Pecorelli e la "strategia della tensione" secondo i servizi segreti francesi. Una interpretazione
di H.S. - 11/07/2007
Il KGB mangia la foglia e comincia il compromesso
Lo SDECE giunge fino a quantificare gli attentati politici compiuti nel nostro paese dal '60 ad oggi. Il 70% degli attentati sarebbero stati compiuti dalle centrali trotzkiste ispirate dal T.T. di Bruxelles e da quei gruppi di destra mossi dal MOSSAD attraverso apparati degli Interni. Il restante 30% va attribuito a emanazioni del KGB che, compreso il disegno di americani e israeliani, ha cercato di esasperarlo per trarne giovamento smascherando (beninteso, solo in parte) fini e mandanti tramite Lotta Continua (Vedere per esempio Strage di Stato).
In questa parte Pecorelli illustra il quadro generale degli attentati compiuti dagli anni 60 in Italia secondo i servizi segreti francesi. In Questo caso occorre precisare che è un'operazione assai discutibile quantificare gli atti di terrorismo in Italia per attribuirgli una matrice internazionale , perché il modus operandi dei servizi segreti di qualsivoglia tipo è troppo indiretto per poter risalire in maniera certa alle responsabilità. Vi sono certo più passaggi fra i reali mandanti e gli esecutori. Poi è discutibile che si voglia appioppare ad ogni atto di terrorismo un'etichetta meramente internazionale, perché, sicuramente, è sempre esistito un terrorismo puramente endogeno. In ogni caso secondo Pecorelli (e, probabilmente, lo SDECE), la CIA e il MOSSAD, quindi gli americani e gli israeliani, sarebbero responsabili della maggioranza degli attentati compiuti in Italia.
Correttamente, poi, Pecorelli rivela come i sovietici del KGB tentassero di smascherare le trame golpiste nel nostro paese. La preoccupazione, infatti, era montata dopo il colpo di stato dei colonnelli greci del 1967 che aveva messo fuori legge il partito comunista e, in genere, i partiti di sinistra. Sempre nello stesso anno e, precisamente a pochi giorni dal colpo di stato greco, i giornalisti Scalfari e Iannuzzi rivelavano, con un autentico scoop, il piano SOLO del generale dei carabinieri De Lorenzo, un piano golpista che sarebbe dovuto scattare nell'estate del 1964. Anni dopo Iannuzzi avrebbe confessato che le informazioni erano state passate dal KGB. Evidentemente le preoccupazioni dei sovietici erano autentiche e si intendeva mettere in guardia coloro che rigettavano qualsiasi tentativo di colpo di stato militare o fascista. E' certo che il KGB fu una miniera di informazioni che girò, naturalmente, la PCI ma anche a gruppi dell'estrema sinistra come Lotta Continua. Il pamphlet Strage di Stato non sarebbe stato possibile senza informazioni passate da qualcuno bene addentro ai giochi di potere dei servizi segreti. Naturalmente l'interesse sovietico non era tanto quello di difendere la fragile democrazia italiana, quanto quello di proteggere i suoi interessi in Italia che, in parte, erano difesi dal PCI e un colpo di stato avrebbe certo messo fuori legge i comunisti. Pecorelli, poi, avverte : il KGB non è riuscito a smascherare tutte le infiltrazioni e noi possiamo pensare che, mentre individuare gli infiltrati di estrema destra nell’estrema sinistra fosse stato relativamente facile, altro discorso andrebbe fatto per le manipolazioni più sofisticate attuate con le centrali tipo T.T. e Hyperion. E' possibile poi che i paventati colpi di stato – che, ricordiamolo, erano realmente temuti dal PCI e dalle sinistre , fossero, in realtà, semplicemente dei colpetti stabilizzatori, all'italiana che, pur mantenendo in tensione e ricattando le sinistre , servissero anche a liquidare le vecchie destre ormai divenute impopolari. In questo quadro è possibile che i sovietici, al momento di ritenere superato il pericolo di un colpo di stato, avessero giocato esasperando il pericolo o, meglio, la sua percezione. Una cosa è certa : la liquidazione definitiva del fascismo in Europa era ormai, a metà degli anni Settanta, un obiettivo che accomunava la fazione più forte dei servizi segreti americani e NATO, il KGB e il MOSSAD. Per ciò che riguarda il coinvolgimento del KGB nel terrorismo italiano, la questione è controversa. Sicuramente i sovietici, con il supporto dei cecoslovacchi, fin dalla fine degli anni Sessanta, supportarono con addestramento e contatti Feltrinelli, i GAP e la BR. Allo stesso tempo curarono l'addestramento di alcuni militanti del PCI. L'obiettivo era certo quello di creare una sorta di resistenza contro i tentativi golpisti. Tuttavia l'atteggiamento del KGB, come quello del PCI , era doppio, perché al di là della