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Il Muro di Gomma dei benpensati d'Occidente

di Miguel Martinez - 27/06/2007

 

Dopo il post e i commenti di ieri, mi è venuta voglia di chiudere questo blog.

"Voglia" non indica una decisione, ma solo un sentimento irrazionale, a cui non ho intenzione di cedere.

Questo lo preciso, perché esiste una diffusa e umana tendenza a minacciare di gettarsi giù dalla rupe, solo per sentirsi dire, "non ti buttare, noi ti vogliamo bene". Io non ho intenzione di buttarmi, e non scrivo per sapere che c'è gente che mi vuole bene.

Il problema è che mi sento a volte di parlare a un muro di gomma.

La parola "sento" è importante, perché in realtà non è così (ed ecco perché non chiuderò il blog): con buona parte dei commentatori, e anche con molti lettori che conosco personalmente e che commentano poco, si comunica perfettamente.

C'è però una parte dei commentatori - il Muro di Gomma, appunto - con cui la comunicazione sembra impossibile.

Non voglio essere frainteso: sto parlando esplicitamente di una mia sensazione. A volte è un piccolo episodio a scatenare sensazioni che si riferiscono a un quadro più generale, e quindi l'episodio diventa abbastanza irrilevante.

Insomma, il Muro di Gomma non è Tizio o Caio, ma gran parte del mondo con cui mi trovo a interagire, anche fuori da questo blog.

Il Muro di Gomma non è il silenzio: anzi, c'è un gran parlare. E si tratta di persone spesso molto gentili, che probabilmente hanno anche stabilito un certo rapporto di affetto blogghesco con me.[1]

Il Muro di Gomma non è fatto di contrasti: non parlo di persone con cui c'è un lucido disaccordo.

E' che non si esce da una bolla impenetrabile di autoreferenzialità. E' come se io ponessi una miriade di domande diverse - "cosa ti fa venire in mente la parola 'gatto'? E cosa ti fa venire in mente il nome 'Mercurio'? E cosa ti fa venire in mente la parola 'paleolitico'?" - e loro rispondessero, sempre e solo, "Occidente!" Con il sorriso sulle labbra.

A fare così sono persone che si dichiarano sia di sinistra, sia di destra; le stesse che mi dicono che non riescono a capire perché uso il termine "Occidente": coloro che io chiamo "occidentali", mi dicono, sarebbero così diversi tra di loro che non sarebbe possibile trovare un comune denominatore. [2]

Lo avevo già notato quando iniziai la serie di post sul Messico: il Messico è un paese simpatico, che però non tocca alcuna corda degli automatismi occidentali.

Parlando del Messico, ho trattato un gran numero di argomenti spinosi, che vanno dal rapporto tra illuminismo e religione, tra stato e popolo, tra capitalismo e vita umana, tra imperialismo e resistenza armata, tra capitale e dominio. 

I commentatori-muro hanno lasciato correre tranquillamente, perché non ho tirato fuori i drappi rossi che li fanno impazzire. Non che siano stati in silenzio, hanno anche detto cose ragionevoli; sono stati però in pace.

Ieri, invece, si sono svegliati, perché hanno visto il drappo rosso.

Si parlava del fatto che gli statunitensi usarono lo Zyklon B per "disinfestare" gli immigrati messicani al confine di El Paso, con esiti che nessuno si è mai preso la briga di documentare, trattandosi appunto di immigrati messicani.

Lo Zyklon B è la famosa sostanza poi copiata dai nazisti.

La faccenda è interessante in sé.

L'aggancio con il nazismo è un elemento secondario, ma non privo di interesse storico. Perché riporta il nazismo alla realtà di un fenomeno pienamente inserito nel mercato globale delle idee, dei comportamenti e dei prodotti del suo tempo.

Ma dal Muro di Gomma, in sostanziale silenzio per quattordici post sul Messico, si alza un urlo: "no, Hitler era più cattivo del sindaco di El Paso! Molto più cattivo!"

Probabilmente il Muro di Gomma ha ragione. Hitler era più cattivo del sindaco di El Paso.

Ma perché c'è bisogno di urlare questa straordinaria banalità?

Credo che i motivi siano due.

Prima di tutto, ci può dispiacere per i negri o per i messicani o per gli iracheni che muoiono: la bontà veltroniana è un sentimento diffuso, e permette di ribadire la nostra superiorità - siamo migliori anche perché, grazie alla nostra superiore cultura, facciamo vite migliori; e siamo migliori perché noi siamo l'unica cultura in grado di provare compassione.

Possiamo anche ammettere l'esistenza di sceriffi cattivi nel nostro passato, per poi compiacerci del fatto che noi, a differenza degli altri, li sappiamo riconoscere e cambiare. Pensiamo al filone dei film sul Vietnam: non certo dal punto di vista dei resistenti che hanno combattuto, ma dell'americano che ci ripensa alla guerra.

Ciò che è invece blasfemo è mettere i negri, i messicani e gli iracheni sullo stesso piano delle "nostre" vittime, perché allora dovremmo guardare in faccia tutto l'orrore su cui si fonda la nostra identità.

Su alcuni blog, abbiamo assistito in questi giorni a infuocate discussioni sul rapporto tra l'attentato di Via Rasella e le Fosse Ardeatine, con ampio dispiegamento di artiglieria emotiva.

A parte il fatto che solo nel bombardamento di Livorno, gli americani hanno ucciso duecento volte di più dei partigiani di via Rasella, e venti volte di più dei tedeschi delle Fosse Ardeatine...

Ma in l'Afghanistan, in tempi ben più recenti, gli occupanti sovietici hanno fatto centinaia di Fosse Ardeatine; e se ne sono fatte altre in anni più recenti in Cecenia. E in El Salvador, e in Congo e...

L'altro motivo è ancora più importante.

Hitler è stato l'uomo più cattivo del pianeta: tutto il resto viene misurato in confronto a lui, e ne esce quindi più buono.

Ora, Hitler è morto.

E quindi noi viviamo nel migliore dei mondi possibili.

Questa cosa non può che rassicurare e consolare.

Nota:

[1] L'affetto blogghesco è un fenomeno che trovo inquietante. Surrogato virtuale di comunità, amicizia, solidarietà, prescinde in genere dal contenuto: si basa sulla simpatia che si crede di provare per le emozioni che si crede di leggere tra le righe del blogger benvoluto. Il/la blogger immerge il proprio diario intimo nella Grande Corrente, e da Kuala Lumpur ad Anchorage, il pianeta risponde con un, "ma quanto è simpatica!" Idealmente, la blogstar riceve un affetto totale in cambio di contenuto nullo.

Giusto per chiarire, quindi: a me di ricevere affetto blogghesco non me ne importa nulla. Soprattutto non mi interessano attestati del genere, "non sono d'accordo con te, ma mi piace come scrivi". Se non vi piace il contenuto, vi invito a cestinare anche la scrittura.

[2] E' come avere un elefante in casa, mentre discutiamo su come chiamarlo: se trovate un termine migliore di "Occidente", ben venga, l'importante è capirci. 

 Viviamo talmente immersi in un'ideologia, da non renderci conto nemmeno della sua esistenza. Vengono in mente quelle popolazioni che, secondo gli antropologi, vivevano in maniera talmente chiusa, da non avere un nome proprio; e quindi, per chiamarle, siamo costretti a usare la parola con cui loro dicono "essere umano".