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Il TAU. Un nome antico per l'economia locale di Altopascio (Lu)

di redazionale - 11/07/2007

 

 

L'abitato di Altopascio (o Teupascio, nella denominazione originaria) sorse nella seconda metà dell'anno Mille nei pressi di Lucca il centro più importante, lungo la Via Francigena, del viaggio italiano verso Roma. Questa strada, attraversando le Fiandre, Francia, Svizzera ed Italia, permetteva ai pellegrini dell'Europa settentrionale di giungere alla capitale della cristianità. Il paese divenne ben presto sede di un ospedale, ritenuto all'avanguardia per l'epoca, creato appositamente per prestare soccorso e cure mediche a chi attraversava questi luoghi. Inoltre dal maestoso campanile della chiesa una campana, detta La Smarrita, suonava un rintocco ogni mezz'ora durante la giornata, mentre al calar del sole il suono veniva cadenzato per un'ora per richiamare al castello quanti l'oscurità aveva colto di sorpresa nel folto del bosco. I pellegrini venivano accolti nella Magione di Altopascio. Nella mensa comune erano ospitati indistintamente poveri e ricchi, cui era offerto un pasto caldo, degno di questo nome, che divenne famoso con l'appellativo di Calderone. Come tale esso venne ricordato anche in una novella del "Decamerone" di Boccaccio.

 

Secondo la tradizione questo gruppo di benefattori, formato da alcuni nobili uomini di Lucca, ben presto si costituì ordine Ospitaliero, detto dei "frati di San Jacopo d'Altopascio", e nell'aprile del 1239 fu ufficializzato da papa Gregorio IX, che gli diede anche una Regola. Come segno distintivo essi indossavano tonaca e mantello di colore scuro, sul quale era presenta una croce taumata di colore bianco, come simbolo di operosità e carità cristiana. Poiché, inoltre, a causa della pericolosità dei luoghi che circondavano il borgo, infestati da briganti e malfattori di ogni genere che cercavano di approfittare dei pellegrini, alcuni di questi frati furono costretti ad indossare la spada, e da allora furono meglio conosciuti come Cavalieri del Tau. Nel tempo i laici sostituirono i religiosi, poi a partire dal 1082 essi ottennero sempre più privilegi dai pontefici e le loro "obedientiae", ossia le case dipendenti, divennero sempre più numerose e si diffusero tanto in Italia, quanto in Francia, Spagna e Inghilterra. Una delle più famose di queste Obbedienze fu quella di Parigi, fondata nel 1180, che traeva il nome dalla casa madre; ancora oggi esiste la parrocchia di St. Jacques du Haut-Pas.

 

Il declino di quest'ordine religioso-cavalleresco iniziò nel XIV secolo anche a causa del trasferimento della sede del papato ad Avignone, che provocò una riduzione dei traffici verso Roma. L'ordine fu soppresso definitivamente nel 1587 per opera di papa Sisto V, ed i suoi beni furono ceduti alla Milizia di Santo Stefano creata nel Granducato di Toscana.

 

 

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una accelerazione dell’impoverimento delle economie locali in atto ormai da decenni.

Le piccole attività industriali, artigianali, commerciali e contadine, una volta il fulcro della vita economica del nostro territorio, si stanno inesorabilmente spengendo.

Le cause di questo stato di cose vanno ricercate essenzialmente in tre fattori che esercitano un’azione centrifuga delle risorse economiche locali:

 

1.      Il meccanismo di emissione della moneta ufficiale – ogni Euro emesso dalla Banca Centrale o prestato dal sistema bancario crea un debito della collettività e del singolo. Lo Stato è fortemente indebitato con la Banca Centrale (il debito pubblico è circa 1500 mld di euro) e le famiglie sono sempre più indebitate con il sistema bancario (circa il 40-50% del proprio reddito) per la casa e per gli acquisti, come l’auto, mobili eletrodomestici.

2.      la grande distribuzione, oggi in mano a multinazionali estere, drena continuamente ricchezza dal territorio e questa ricchezza non viene reinvestita localmente e le loro politiche di vendita ogni giorno diventano sempre più aggressive (vedi allegato)

3.      la forte immigrazione degli ultimi anni contribuisce a questo processo perché gli immigrati mandano nei loro paesi di origine gran parte dei loro stipendi e quello che serve per vivere viene speso in gran parte nella grande distribuzione, creando sempre più un problema sociale per la difficile integrazione.

 

I nostri paesi e le nostre città si stanno trasformando sempre più in enormi dormitori dove la vita di paese e le attività economiche sono sempre più rare.

