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Il Libano fragile e i piani di Bush

di Amir Madani - 02/07/2007






 

I destini del Libano e i suoi fragili equilibri etnico - confessionali sono stati sanciti dagli accordi di Sykes-Picot, stipulati nel 1915 tra Francia e Inghilterra per definire la spartizione del Medio Oriente dalle ceneri dell'impero ottomano. Nel quadro degli accordi coloniali il Libano, parte integrante del belad al - Sham, venne assegnato alla Francia che impose una forma statale su base confessionale, funzionale al controllo dei propri interessi: le cariche istituzionali ed i collegi elettorali erano e sono a tutt'oggi suddivisi tra cristiani maroniti, sciiti, sunniti, drusi, armeni... In sostanza, i libanesi non sono direttamente rappresentati in base alle proprie idee politiche, bensì secondo l'appartenenza etnico – religiosa.

Cosi, il Presidente della Repubblica è un cristiano, il Primo Ministro è un sunnita, mentre il Presidente del Parlamento è sciita. Questa situazione è alla radice di continue guerre civili che si sono susseguite in forme diverse fino ad oggi.

Vista questa fragilità, dovuta all'assenza di un Stato forte garante degli equilibri, ogni etnia e ogni confessione ha sempre fatto riferimento ad una potenza mondiale (Francia- Usa) o a una potenza regionale (Siria – Iran - Arabia Saudita, ecc). Questa situazione ha trasformato il Libano in un luogo d'incontro-scontro, di intese-contese tra varie etnie - confessioni interne e provenienti dall'esterno (palestinesi presenti in numerosi campi profughi), con il protagonismo di potenze mondiali e regionali che saldano i propri conti sul territorio libanese.

In questo quadro i cristiano-maroniti, tra i quali operano e prosperano gruppi di estremismo di destra, sostanzialmente fanno riferimento alla Francia e agli Usa, i musulmani sunniti sono divisi tra estremismo sunnita e case regnanti dei ricchi sceiccati all'Arabia Saudita, gli sciiti, che hanno forti motivazioni ideologiche, sono l'anima della sinistra sociale e sono sulla via di divenire la maggioranza della popolazione nel quadro delle loro millenarie tradizioni civili e culturali, fanno riferimento alla rinascente potenza iraniana. I drusi con seguaci sparsi tra il Libano, Siria e Israele navigano tra confessionalismo e laicismo sono costretti ad abbracciare più posizioni . Mentre un piccolo e fiero Partito Comunista combatte per superare queste divisioni etnico – confessionali.

Con l'assassinio del Primo Ministro Rafik Hariri - attribuito alla Siria ma di cui stranamente ha beneficiato politicamente Israele vedendo uscire la Siria dal Libano - ha avuto origine “la rivoluzione dei cedri”. Questo cambiamento politico sostenuto dall'amministrazione Bush e definito “rivoluzione”, ha posto termine alla presenza delle forze siriane di stanza in Libano secondo gli accordi di Taif, (che avevano sospeso la lunga guerra civile) e sotto pressione della piazza, ha dato forma ad una nuova coalizione governativa filo occidentale, mentre presidente è rimasto il cristiano Emil Lahud vicino alla Siria.

L' attuale maggioranza parlamentare che sostiene il premier filo occidentale Siniora è chiamata “14 Marzo” ed è una coalizione che raggruppa i sunniti del partito del figlio del Primo Ministro assassinato Hariri (al-Mostaqbal), varie fazioni maronite di destra come le Forze Libanesi di Samir Ja'ja' fino ai drusi di Walid Junbalat ed il loro Partito Socialista. La coalizione d'opposizione definita “8 Marzo” che chiede le riforme e un maggior ruolo nella vita politica è composta dai sciiti di Nasrallah, dal Partito Comunista Libanese, dalla Tribuna dell'Unità Nazionale, dal Movimento del Popolo e da varie associazioni della società civile. Nasrallah e Michael Auon sono nomi forti di questa coalizione.

Nell'estate scorsa, dopo la guerra di 34 giorni e la resistenza di Hezbollah che ha visto l'insuccesso dei piani d'Israele e la crescita della popolarità di Hezbollah, la coalizione “ 8 Marzo” ha inscenato imponenti manifestazioni di piazza per chiedere una distribuzione più equa del potere politico, mentre l'asse Bush - Cheney dopo l'insuccesso dell'operazione bellica israeliana e l'indebolirsi della coalizione di governo per il crescere del peso di Hezbollah e di conseguenza dell'Iran (come scrive S.Hersh , New Yorker - The Redirection issue - 2007-03-05), ha deciso di sostenere l'estremismo sunnita attraverso il ripristino dell'alleanza degli anni 80 in Afghanistan con al-Qaeda, per indebolire Hezbollah e Siria e soprattutto l'Iran e ridisegnare la mappa del Medio Oriente nel quadro dell'antiquato progetto del mastino repubblicano Cheney cioè il “Grande Medio Oriente” annunciato ufficialmente a Davos o il più recente piano “ Nuovo Medio Oriente” coniugato da Condoleeza Rice.

