Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Un paese tutto biologico

Un paese tutto biologico

di l'Humanité - 12/12/2005

Fonte: l'Humanité

 


A Correns, villaggio della Côtes-de-provence il bio è diventato una religione, non solo nel vigneto.


Da quando il piccolo villaggio del Var si è interamente convertito alla produzione biologica, gli affari hanno ripreso. Il rispetto dell'ambiente si è esteso a tutta la vita del comune e la crisi viticola tocca meno le aziende locali

 
"Quando nel 1997 ho proposto ai viticoltori di passare tutti contemporaneamente al bio, è stato molto più facile quanto potessi immaginare."
Viticoltore, agronomo e  sindaco di Correns, piccolo villaggio al centro del Var, Michael Latz sapeva che il suo comune era isolato dalle grandi vie di traffico e, allo stesso tempo, che la media di superficie delle sue aziende, 10 ettari, era tre volte inferiore alla media di tutta la Provenza, due handicap che avrebbero finito per condurlo al declino.
Ha così avuto l’idea di fare di Correns il "primo villaggio bio della Francia".

I 670 abitanti hanno dovuto attendere tre anni perchè il suolo si purgasse dei prodotti chimici e  la produzione potesse essere certificata.
Oggi la cooperativa produce 12.000 ettolitri di vino biologico, quattro aziende private aggiungono altri 4.000 ettolitri.
Gli 80 vignerons a denominazione d'origine controllata Côtes-de-provence e a indicazione geografica Vin de pays du Var rappresentano il 90% dei soci della cooperativa.
La quasi totalità  dei vigneti, 200 ettari, è ormai in agricoltura biologica, pratica giudicata adeguata a sviluppare ed esprimere la qualità , la tipicità e l’autenticità del territorio.
Il suolo e il clima secco, poco favorevole allo sviluppo di malattie fungine, hanno facilitato il passo.
I vigneti a riposo - il rinnovo ha luogo ogni sei anni - servono ormai a coltivare piante aromatiche e medicinali.
Un produttore di cereali, un orticoltore e un allevatore di galline hanno seguito il movimento.

Lungi dall'essere un semplice slogan da ente per il turismo, questa svolta biologica è ormai il marchio di fabbrica di Correns che lo rivendica con forza.
Il palazzo del comune è stato riscostruito con tecniche di bioarchitettura e il consiglio comunale sostiene l’energia solare, mettendo a disposizione esperti a chiunque presenti domanda di concessione edilizia.

Il riscaldamento degli edifici comunali sarà  realizzato con caldaie a legna e l'energia prodotta in surplus verrà offerta ai vicini.
Dal 2000 il terzo fine settimana d'agosto è dedicato all'appuntamento della festa del biologico e della natura: due giorni dedicati all’alimentazione e all’agricoltura biologica, alle energie rinnovabili, al riciclaggio, all'abitazione sana, alla naturopatia, alla nutrizione.

Il villaggio situato all'ingresso della gola di Bagarède si stende sulle sponde dell’Argens, nel cuore della zona che una volta era il Midi rouge e ora è la Provence verte.
Ma, lontano delle vie di comunicazione principali, aveva difficoltà  a definire una politica turistica.
"È vero: da noi si viene, ma non si passa"  riconosce Michael Latz. " Ora, tra le escursioni aslpinistiche sul vallone Sourn e il biologico, con i turisti non va male".
Gli europei del Nord, in particolare, sono sensibili all'ecoturismo e la località ospita numerose  specie vegetali e animali sensibili all'inquinamento.
Il villaggio ha ormai una capacità  d’ospitalità di 200 letti, distribuiti su due hotel e 31 bed and breakfast, che hanno permesso a numerose famiglie d’agricoltori di differenziare le proprie attività  e i redditi.

Ma il vigneto, il 30% bianco, il 40% rosé, il 30% rosso, resta certamente l’attività principale del villaggio.
Raccolti nell'associazione dei maîtres vignerons bio  di Correns, i viticoltori non si rammaricano della loro scelta del 1997.
"Si può dire che il passaggio al biologico ci ha salvati, diversamente avremmo  dovuto fonderci con una cooperativa più grande", riconosce Fabien Mispre, da maggio scorso presidente della cooperativa .
"Dovevamo  trovare una nicchia adatta per differenziarci. Il biologico ci ha permesso di guadagnare mercati all'estero. Il modo di lavorare è diverso, ma non più complicato.  È un'altro modo d’accostarsi alla natura e alla vite".

Se la vendita diretta nelle due piccole cantine del villaggio aumenta dal 20% al 30% ogni mese, a dimostrazione della buona immagine della produzione, "Generalmente, il consumatore francese vuole il biologico, ma non è ancora pronto a pagarlo a un prezzo superiore", dice Fabien Mispre.
I viticoltori biologici hanno prezzi di vendita  superiori del 30% alla media del mercato.
La coltivazione bio richiede dal 20% al 30% di manodopera in più e i costi del fertilizzante (letame di pecora) sono superiori a quelli dei concimi chimici.
Così è all'esportazione che è per la maggior parte destinata la produzione di Correns, sia via intermediari che tramite il circuito dei vignerons di Provenza, in particolare verso la Gran Bretagna, la Germania, l'Olanda, la Svizzera e i paesi di l’Est, tutte aree in cui l'agricoltura e l'alimentazione biologica sono più forti che in Francia.

"Siamo poco toccati dall'attuale crisi vinicola ", riconosce volentieri Fabien Mispre. " Siamo già  atipici nella Côtes-de-provence, perchè abbiamo conservato la nostra tradizione di vino bianco, che era l'unico che producevamo fino alla fine dello XX secolo, mentre la stragrande maggioranza della doc è diventata rosé. Il biologico ci permette di mantenere la testa fuori dell'acqua".

L'esperienza biologica ha ridato vita al villaggio soddisfacendo agricoltori e turisti.
Non si lagnano neppure i numerosi cacciatori (la piccola selvaggina è riapparsa in massa), nè chi beve l'acqua, dopo aver verificato il miglioramento della qualità delle falde freatiche: otto anni senza dispersione di prodotti chimici nel suolo iniziano a dare dei risultati.


Traduzione di Bianca Crivello

Correns, premier "Village Bio" de France