Dai mattoni al Bingo fino a Unipol: ecco tutte le scatole cinesi dei Ds
di Paola Setti - 11/07/2007
Attraverso le quote delle federazioni di tutta Italia il partito detiene società immobiliari ed è proprietario di sale per il gioco d’azzardo
Milano - Tout se tient, dicono i francesi. Tutto si tiene e infatti non c’è solo il rosso intreccio politico-economico fra Ds e Unipol.
Fulcro del gioco a incastri della miriade di scatole cinesi sono due società, Alfa e Beta, anzi Beta e Alfa in ordine cronologico. Beta Immobiliare nasce il 19 febbraio 1996 con una corsa: 51 società nello stesso giorno cedono le proprie quote alla nuova società, che nasce con capitale sociale di 2.520.094,72 euro. Direttamente partecipata dalle federazioni Pds prima e Ds poi, controlla o ha partecipazioni in altre società, finanziarie e immobiliari. Beta, tuttora in stato di scioglimento e liquidazione, a partire dal 2002 passa il patrimonio ad Alfa Finanziaria, che è anch’essa in stato di scioglimento e liquidazione dal 2003, ma risulta operante. Sono 66 i soci di Alfa, tutti da guardare. C’è un signore, E.G., che ha versato ben 2 euro, altri due - P.V. e A.B. - che si sono spinti fino a 3; M.R. ne ha versati 6. Con pochi spiccioli partecipano anche alcune società immobiliari: l’Altra Italia Immobiliare con 16 euro,
Mattoni rossi. C’è di tutto. La «società culturale ricreativa Nuova Rinascita», per dire: nulla a che vedere con l’organizzazione di eventi legati alla rivista fondata da Palmiro Togliatti, trattasi invece di società immobiliare nata per «la costruzione, l’acquisto, la vendita e la gestione di beni immobili», con possibilità di «dare e ricevere fidejussioni» e di «compiere qualunque operazione di natura commerciale, industriale, di credito, mobiliare ed immobiliare, locativa, ipotecaria». C’è poi, e come poteva mancare, Antonio Gramsci: peccato che il fondatore del Partito comunista italiano presti solo il nome a un’altra immobiliare, che si chiama così perché ha sede a Pistoia in corso Gramsci.
Non manca il giallo, nelle società rosse.
Bingo, spunta Consorte. Dice l’oggetto sociale che Alfa svolge, fra l’altro, «attività di assunzione e di gestione di partecipazioni ed interessenze in società ed imprese italiane o estere». Ma i dettagli più interessanti sono alla voce «Partecipazioni in altre società»: 750mila euro nella Ludotech srl, che si occupa di «organizzazione, acquisizione e gestione di locali per il tempo libero, i giochi, concorsi a premi, lotterie, pronostici» ma anche di «noleggio e consegna in uso a terzi di apparecchiature elettroniche da intrattenimento», che a sua volta è fra i soci dei Bingo One di Bologna e di Reggio Emilia. E 98.800 euro nella Pielleffe, che fa pubblicità, organizza fiere e meeting, fra i soci conta diverse federazioni dell’allora Pds, e a sua volta detiene una quota consistente di Ludotech, e quindi dei Bingo. Ed è proprio da qui che si arriva a Unipol e a Giovanni Consorte. Capita infatti di imbattersi nell’uomo che ha portato il Bingo in Italia, quel Vittorio Casale che fu consigliere fidato di Consorte, e che con l’allora presidente di Unipol compare nelle intercettazioni sullo scandalo Antonveneta ed è indagato nell’ambito della scalata a Bnl. Ebbene, Casale è proprietario della società Operae spa.
Era stato Massimo D’Alema, quando era al governo, a dare le 420 concessioni di Stato per le sale Bingo. Ad accaparrarsele era stata la società Formula Bingo.
Sito Internet Dsonline, sezione «Conosci i Ds», «Nota integrativa al rendiconto chiuso al 31/12/2006», tabella «Partecipazioni in imprese (possedute direttamente dal partito)». Sono solo sei: 99,9 per cento nella «L’Arca società editrice de “L’Unità” spa» in liquidazione, 100 per cento nella «Libreria Rinascita srl», 47,5 nella «L’Unità editrice multimediale spa» in liquidazione, 0,66 nella «Alfa Finanziaria di partecipazioni srl» in liquidazione, 100 per cento nella «Se.Var srl», 0,66 nella «Beta Immobiliare srl» in liquidazione.
Bilancio truccato? Ma ci mancherebbe altro, qui è tutto legale: semplicemente, la direzione nazionale Democratici di sinistra considera se stessa cosa altra rispetto alle sezioni e alle federazioni dei Democratici di sinistra che, sparse in tutta Italia, possiedono il resto delle due mega società, ognuna con piccole quote che sommate fanno quasi il cento per cento. Ed è così da tempo, visto che anche i bilanci precedenti fino al 2001 riportano soltanto sei società, le stesse di oggi. Di più: non una parola sulle partecipazioni indirette in altre società, come quella di Alfa in Ludotech o Pielleffe. Tutto regolare, ma c’è un ma. Perché se sul fronte partecipazioni
La relazione sulla gestione del rendiconto è firmata da Ugo Sposetti, il tesoriere Ds che, tanto per dire, fu tra coloro che risposero non proprio cortesemente agli inviati di Report che s’erano messi in testa di far le pulci ai finanziamenti pubblici ai partiti (per i Ds nel 2006 sono stati 12 milioni e 963mila euro più spiccioli).
Al punto 3, Sposetti si limita a spiegare che «è proseguita con risultati concreti l’attività dei liquidatori ai quali sono state affidate le nostre società partecipate in liquidazione. L’anno in corso potrebbe essere quello della chiusura in bonis di alcune di tali società! È un bel risultato». Poi il tesoriere comunica che l’elenco delle erogazioni di contribuzioni al partito da parte di soggetti vari si può trovare nell’allegato B, solo che l’allegato B sul sito non c’è. Vabbè, punto e a capo. Anzi punto. Il bilancio è in attivo, c’è un avanzo di 11.550.546 euro.
Dice Sposetti che «di fronte ad una politica trasparente, che comunica i propri progetti, informa sulla destinazione delle proprie risorse, pubblicando i bilanci e seguendo regole condivise, la risposta non è allontanarsi dalla politica ma parteciparvi in qualsiasi modo possibile, anche con un contributo economico». Appunto.