Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Il libro della settimana: Eric Voegelin, Che cos'è la storia?

Il libro della settimana: Eric Voegelin, Che cos'è la storia?

di Carlo Gambescia - 27/06/2007

Il libro della settimana: Eric Voegelin, Che cos'è la storia? , Edizioni Medusa, MIlano 2007, pp.266. Euro 27,00

Per una volta esageriamo. Ma a ragione. Eric Voegelin è probabilmente il filosofo politico più affascinante e complesso del XX secolo. Nasce a Colonia (1901), studia Legge e Scienze Politiche a Vienna, dove inizia la sua attività di docente. Esule dal 1938 negli Stati Uniti, per sfuggire alle persecuzioni nazionalsocialiste. Vi torna nel 1958, per insegnare a Monaco e rifondarvi la Facoltà di Scienze Politiche. Muore negli Stati Uniti nel 1985, dove era ritornato a risiedere dal 1969. I suoi Collected Works, constano di ben trentaquattro volumi ( Louisiana State University Press). E spaziano dalla filosofia della storia alla filosofia politica. Gregor Sebba, uno studioso che lo conobbe a fondo, lo ricorda così nei suoi anni viennesi: “Voegelin aveva fama per la diabolica erudizione e per la capacità di decollare in verticale su qualunque argomento e sparire in pochi minuti in una ionosfera teoretica, lasciandosi dietro solo una scia di vaghe tracce: un giovane magro, occhi acuti, dietro gli occhiali capelli biondi e un naso alla Pascal dalla curva metafisica”.
Ted V. McAllister nel suo Leo Strauss, Eric Voegelin and the Search for a Postliberal Order (University Press of Kansas 1996), ne ha sottolineato l’ affinità con Leo Strauss. A riguardo risulta utile anche la lettura del carteggio tra i due (Faith and Political Philosophy: Correspondence between Leo Strauss and Eric Voegelin (1934-1964), cura di P. Emberley e B. Cooper, Penn State University Press, 1993).
In effetti, opere come Natural Right and History (1953) di Leo Strauss e Order and History (1956-1987, 5 volumi) di Voegelin hanno influito su pensatori conservatori come Russell Kirk e Irving Kristol, come chiavi di lettura per criticare il liberalismo, il marxismo e il materialismo moderno. Diciamo però, semplificando al massimo, che rispetto a Strauss, per il quale il volgare liberalismo dei moderni non era recuperabile, Voegelin credeva in una sua possibile spiritualizzazione in senso personalista. Certo, senza illudersi troppo. E soprattutto in termini di teoria filosofica, come apertura al trascendente, in senso platonico. Qui va ricordata anche la difficoltà della pagina voegeliniana. Infatti, il suo stile di scrittura e pensiero, fortemente concettuale, ha reso difficile la circolazione della sua opera, al di là di una ristretta cerchia di studiosi (addirittura più di quella straussiana, non meno facile). In Italia, in particolare, il nome di Voegelin è legato ad Augusto Del Noce, che scrisse la prefazione alla traduzione della Nuova scienza politica (Borla 1968): un vero atto di accusa verso la deriva materialista e scientista della moderna politologia. Un libro molto apprezzato anche dal compianto e bravissimo Alfredo Cattabiani, che poi farà pubblicare per Rusconi, Il Mito del mondo nuovo (1970), dove Voegelin criticava il perfettismo gnostico di Hegel e Marx, guadagnandosi così il totale l’ostracismo della sinistra marxista. Mentre sul piano sociologico e filosofico politico, solo per fare i nomi più importanti, vanno ricordati Luciano Pellicani con i suoi lavori voegeliniani sul moderno gnosticismo rivoluzionario, e Gian Franco Lami, allievo di Del Noce. Il quale, oltre a scrivere un’ interessante Introduzione a Eric Voegelin (Giuffrè 1993), sta curando la traduzione italiana di Order and History. Finora sono usciti Israele e rivelazione (vol. I), Aracne 2003-2004. Il prossimo autunno uscirà La filosofia politica di Platone e di Aristotele (vol. III), presso l'editore Stafoggia di Pesaro. La traduzione del Mondo della polis (vol. II), già completata, dovrebbe uscire nell’autunno 2008.
Ma va ricordato anche l’interessante lavoro svolto dalle Edizioni Medusa, pensate, sostenute e dirette da Maurizio Cecchetti. La sua casa editrice, avvalendosi anche all’assiduo impegno di Riccardo De Benedetti, un “cane sciolto”, già redattore di “aut aut”, ha pubblicato di Voegelin, in poco meno di tre anni, Hitler e i tedeschi (2005); Razza. Storia di un’idea (2006); Che cos’è la storia? (2007) . Si tratta della traduzione integrale dei volumi 31, 3, 28 dei Collected Works di Voegelin, messi finalmente a disposizione anche del pubblico non specialista .
Vorremmo qui soffermarci sull’ultimo uscito, Che cos’è la storia? ( trad. e cura di Giulia Rossi, pp. 256, euro 27,00 - info@edizionimedusa.it ). E’ un testo molto importante. Perché - semplifichiamo - illustra quanto il pensiero “sulla storia” di Voegelin sia animato dalla ricerca della sintonia, tra un ordine interno all’uomo, spirituale, e un ordine esterno, che si concreta nei vari sistemi storici. I quali, però, non rinviano mai alle istituzioni reali (o comunque non solo), ma a una “fame” di trascendenza, come dire, metastorica. Che spinge l’uomo ad alzare gli occhi verso il Cielo, anche se non sempre. Infatti, secondo Voegelin, il principale limite dei moderni sarebbe proprio quello di tenere gli occhi costantemente, rivolti verso il basso, nella speranza di costruire il Paradiso sulla Terra… Di qui, però, guerre, rivoluzioni, deificazione dei capi politici. Ma anche, come avviene oggi, di istituzioni economiche, come il mercato. Dal quale ci si attende la salvezza (terrena)… In un mondo, che in realtà viene vissuto come privo di senso. E qui, come nota De Benedetti, può aiutarci lo studio dell’ ordine della storia, che deve emergere dalla storia dell’ordine, come frutto della costante ricerca dell’ equilibrio tra mondo interiore, esteriore e delle idee eterne, auspicato dal filosofo. Ma come? Spingendoci a “uscire ed abbandonare quello che Voegelin chiama il ‘tedio’ dell’insensatezza, l’insopportabile condizione in cui viene a trovarsi l’uomo moderno, divenuto un ‘abisso vuoto’, una volta che realizzato quel mondo totalmente immanente a se stesso che è il nostro mondo” . Insomma, il suo, è un esplicito invito a rialzare orgogliosamente i nostri occhi verso l’alto.
Un autore che va assolutamente riscoperto. Sarà perciò molto interessante seguire il grande convegno internazionale di studi, promosso dalla romana Facoltà di Scienze Politiche “La “Sapienza”, annunciato per il prossimo autunno. Cosicché, nell’attesa, consigliamo di leggere Che cos’ è la storia?. Innanzitutto, come primo passo, verso una personale ricerca di quell’ordine, così caro a Eric Voegelin, e anche ai lettori che ci hanno seguito fin qui, di certo, non insensibili al fascino del Cielo.