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La morte del bruco o la nascita della farfalla?

di Pierluigi Paoletti - 29/06/2007

 Ci sono ormai segnali evidenti che tutto quello che stiamo dicendo da tempo sull’economia

sta per arrivare, ogni cosa in natura segue un andamento ciclico e l’economia, anche se

geneticamente modificata come nel nostro caso, non fa eccezione. Continuiamo con i

segnali che avevamo iniziato a prendere in considerazione la scorsa settimana.

I prezzi immobiliari in america stanno trovando il loro massimo

E non passerà molto tempo prima che i prezzi si adeguino alla forte flessione delle case in

costruzione

Ovviamente con un ritardo di qualche mese anche in Italia avremo la stessa contrazione del

mercato immobiliare con prezzi che si ridimensioneranno e si adegueranno alla domanda

che diminuisce progressivamente

Per contro il prezzo del petrolio dopo aver concluso un ciclo di medio periodo sta

riprendendo a salire e quando supererà la linea rossa che lo sta rallentando avremo la

conferma che siamo in un nuovo ciclo e quindi sapremo che nuovi massimi sono in arrivo

questi grafici non preannunciano niente di buono se pensiamo che la casa in america è stata

la molla del (falso) boom economico del dopo 2001 e che il prezzo del petrolio sta

riflettendo quello che molti studiosi stanno dicendo da tempo, ovvero che abbiamo appena

superato il peak oil e del Gas (che noi abbiamo affrontato in questi report

http://www.centrofondi.it/report/report_03_03_07.pdf e http://www.centrofondi.it/report/report_03_05_07.pdf )

Molti chiedono come proteggersi e noi non possiamo fare altro che ripetere le cose già dette

in passato: accumulare oro (in monete, lingottini ecc.) fino al 2009 quando dovrebbe partire

il nuovo ciclo dell’oro e “polverizzare” tutti i massimi precedenti.Intanto attualmente sta

proseguendo la strada al ribasso verso la fine del ciclo annuale

A fine estate dovrebbe partire quindi un nuovo ciclo annuale (il terzo) nel quale si potrebbe

assistere al tentativo di rivedere i massimi prima di procedere nella sua strada in discesa

verso l’estate 2009.

Secondo noi i nodi veri e propri verranno nel 2009

(http://www.centrofondi.it/report/report_05_03_07.pdf ) fino a quella data ci saranno solo prove

tecniche di crash. Nel novembre del 2008 avremo le elezioni americane e spenderanno tutte

le cartucce che avranno a disposizione per cercare di dare una parvenza di tranquillità

all’economia. Anche il dollaro, in contrapposizione all’oro, dalla primavera prossima, dopo

una nuova fiammata dell’euro data dal nuovo ciclo annuale in partenza in autunno,

dovrebbe riprendere fiato fino alla fine del ciclo iniziato nel 2005 e che dovrebbe finire

proprio nel 2009

Ovviamente nel frattempo dovremo stare ben lontani dalle obbligazioni aziendali o

corporate perché la contrazione economica in arrivo lascerà molte vittime sul campo.

Meglio le obbligazioni statali.

Per le valute non cercate di rifugiarvi, come dicono da più parti, nel franco svizzero perché

avrete delle brutte sorprese e in parte chi qualche anno fa lo aveva fatto e ci è rimasto, le ha

già avute.

Nel 2003 infatti è iniziato un nuovo ciclo di lungo periodo del rapporto euro/franco svizzero

che porterà l’euro a rafforzarsi notevolmente anche su questa valuta. E l’andamento di

questi ultimi anni (dal 2003) lo dimostra ampiamente e non lascia spazi a dubbi di sorta

(-17,5%!) grafico sotto

Quello che ci preme dire ancora una volta è che questa non sarà la solita crisi che abbiamo

conosciuto in passato, ma una crisi che cambierà il nostro modo di rapportarci all’economia.

Siamo, come abbiamo visto nel report sui tassi http://www.centrofondi.it/report/report_06_02_07.pdf ,

vicini alla fine del ciclo economico che è iniziato nel dopoguerra. Quindi la cosa migliore da

fare è sì prevedere e organizzarsi per non rimanere con un mazzo di carta colorata in mano

come accadde purtroppo ai risparmiatori nel dopoguerra, ma anche cercare di cambiare la

nostra mentalità perché le cose, come oggi le conosciamo, cambieranno profondamente nei

prossimi anni.

Dobbiamo riflettere molto attentamente sul fatto che le fonti energetiche, sulle quali si è

basato questo secolo di espansioni economiche, stanno diventando sempre più costose a

causa del peak oil e Gas, per non parlare dell’uranio che ogni 6 mesi raddoppia di prezzo -

qualcuno per favore si preoccupi di avvisare di questo anche il Prof Veronesi, oncologo, che

tempo fa risolveva i problemi energetici italiani caldeggiando pubblicamente la costruzione

di 10 centrali nucleari…chissà fra 10 anni quando saranno finite quanto costerà l’uranio!!! -

La questione energetica farà cambiare radicalmente tutta la nostra vita, l’economia, i

rapporti sociali e di lavoro e abbiamo anche il sentore che cambieremo l’approccio al denaro

così come lo concepiamo adesso.

Abbiamo solo una possibilità e cioè quella di abituarci all’idea che dovremo cambiare e

iniziare a modificare il nostro stile di vita, abbandonare il “consuma e getta” tanto caro

all’industria dei consumi esasperati e molto in voga anche per i rapporti personali, lasciare

le grandi città per i piccoli centri e riscoprire le piccole cose.

Aveva ragione Alì Bakthiari, studioso del picco petrolifero e del gas, quando nel suo

intervento al convegno di Aspo Italia diceva che il problema maggiore sarà l’adattamento e

non la mancanza vera e propria delle fonti energetiche. Un problema mentale che rischierà,

se ci troverà impreparati, di travolgerci come un’onda anomala e distruggerci con le forti

emozioni che ne scaturiranno, impotenza, paura, rabbia, depressione.

Preoccupiamoci di salvaguardare i nostri averi, ma preoccupiamoci anche di conservare il

nostro equilibrio e il nostro buon senso. In questo gioco che sta per iniziare non vincerà chi

avrà di più, ma chi si adatterà meglio e poiché l’uomo è un animale sociale e non può vivere

da solo, bisognerà aiutare anche gli altri ad adattarsi prendendo in considerazione di dar vita

ad economie locali, a utilizzare denaro senza debito come le monete complementari.

Lasciamo che per noi il 2009 sia la nascita della farfalla e non la morte del bruco.

That’s all folks