Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Liberta' di stampa. Ah ah ah.

Liberta' di stampa. Ah ah ah.

di Uriel - 02/07/2007



 

Un articolo letto su un blog di Ipazia mi fa venire in mente un interrogativo. Visti tutti i soldi che i giornali ricevono dallo stato, possiamo dire che la stampa sia, a differenza dei regimi fascisti e comunisti, davvero libera?


Cosi' sono andato a vedere in giro quanto i giornali prendono di finanziamenti pubblici dallo stato, cioe' dall'ente che se necessario dovrebbero criticare, onde permettere al cittadino di formarsi un'opinione grazie alla quale votare.

In teoria la democrazia funziona cosi': siccome la stampa e' libera, il cittadino puo' farsi un'idea dell'operato del governo e di conseguenza decidere se tenere un governo o cambiarlo.

Perche' succeda questo, i giornali dovrebbero avere un certo interesse a far cambiare le cose, pubblicando se necessario notizie scomode.

Bene, vediamo che interesse hanno.

 La Stampa  2.600.000  300.000
Exc:   0.02
 Il Messaggero  1.200.000  320.000  Exc:
 0.01
 Il Sole 24 Ore  3.100.000  400.000  Exc:
 0.02
 RCS quotidiani  8.600.000  900.000  Exc:
 0.02
 l’espresso  8.000.000  606.000  Exc:
 0.03
 Libero  5.370.000  160.000  Exc:
 0.09
 Foglio  3.500.000  13.000  Exc:
 0.73
 Riformista  2.700.000  40.000  Exc:
 0.18
 Liberazione  3.700.000  10.000  Exc:
 1.01
 Unita'  6.400.000  30.000  Exc:
 0.58


La terza colonna esprime la diffusione del giornale, e non la tiratura: per avere contributi sull'acquisto di carta i giornali stampano 2-3 volte le copie reali, poi rendono la carta alle aziende che gliela vendono per il riciclaggo, realizzando un business sommerso.(non so quanto legale)

Il conto e' fatto considerando la tiratura quotidiana per 365 e poi dividendo per il numero di copie.

Come vedete, abbiamo uno spaccato di giornali che sono controllati dal governo, le pravde della situazione, e di quelli che non lo sono.

(Almeno, non mediante questi meccanismi).

Al primo posto tra i leccaculo, Liberazione: con piu' di un euro per copia di contributo pubblico, non potrebbe vivere se un funzionario non destinasse cosi' tanti soldi a quella che e' ormai una fanzine dei palestinesi.

Con Berlusconi al governo, Liberazione non puo' fare piu' opposizione di tanto: e' costretta a fare un'opposizione di forma, stanca e inefficace, perche' se il governo chiude il rubinetto il giornale chiude. E' la Pravda del governo italiano.

Segue il Foglio di Ferrara. Nemmeno quello potrebbe sopravvivere  se un qualche funzionario dal culo pulitissimo non erogasse la bellezza di tre milioni e mezzo di euri per una fanzine che fa 13.000 copie diffuse. Fra Liberazione e Foglio, non c'e' bisogno di carta igienica nei bagni del parlamento. Dev'essere il contrappeso ecologico dello spreco di copie stampate a fine di finanziamento pubblico.

La classifica dei leccaculo, cioe' dei giornali che per vivere devono leccare il culo all'apposita commissione che eroga soldi, continua con l' Unita'. Il giornale fondato da Antonio Gramsci e finanziato da Giuseppe Rossi riceve cinquantotto centesimi per copia stampata.

C'e' da chiedersi, visto che anche cosi' fatica a sopravvivere, cosa succederebbe se venisse sospeso il finanziamento. Risposta: chiuderebbe. Giornale libero di criticare il governo, ovviamente, se teniamo conto che questa dipendenza dal governo esiste anche sotto i governi di Berlusconi.

Seguono, nella classifica dei leccaculi, il Riformista di d'Alema (non poteva mancare, del resto, un estimatore della stampa anglosassone fra i sostenitori delle peggiori abitudini della stampa italiana) , seguito da Libero di Feltri, che conferma la sua vocazione liberista.

Pochi spiccioli per gli altri giornali (si fa per dire) e saremmo portati a dire che il Messaggero sia quello che ha meno bisogno di leccare culi in parlamento per vivere.

Siete ancora convinti che in Italia viga una reale liberta' di stampa?