L’obiettivo di questo progetto è quello di invertire questo processo e rivitalizzare l’economia locale, attraverso l’adozione di una moneta complementare di pari valore all’euro, non convertibile, che si affianchi alla valuta ufficiale.

 

 L’adozione di un buono di scambio locale che di seguito verrà chiamato TAU, ha la particolarità di circolare solo in un territorio limitato (comune-i, provincia-e). Questo consente ad una parte della ricchezza prodotta nel territorio, di rimanere e di essere spesa tra le aziende, industriali, artigiane, commerciali e contadine aderenti al circuito.

 

Il TAU verrà emesso dall’associazione delle imprese aderenti, rappresentate dalle loro associazioni di categoria e dagli Enti Locali coinvolti, in percentuale sul fatturato per ogni singolo aderente. La percentuale iniziale di accettazione sarà del 20% su ogni trasazione.

Il fatto di essere uno strumento di scambio che non rappresenta una riserva di valore e che non produce interessi, potrà “contagiare” positivamente anche la moneta ufficiale a cui è legata e consentirà una maggiore velocità di circolazione delle due monete.

Maggiore sarà la velocità, maggiori saranno le transazioni effettuate e la ricchezza prodotta a totale beneficio del territorio.

 

E’ auspicabile che alle imprese, si affianchino anche professionisti come commercialisti, dottori, geometri, ingegneri ecc., professori che impartiscono lezioni varie, musica, lettere, matematica ecc., baby sitter, badanti, asili privati e pubblici, scuole di ballo, palestre ecc.

Maggiore sarà la diffusione del TAU, maggiore sarà la ricchezza che circolerà e rimarrà. sul territorio.

 

Per favorire una maggiore penetrazione di questo strumento e fare anche un’operazione di immagine, potrà essere coniata anche una medaglia (il TAU di metallo) di valore da definire, che circolerà al pari dei TAU cartacei.

 

Gli Enti locali coinvolti potranno studiare agevolazioni per le imprese che aderiranno all’iniziativa e per le nuove imprese (industriali, commerciali, artigiane e contadine) che decideranno di aprire la loro attività nel territorio accettando e favorendo la circolazione del TAU.

 

Ove possibile, ad esempio nel settore agricolo per il quale esiste uno specifico progetto http://www.centrofondi.it/sapore_cuore.htm , verranno attuate delle riduzioni della filiera produttiva che permetteranno anche di poter comprare a prezzi concorrenziali, prodotti e manifatture locali, favorendo il mantenimento della tradizione.

 

Al fine di favorire il successo dell’iniziativa è auspicabile che venga attivata una adeguata promozione nel territorio che faciliti la comprensione dei cittadini sull’uso ed sui benefici che ne potrà trarre l’intera comunità dall’adozione del TAU. Si deve ricreare il senso di appartenenza ad una comunità, ad un territorio.

Per favorire l’integrazione degli immigrati presenti si potranno studiare forme per favorire l’uso del TAU che sarà strumento di inserimento di queste comunità nel tessuto sociale.

 

La penetrazione del Tau nel tessuto sociale ed economico non dovrebbe incontrare resistenze perché forme alternative o complementari alla moneta ufficiale sono ormai entrate nell’uso quotidiano di ciascuno di noi, basti pensare alle fidelity card, ai buoni sconto, ai buoni pasto e, facendo un tuffo nel passato, ai miniassegni degli anni ’70 o ai gettoni telefonici.

 

Se l’adesione delle attività produttive e commerciali presenti nel territorio fossero di una certa rilevanza, si potrebbe pensare a lavorare alla costituzione di un consorzio di garanzia comune, analogamente a quanto sta accadendo in Calabria con il progetto Eurobuoni, che possa aiutare le imprese ad affrontare i cambiamenti imposti alla concessione del credito dagli accordi di Basilea 2, tramite concessione di garanzie e abbattimento di parte degli interessi pagati al sistema bancario.

 

I costi da sostenere per questo progetto sono minimi e di gran lunga inferiori ad una delle normali azioni di promozione commerciale (pubblicità grafica, radiofonica, televisiva) che normalmente un’azienda sostiene. I risultati, se il progetto viene attuato correttamente, potrebbero essere di notevole portata.

 

 

SCHEMA DI FUNZIONAMENTO DEL TAU

 

Emissione:

Il TAU verrà emesso dall’associazione delle imprese aderenti, rappresentate dalle loro associazioni di categoria e dagli Enti Locali coinvolti, in percentuale sul fatturato per ogni singolo aderente. La percentuale iniziale di accettazione sarà del 20% su ogni trasazione.