E' curioso in questo contesto che Alaistar Crooke, attivo per 30 anni nell'intelligence britannica, abbia detto che «il governo Libanese sotto il Primo Ministro Fouad Siniora sta creando le condizioni perchè estremisti entrino in Libano». Una coalizione filo occidentale che in teoria dovrebbe combattere il terrorismo prepara invece il terreno per gli estremisti che nel medio oriente significa militanti di al-Qaeda. E cosi gli adepti dell'estremismo sunnita, affiliati o vicini ad al-Qaeda, non tardano a indirizzarsi verso il Libano ed entrare dove è più facile, cioè nei campi profughi palestinesi, visto l'estremo disagio e la povertà dei profughi che da decenni si perpetua. Cosi annidandosi nei campi profughi palestinesi si comincia a dare una mano alla realizzazione dei piani dell'amministrazione Bush.

D'improvviso, in un clima del tutto sospetto dopo una rapina che porta le tracce dei rapinatori nel campo Nahr el-Bared di profughi palestinesi nel nord del Libano, interviene non la polizia ma addirittura l'esercito e non per arrestare i sospetti rapinatori ma per bombardare i profughi palestinesi che vivono in ogni genere di ristrettezza da decenni. Il gruppo che si scontra con l'esercito, chiamato Fath al-Islam, viene definito vicino alla Siria la quale nega subito e del tutto ogni genere di rapporto. Mentre Nasrallah capo di Hezbollah sostiene l'azione dell'esercito chiedendo però il rispetto della norma giuridica dell'incolumità dei profughi.

Nonostante il massiccio impiego di forze, l'esercito subisce pesanti perdite. Fatto per dimostrare che gli estremisti sono in possesso di armi pesanti e combattenti ben addestrati e preparati alla guerra. Alcuni fonti sostengono che Fatah al-Islam, attivo nel campo, avrebbe già ricevuto armi e soldi da esponenti vicini alla coalizione di governo per resistere fin quando che si creino le condizioni per un intervento americano che dia anche l'assalto a Hezbollah e minacci ulteriormente la Siria e l'Iran.

Che Fath al-Islam sia vicino e in linea con al-Qaeda è fuor di dubbio. Basta vedere e leggere i proclami di crociata contro “ebrei e cristiani” del suo capo, il giordano Shaker al- ‘Asebi –dato più volte per ferito o morto- per capire l'affiliazione almeno ideologica del gruppo. Quando dopo durissimi scontri vengono catturati alcuni militanti del gruppo terroristico si vedono più nomi sauditi,yemeniti, giordani,pakistani,.. . L'ambasciatore saudita in Libano, Xojah conferma la cattura di quattro suoi connazionali.

Dopo la cattura di diversi esponenti del gruppo terrorista fonti giudiziarie libanesi rivelano che il gruppo terroristico denominato Fath al-Islam progettava di compiere attentati contro le forze peacekeeping dell'Unifil schierate nel Libano meridionale (che sono in gran parte italiani ). Le rivelazioni purtroppo trovano conferma negli attentati dove cinque soldati spagnoli dell'Unifil perdono la vita. E viste le rassicurazione e garanzie date da Hezbollah per proteggere le forze dell'Unifil (secondo le parole di Robert Fisk) e visto che Hezbollah è la diretta beneficiaria della presenza di forze internazionali, la matrice degli attentati risale senza alcun dubbio a Fath al-Islam e gruppi affini del bacino dell'estremismo sunnita vicini ad al-Qaeda. Attentati utili per giustificare un intervento militare Usa.

Tra alti e bassi continuano gli scontri tra l'esercito libanese e il gruppo terroristico che è presente in diversi campi sparsi per il Libano. Una presenza che si manifesta in certi momenti, per ritirarsi e nascondersi in altri momenti . Perde alcuni elementi ma continua a esistere ideologicamente e visti i mezzi di al- Qaeda continua a conservare la propria struttura anche se non si vede.

Il terrorismo di al-Qaeda e di gruppi estremisti come Fath al-Isalm che nascono come funghi continua a esistere e prosperare per i problemi irrisolti e grazie al buio creato dalla politica dell'amministrazione Bush che basandosi sulla menzogna come pratica di governo e sull'uso della forza nelle relazioni internazionali ha preferito l'offesa all'intesa e per l'uso strumentale che ha fatto della democrazia e della libertà ha perso ogni credibilità .