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Io non ho bisogno di denaro

di Pierluigi Rizzini - 10/07/2007


“Io non ho bisogno di denaro. Solo chi paga i suoi conti ne ha bisogno. Io i miei non li pago mai.”  Oscar Wilde aveva i suoi sistemi. Ben diversi da quelli di Zero Relativo.it, che propone il baratto come alternativa all’acquisto, facendo così a meno del denaro. ZeroRelativo è online dal 12 dicembre 2006 ed in questi mesi ha ottenuto una buona visibilità e tanti commenti positivi. Anzi una notevole sproporzione fra gli apprezzamenti e le critiche. Eco&Bio si unisce ai sostenitori del sito, a cui si è recentemente aggiunto un blog e invita tutti a visitare il sito e inserire gli annunci per i propri scambi.

Paolo Severi, che dalla riviera romagnola gestisce ZeroRelativo.it, commenta così la sua iniziativa: “Ridare valore agli oggetti inutilizzati, allenare a un consumo critico e sdoganare il baratto come forma di commercio: questi gli obiettivi”. ” Internet risolve i problemi che hanno portato alla scomparsa del baratto: la difficoltà a mettere in contatto gli interessati e l’indisponibilità delle merci per scambi immediati. Oggi non è utopistico pensare al baratto come sistema complementare all’acquisto in denaro”Il baratto non è proprio una novità. E’ stata la prima forma di commercio tra gli uomini. La moneta è nata per sopperire ad una delle carenze del baratto, che era l’indisponibilità di merce di scambio nel momento in cui avevo merce da scambiare. In piccole comunità era un problema, sia perché i prodotti erano legati “alla terra” e i tempi di coltivazione differenti, sia per la quantità “fisica” di persone con cui si entrava in contatto. Teoricamente, con internet, questi sono due problemi inesistenti. Primo perché attualmente sono rari i momenti in cui si può parlare di indisponibilità di un prodotto. Secondo perché in una vetrina dove hanno accesso migliaia di persone è facile entrare in contatto con chi ha bisogno di quello che io non utilizzo più. E viceversa. Si tratta solo di fare una trattativa, o una negoziazione, per usare un termine più formale.
Le trattative presenti su ZR non sempre hanno come presupposto un pari valore monetario, ma di fabbisogno. In questo momento il tuo oggetto vale per me più di quanto valga per te che non lo utilizzi. Semplice no?
Numerose le iniziative di questo tipo anche in altri paesi: dagli Usa arrivano esperienze consolidate, come Freecycle, la più grande comunità virtuale dedicata al “barter”, nata da una mailing-list dell’ambientalista Daron Beal. Diffusa in 75 Paesi (3,5 milioni di membri), cresce alla velocità di 20mila nuovi iscritti alla settimana. E’ americana anche la community di Craiglist, mentre in Francia c’è NetTroc, sito di barteronline aperto alle aziende, e Trokers, dedicato al baratto tradizionale fra privati.
Un aspetto molto importante è la crescita di iniziative di questo genere che indicano la continua ricerca di nuovi modi di scambio e forme alternative all’acquisto di beni, senza lasciare così inutilizzati grandi quantità di oggetti ancora perfettamente funzionanti. E' un input etico e uno spunto di riflessione sui nostri stili di vita, sottolineato continuamente anche dalle più importanti associazioni ambientaliste, oltre che da quelle che si occupano di pace e solidarietà internazionale e che propongono una società dal volto più umano e solidale.