 

il quantitativo di Tau, distribuita alle famiglie del territorio  e tra i negozianti. In questo caso si potranno raggiungere tutti gli abitanti del comune ed invogliare coloro che di solito fanno la spesa nella grande distribuzione o in altri paesi, di acquistare nei negozi del circuito.

 

I negozianti metteranno in circolazione i TAU ricevuti ad ogni transazione effettuata con soli euro: una spesa di 50 euro il negoziante incassa 50 euro e offre un “resto” di 10 TAU al cliente che potrà spenderli la volta successiva con il limite del 20% della nuova vendita.

Questo schema si ripeterà ogni qualvolta un cliente pagherà solo con euro.

Nel caso in cui il cliente abbia già i TAU (ricevuti o dall’associazione o dal negoziante), invece di 50 euro pagherà 40 euro in euro e 10 TAU.

In questo caso il negoziante batterà uno scontrino di 50 euro con 10 di abbuono.

 

Il negoziante pagherà le tasse e le imposte ovviamente solo sugli euro effettivamente incassati.

 

Negozianti e clienti in possesso di TAU possono spendere indistintamente nel circuito.

 

Poiché la spesa di TAU è legata ad una spesa in euro non ci sono possibilità di inflazionare il territorio, ma non per questo vanno abbandonate le necessarie accortezze sull’emissione.

Il negoziante in  possesso di molti TAU vorrà dire che ha avuto anche un proporzionale incremento di euro e comunque non avrà mai superato il rapporto di 20TAU contro 80Euro. L’importante è che si faccia un’opera di informazione per cui per i negozianti diventi automatico dare e ricevere TAU e per i clienti diventi un’abitudine portare TAU in tasca.

 IPOTESI DA VERIFICARE

L’Ente Locale-i potrà decidere di premiare i negozianti che aderiscono di poter pagare anche parte delle imposte comunali in TAU (in una percentuale da valutare) o agevolare le nuove e vecchie attività con sconti per un determinato periodo su alcuni tributi.

La stessa cosa potranno fare anche le aziende, previo accordo con gli organi sindacali, con i loro dipendenti a cui potranno dare una parte dello stipendio o aumentarlo con una percentuale di TAU. Adottando questi strumenti il circuito avrà un enorme impatto sull’economia locale.

 

Vantaggi per gli associati 

 Ø     Gli associati sono uniti da un’elemento neutrale, il buono locale TAU,  che coinvolge gli aderenti per comunione di interessi. Il meccanismo di unione si autoalimenta senza intervento esterno.

 

Ø     Se il progetto si avvale del patrocinio del Comune, questo lo fa essere ben più importante di un’iniziativa commerciale e può assumere connotati di enorme interesse, anche mediatico; 

 

Ø     L’unione REALE degli associati porta ad una azione sinergica del gruppo. L’esempio del Mercatale di Montevarchi (AR) è lampante. Grazie al Comune si sono uniti più di 50 produttori agricoli allestendo un unico mercato con vendita diretta : il Mercatale. Si sono accorti velocemente quanto fosse stata importante questa unione per realizzare un’offerta di prodotti più ampia possibile a prezzi concorrenziali riportando la gente a comprare in piazza ciò che acquistavano nella grande distribuzione. Nell’ipotesi di Altopascio la rete commerciale c’è già e il TAU è l’elemento catalizzante.

 

Ø     I costi di realizzazione del circuito TAU, per l’associato, sono minimi, anche in relazione al potenziale di successo del progetto. Ogni altra forma di promozione ha costi molto maggiori per la sua realizzazione = rischio contenuto.

 

Ø     Il TAU mette in relazione diretta gli aderenti che faranno acquisti reciproci alimentando il meccanismo, creando quella compattezza e identità che deve avere una realtà economico-sociale locale = maggior volume di affari.

 

Ø     La clientela abituale di ogni aderente sarà incentivata a rimanere nel circuito ottenendo una  fidelizzazione ancora maggiore. Di fatto ogni commerciante invoglia la sua clientela abituale a fare acquisti anche dagli altri commercianti che accettano il TAU attuando così un interscambio che genera un maggior volume di affari.

 

Ø     Consegnando il TAU direttamente ai nuclei familiari si da un forte incentivo alla migrazione di clientela dalla Grande Distribuzione verso il circuito TAU. Chi abitualmente rivolge i suoi acquisti verso l’esterno ha un motivo REALE anche solo di provare il circuito = maggior volume di affari.

