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Cicciolina e Giuliano Ferrara. La strana coppia…(?)

di Carlo Gambescia - 10/07/2007

 

Ieri il Foglio ha dedicato una pagina a Ilona Staller, in arte Cicciolina, pubblicando piccanti stralci, sapientemente scelti dalle sue memorie (Per amore o per forza, Mondadori).
Quel che però qui ci interessa indagare, non è la moralità, per alcuni claudicante, di Ilona Staller (ognuno è libero, eccetera, eccetera), ma il rapporto tra pornografia e politica.
Ora, il Foglio è diretto da un “ateo devoto”, Giuliano Ferrara, ex comunista, ex ministro di Berlusconi, che attualmente, semplificando, è schierato dalla parte della Chiesa e della religione cattolica. Ma lo è - ecco il punto - nel senso (deviato) di un Machiavelli. Dal momento che Ferrara considera la religione un instrumentum regni: un mezzo per tenere buone le masse. Per capirlo, basta leggere con attenzione e regolarità i suoi editoriali, dove Chiesa e religione cattolica, ma anche altre istituzioni sociali, sono apprezzate per la capacità che queste avrebbero di tenere a bada il “popolo”, minacciando pene ultraterrene o terrene… Per dirla in sociologhese, il realista alla Machiavelli, scorge in ogni istituzione uno strumento di controllo sociale.
Dietro questa visione del potere c’è una certa interpretazione dell’ approccio straussiano, che per Ferrara, sarebbe fondato sul criterio della duplice verità in politica: quella per le élite acculturate e mature, e quella per popolo bambino. Inutile, qui, ricordare che Leo Strauss ( o comunque un certo modo di interpretarlo,) è il pensatore prediletto, oltre che di Ferrara, di alcuni neconservatori americani.
Ma che tipo di rapporto può esserci tra Benedetto XVI e Cicciolina?
Che, il sesso, o se si preferisce l’uso capitalistico del sesso (come pornografia di massa, attenzione, ripetiamo, di massa, perché quella di élite è sempre esistita…), può essere un ottimo strumento di controllo sociale, come una Chiesa, che però esiste solo nei ragionamenti conservatori degli “atei devoti” alla Ferrara (snobbati, infatti, dal Papa…).
In buona sostanza, l’ ”ateo devoto”, che ha letto Machiavelli e Freud, crede che un buon mix sociologico tra il senso del peccato (che contribuisce a rendere appetitoso il sesso selvaggio) e il sesso praticato a trecentosessanta gradi (che libera dal senso di colpa, ma, nella maggioranza dei casi, solo provvisoriamente, perché il meccanismo emotivo di avvio, resta basato proprio sulla forza della trasgressione), possa giovare all’ordine sociale, tenendo sotto controllo le masse, totalmente assorbite dal fare sesso (anche "figurato"), pentirsi, (anche senza confessarsi), e tornare a fare sesso… E così garantire lunga vita al capitalismo, che vive anche della pornografia di massa e del suo gigantesco indotto. Che, guarda caso, ha negli Stati Uniti, uno dei maggiori produttori mondiali di tali "beni" e "servizi".
Pertanto è scontato che sul Foglio si dia contemporaneamente grande rilievo al ruolo della Chiesa e a quello del sesso ai tempi del capitalismo. In questo senso Cicciolina, o meglio l’inconsapevole filosofia di Cicciolina, è conservatrice, filocapitalista e filoamericana.
Mentre non è inconsapevole quella di Giuliano Ferrara: l'Elefantino sa benissimo quel che sta facendo.