L'armonia del mondo
di Leo Spitzer - 27/06/2007
Leo Spitzer
L’ARMONIA DEL MONDO
267 pp. Il Mulino, euro 28
I
l termine tedesco “Stimmung” non hacorrispondente adeguato. Si può parlare,
in italiano come in altri idiomi, di “stato
d’animo” di una persona o di “atmosfera”
di un luogo; “manca però nelle principali
lingue europee un termine che esprima
l’unità dei sentimenti avvertiti da un
uomo faccia a faccia con ciò che lo circonda
(un paesaggio, la natura, un suo simile)
e fonda il dato oggettivo (fattuale) e quello
soggettivo (psicologico) in un’unità armoniosa”.
L’indizio lancia Leo Spitzer, appassionato,
infaticabile indagatore della parola,
alla ricerca dell’origine del fenomeno.
La ricerca lo conduce molto lontano, alle
radici della cultura europea. Fin dai tempi
Pitagora, infatti, uomo e cosmo sono concepiti
all’interno di un’unica armonia, che
risuona nelle sfere celesti come nell’ordinata
vita del singolo e della società.
“Symphonìa” e “armonìa” si riferiscono alternativamente
e simultaneamente al cosmo,
all’uomo, alla comunità. Passate nel
latino “temperantia” e “concentus”, vengono
accolti dal pensiero cristiano che, dagli
inni di Ambrogio alla polifonia di Palestrina
a Shakespeare e Milton, concilia musica
delle sfere, virtù umane e cori angelici.
E’ col Sei e soprattutto col Settecento che
l’armonia si spezza, tanto che solo il vocabolo
tedesco rimane a testimoniarla, mentre
le altre lingue ne hanno perso la memoria.
Ma qui è meglio cedere la parola a
Spitzer. “La storia di come cessò di esistere
tale campo unitario (armonia del mondo
– temperato equilibrio) non è che la storia
della civiltà moderna. La distruzione
iniziò nel corso del Seicento e si compì nel
Settecento; proprio questo periodo, e non
il Rinascimento, rappresenta la grande cesura
della storia occidentale, nella quale il
nostro campo viene radicalmente distrutto.
Non si può errare attribuendo questo
effetto allo spirito illuministico, l’azione
mortificante del quale è stata così bene illustrata
da Novalis nel trattato ‘Christenheit
oder Europa’; ed è significativo
che quello storico dell’europeismo, nel
raccontare come la Riforma e l’Illuminismo
(io direi soprattutto quest’ultimo) avessero
distrutto la pietà medievale, accennasse
precisamente alla ‘musica mundana’
che il meccanicistico spirito moderno aveva
distrutto: ‘L’odio che all’inizio si appuntava
specialmente contro la fede cattolica
si estese; sottopose l’uomo, come tutti gli
altri esseri naturali, alla necessità e mutò
l’infinita musica creativa dell’universo
mondo negli uniformi stridori di un mulino
mostruoso, sospinto dalla corrente del
caso e su di esso galleggiante, senza architetto
né mugnaio, un vero perpetuo mobile,
un mulino che macini se stesso’”.