 

Ø     Possibilità di aumentare la % di TAU accettati in particolari momenti come ulteriore promozione commerciale senza sostenere nessun costo aggiuntivo = maggior rotazione di magazzino e minor incidenza delle rimanenze invendute.

 

Ø     Il TAU è il volantino di se stesso. Nessuna promozione commerciale, permanente tutto l’anno, sta nelle tasche della gente, quindi visto,toccato e MEMORIZZATO ad ogni apertura del portafoglio. La circolazione permanente porterà il TAU ad essere qualcosa di familiare in un certo arco di tempo, e quindi all’uso abitudinario.

 

Ø     Nella Grande Distribuzione solo alcuni articoli, a rotazione studiata ad hoc, sono in offerta. Il TAU è una promozione PERMANENTE su TUTTA la gamma dei prodotti del circuito offrendo una facilità unica nel suo utilizzo.

 

Ø     Si possono formare gruppi di acquisto per categorie omogenee  che “impongono” l’uso del TAU agli eventuali fornitori di zona ampliando il circuito in maniera verticale con risultati eccellenti. Avrebbero comunque riduzione di costi effettuando acquisti cumulativi. 

 

Ø     Può essere studiato un’eventuale sito web dedicato con vetrina e servizi, come avviene ad es. per le monete locali tedesche o americane (es. http://www.chiemgauer.info/ - http://www.volmetaler.org/  ) oppure stampato un giornalino del TAU con la lista degli aderenti, offerte, vetrina degli associati e articoli culturali per la promozione del territorio.

 

Ø     Si possono sviluppare e organizzare servizi comuni offerti dal circuito TAU come, ad esempio, la consegna di merci/spesa al domicilio del cliente  tramite la creazione del trasporto comune TAU (pagabile in TAU con risparmio ) oppure gruppi di acquisto divisi per categoria per ottimizzare gli acquisti dei commercianti aderenti ed avere migliori condizioni e prezzi. Se poi si coinvolgesse anche la struttura dei fornitori ad accettare in percentuale anche il Tau il successo di tutta l’operazione sarebbe assicurato e sarebbero importanti le ricadute positive sul territorio.

 

Ø     Si possono organizzare eventi ed occasioni con premi in TAU (in Germania organizzano tombola e gioco del lotto in prodotti e moneta locale )

 

Ø     In definitiva lo strumento del buono di scambio locale ha una duttilità e una possibilità di applicazione e sviluppo radiante unici. Permea l’attività economica insieme all’Euro, accompagnandolo nelle tasche di chi la utilizza. Quando il circuito è a regime, esserne fuori può essere un punto a sfavore dei non aderenti.

 

 I risvolti sociali sono altrettanto importanti e direttamente connessi con quelli economici ; l’integrazione socio - culturale con gli immigrati passa, ad esempio, con il dotarli di potere d’acquisto da spendere nei negozi, facendoli migrare dalla grande distribuzione. Interesse commerciale e utilità sociale vanno a braccetto, come dovrebbe essere, senza disumanizzare l’economia.

 

ALLEGATO 1

 

Dal rapporto ISTAT del 2005 rileviamo che la spesa media per famiglia nel 2005 nel centro Italia è stata di 2478 euro

 Di queste il 25% circa  (620 euro) sono spese che si riversano nei negozi, di cui 470 sono per spese alimentari e 150 ripartite tra le altre categorie merceologiche.

 Sempre secondo l’Istat i consumi familiari nel corso del 2006 sono diminuiti del 3% rispetto all’anno precedente e se incrociamo questi dati con i dati riportati nel bollettino di marzo della CCIAA di Lucca sull’andamento trimestrale delle vendite nella provincia si vede che nonostante la diminuzione su scala nazionale dei consumi, la grande distribuzione ha guadagnato ancora terreno tutto a discapito della piccola distribuzione, in particolare del comparto alimentare

 Sempre da questo bollettino risulta evidente anche che c’è un aumento dei fallimenti nella provincia di Lucca con un trend di crescita che denota un deterioramento progressivo, non sporadico, dell’economia locale.

Dall’ultimo censimento risulta che il comune di Altopascio ha 5.130 nuclei familiari per un totale di 13.300 persone.

Se la campagna per l’uso del TAU riuscisse a portare anche solo un 10% di queste famiglie a fare la spesa in maniera continuativa nella piccola distribuzione avremmo un incremento del giro di affari di quasi 4 milioni di euro.