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Stampa d'Occidente

di Ugo Gaudenzi - 07/07/2007


Vediamo un po’ tre notizie-analisi sul Vicino Oriente filtrate nei media democraticamente corretti d’Occidente.
1, El Pais: “Il re Abdallah dell'Arabia Saudita ha ammonito, in un'intervista, che i conflitti in Libano, Iraq, e Palestina potrebbero "provocare un'esplosione che non sarebbe ristretta soltanto alla regione, ma avrebbe dimensioni globali"i... Specialmente per quanto riguarda il conflitto israelo-palestinese, che fornisce gran parte della benzina che serve ad alimentare la cronica instabilità della regione, la Casa Bianca... è intervenuta solo occasionalmente, e secondo modi e tempi sbagliati. Ora l'amministrazione Bush vuole infondere nuova vita alle speranze di creare uno Stato palestinese indipendente, ma fare ciò dopo che si è verificata la violenta spaccatura fra Hamas e Fatah ha il sapore dell'ennesimo tentativo di imporre una pace squilibrata. I leader dei tre più importanti "clienti" dell'America - Egitto, Israele e Giordania - si sono incontrati con il presidente palestinese Mahmud Abbas e tutti i parlano di un incontro basato su un misto di tentativi di corruzione e di prepotenza”.
Così il quotidiano della izquierda radical chic spagnola conferma e prova che Mahmud Abbas, il presidente di Fatah, è diventato purtroppo un ostaggio degli atlantici e dei loro gendarmi regionali.
2, WorldNet Daily: “Hamas non ha pane per sfamare la gente di Gaza, ma ha molte più armi: 7.400 fucili americani d'assalto M-16, decine di mitragliatrici montate su automezzi, lanciarazzi tipo RPG, 800 mila proiettili, 18 veicoli corazzati portatruppe Usa, 7 jeep corazzate, 14 bulldozer di tipo militare ed otto camion-cisterna con cannoni ad acqua per disperdere la folla. Tutto materiale catturato a Fatah, dopo aver fatto irruzione nel quartier generale del suo braccio armato. Valore: sui 400 milioni di dollari. Dono del contribuente degli Stati Uniti. Con le armi, i miliziani di Hamas hanno messo le mani su qualcosa di ancor più preoccupante: computer e documenti Cia con"informazioni sulla collaborazione tra Fatah e gli enti di sicurezza israeliani e americani; istruzioni Cia di come prevenire attacchi e contrattaccare; su come smantellare le cellule di Hamas; progetti di assassinio di membri di Hamas da parte di Fatah; e studi Usa sulla situazione di sicurezza a Gaza".
Così Aaron Klein, corrispondente ebreo del sito neocon WorldNet Daily, non volendo conferma e prova che Mahmud Abbas, il presidente di Fatah preferito da Washington, aveva ricevuto dagli Usa i mezzi per il colpo di stato, onde distruggere Hamas, il governo eletto dai palestinesi.
3, La Repubblica: “Nell’intervista a José Saramago sul romanzo Le piccole memorie pubblicata sull'Almanacco di sabato 23 giugno, avvenuta per e-mail, con invio delle domande e successivo invio delle risposte da parte dello scrittore, il testo ha dovuto subire qualche sostanzioso taglio... A una domanda sulla sua visione dei gravi problemi in Medio Oriente, Saramago ha risposto:. ...Per quanto riguarda il Medio Oriente, aspetto il giorno in cui siano portati davanti un Tribunale Internazionale i politici e i militari di Israele responsabili del genocidio di cui è stato vittima il popolo palestinese negli ultimi sessant'anni. Perchè come ho scritto alcuni mesi fa, ‘fintanto che ci sarà un palestinese vivo, l'olocausto continuerà". Si è pensato che una risposta tanto radicale e "definitiva" esigesse un approfondimento o uno sviluppo, che avrebbero dovuto essere sollecitati dal giornalista con ulteriori domande... In base a una pura e semplice considerazione di opportunità giornalistica, si è ritenuto quindi giusto tagliare quella parte”.
Così La Repubblica, quotidiano dell’intelligentsia nostrana. Paladina dei popoli oppressi... tanto da censurare una sua stessa icona.