004, bisognerebbe coltivare sei volte la superficie della Terra per rimpiazzare i combustibili fossili. Per fare il pieno di etanolo servono 200kg di mais, ossia l’equivalente in calorie per nutrire una persona per un intero anno.

Un esempio inquietante è quello della manioca, eccellente risorsa per l’etanolo. Sul periodo 2010 – 2020, il suo prezzo aumenterà del 33 e del 135 per cento. Nel 2007 la produzione di questo tubero potrà superare il record dell’anno scorso, ma la maggior parte verrà utilizzato dall’industria, ovvero per fare etanolo.
Diversi Paesi africani hanno già avanzato l’intenzione di cominciare a produrre bioetanolo a partire dall’amido di manioca, un affare da svariati miliardi di dollari. Ma sono in molti a temere una catastrofe alimentare, nella misura in cui questa coltura, che oggi rappresenta un terzo del bisogno calorico delle popolazioni subsahariane, andrà a soddisfare la fame energetica dei Paesi industrializzati.

Fonte :
AllAfrica.com
L’Autre Quotidien