Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / L'acqua? Bevete quella del rubinetto

L'acqua? Bevete quella del rubinetto

di Alessandra Mangiarotti - 11/07/2007

Avviatata una campagna contro la minerale. «Così si riducono i rifiuti»
Dopo la California, ecco la crociata di New York. In tutta Italia è guerra alle bottigliette


Dicono che il sindaco Michael Bloomberg, tra una stretta di mano e l'altra, non perda occasione per dire che a New York non si beve acqua migliore di quella che esce dal rubinetto. Provare per credere, lancia ora la sfida la sua amministrazione: «Dimenticatevi la minerale e bevete l'acqua che "sgorga" direttamente in casa vostra». E via, con la moral suasion: è sicura, gradevole, pulita, costa meno di quella imbottigliata, è più pratica. E soprattutto: permette di risparmiare e ridurre la produzione di montagne di vetro e di plastica. Difficile immaginare il sindaco Bloomberg alle prese con filtri di carbonio attivo, con ingombranti casse di minerale da stivare nel baule della sua familiare (e/o da legare al portapacchi della bicicletta), o ancora con sacchi da Babbo Natale ricolmi di bottiglie da gettare nei bidoni della differenziata. Ma il suo «prova l'acqua del rubinetto» è diventato una campagna pubblicitaria in piena regola per convertire i newyorkesi al bere in modo responsabile. Da tempo sui tavoli dei ristoranti della salutista California le brocche di acqua nostrana hanno preso il posto delle bottigliette di minerale. E anche nella Grande Mela i primi a rispondere alla svolta ecologista sono stati alcuni ristoratori che hanno deciso di servire solo acqua del rubinetto. Sarà forse per l'ondata di grande caldo, ma la campagna divide la città. E così c'è chi si converte magari al lume di candela, e chi invece cambia locale. A puntare il dito contro gli svantaggi del mineral water style sono gli ambientalisti statunitensi e non: quattro bottiglie di acqua minerale su cinque finiscono sottoterra; il processo di produzione contribuisce al surriscaldamento globale. Per non parlare della distribuzione: anche quella inquina. Finché l'invito a bere acqua del rubinetto era solo una faccenda ecologista era una cosa, ma adesso che l'appello arriva dal governo della città delle città insorgono le aziende dell'acqua minerale: «Non è corretto puntare il dito contro un'industria che si sta impegnando a promuovere il riciclo dei rifiuti e l'introduzione di involucri biodegradabili ». Le caraffe di vetro sui tavoli dei ristoranti però si moltiplicano, e la campagna pubblicitaria va avanti. «Ma arriva tardi». A rivendicare se non il primato assoluto dell'iniziativa almeno il fatto di essere arrivati prima di Bloomberg, sono le città italiane. Roma, Firenze, Milano. C'è chi ha dotato la propria acqua del marchio doc e chi ha deciso di dare l'esempio sostituendo i distributori di minerale con bidoni di nostrana. Di campagne pubblicitarie per promuovere l'acqua di rubinetto a Roma ce n'è stata più di una. L'ultima la scorsa primavera quando la «capitolina » è stata dotata di una sorta di carta di identità. Allora il sindaco Veltroni aveva sottolineato come la certificazione fosse il risultato degli oltre 250 mila campioni l'anno analizzati (il doppio di quelli previsti per legge). Ora Roberto Zocchi, presidente della Laboratori, la società che per conto della Acea si occupa dei controlli, spiega: «L'acqua di Roma arriva dalle sorgenti appenniniche. Il nostro compito è quello di mantenere la sua qualità fino al rubinetto ». Guai a fare paragoni qualitativi con le minerali, ma quanto alla bontà della «capitolina » non ci sono dubbi: «E' buona, controllata e un metro cubo costa come una bottiglietta di minerale (senza contare il costo del trasporto, dell'accumulo e dello smaltimento)». Ormai da tre anni nelle scuole di Firenze le brocche di vetro hanno preso il posto delle bottiglie di minerale. «Stessa cosa in Consiglio comunale e negli uffici pubblici dove i distributori di bottigliette griffate sono stati sostituiti da bidoni di acqua di Firenze», afferma l'assessore al Ciclo integrato dell'acqua e dei rifiuti Paolo Coggiola. «Da qualche anno abbiamo scelto la filtrazione a carbone attivo, e adesso sono molti i cittadini che dicono di preferire l'acqua del rubinetto. Più buona e senza bottiglie da smaltire». Anche nelle mense scolastiche di Milano si beve solo acqua del rubinetto (in passato, qualcuno aveva proposto anche di imbottigliarla). Ma sui tavoli del Consiglio comunale ci sono ancora bottiglie di minerale. Alcune settimane fa, in occasione della giornata mondiale dell'acqua, il consigliere Basilio Rizzo (Lista Fo) e i «suoi» sono entrati in aula con un bicchiere di acqua del rubinetto in mano. «Non ha niente a che invidiare a quella minerale: deve entrare a pieno titolo in questa aula e in tutti gli uffici comunali». Ieri l'ultimo atto: una raccolta di firme, in tutto più di 400 mila, è stata portata a Roma per chiedere una legge che tuteli il patrimonio pubblico dell'acqua.