considerazione dei gruppi o gruppuscoli della lotta armata come strumenti nel senso spiegato, c'era una diffidenza verso organizzazioni e uomini che, magari, poi accusavano l'URSS di "socialimperialismo". Le fazioni "ereticali" come i maoisti ( e i cinesi erano storici nemici dell'URSS), i trotzkisti e gli anarcosituazionisti attaccavano spesso duramente l'imperialismo sovietico. Esagerando i sovietici pensavano che il Sessantotto fosse una gigantesca congiura della CIA, ma non avevano tutti i torti pensando alle centrali filoamericane e filoNATO che manipolavano i gruppi dell'ultrasinistra europea. In conclusioni l'apporto dei sovietici alla lotta armata ci fu, ma tutto sommato in entità modesta, infatti anche Secchia , il comunista stalinista che più guardava con simpatia alla violenza di certi gruppi dell'ultrasinistra, accusò i sovietici di non fare abbastanza. La linea sovietica era quella di privilegiare il rapporto con il PCI che non aveva simpatie per la lotta armata e favorire all'interno la fazione più filosovietica. Se il "contributo" sovietico fu modesto, posiamo, invece, dedurre legittimamente che quello americano, inglese e NATO alla "strategia della tensione" fu in invece essenziale. Anzi è all'interno di questa sfera che la "strategia della tensione" viene concepita e con fratture e nuove dinamiche si sviluppa nel corso di un decennio.
Proseguiamo…
Ma arrivano i nostri e comincia la terza fase
Ora questa "strategia della tensione" dei servizi segreti delle grandi potenza sarebbe entrata in una nuova fase. Negli anni Sessanta è servita a stabilizzare il centro – sinistra secondo il volere delle multinazionali, colpendo prima l'estrema sinistra poi la destra, per impedire che potessero prevalere ad ogni livello tendenze antiebraiche. Poi (svolta del 1972) ha cercato di creare un'intesa democratica tra DC e PCI , nell'illusione di sottrarre il PCI all'area sovietica per imporlo come partito d'ordine contro i gruppi estremisti. Lo scopo di questa fase iniziata nel gennaio '73 e conclusa nel '76, è stato quello di creare un'area più vasta a disposizione del trotzkismo, che sarà di qui in avanti usata come arma di ricatto e di intimidazione nei confronti del PCI stesso.
Mi sia permesso affermare che questa è la parte più debole e meno convincente dell'articolo che tradisce l'estrazione politica e culturale dello scrivente. Con buona probabilità l'articolo è il frutto sia di informazioni provenienti dai servizi segreti francesi che da quei settori dei nostri servizi segreti destrorsi e legati a Miceli. Punto primo : non risulta che la "strategia della tensione" fosse servita a stabilizzare il centrosinistra – quindi l'intesa fra DC e PSI – secondo il volere delle multinazionali (leggi la grande finanza e la grande industria che si raccoglieranno nella cosiddetta Trilateral). E' vero, invece, che la svolta del centrosinistra venne osteggiata dalle forze retrive agrarie e industriali del nostro paese e che, molto probabilmente, Moro si mise d'accordo con il generale De Lorenzo, che avrebbe dovuto attuare un golpe appoggiato da quelle forze, per ricattare con la minaccia di golpe i socialisti e moderare le loro pretese sul programma. D'altronde lo stesso Nenni, leader della corrente autonomista, parlò di "tintinnio di sciabole". Inoltre , prima che venisse assassinato, il Presidente USA Kennedy aveva dato il via libera all'operazione del centrosinistra, ma non avrebbe certo mai accettato un governo dal programma troppo "statalista". Per stabilizzare il centrosinistra non ci fu alcuna "strategia della tensione" , ma, appunto, un ricatto attuato con ogni probabilità, da uomini della DC e il fatto di non essere andato fino in fondo, di non aver fatto il golpe, ha costituito per il generale De Lorenzo l'inizio di una serie di attacchi da parte di altri settori istituzionali. Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Aloia commissionò ai giornalisti neofascisti Rauti e Giannettini – che, ricordiamo, era un collaboratore del SID – un pamphlet che attaccava esplicitamente De Lorenzo accusandolo di "comunismo" dal titolo "Le mani rosse sulle forze armate". Ricordiamo che fu proprio lo Stato Maggiore dell'Esercito a finanziare il noto e citato convegno all'Hotel Parco dei Principi in cui, guarda caso, hanno partecipato sia Rauti che Giannettini. E' l'inizio della "strategia della tensione" che, come abbiamo visto, si richiamava ai principi della "guerra non ortodossa" dettati da uomini dell'OAS. E' certo che costoro non erano sostenitori del centrosinistra anche in forma moderata che, anzi, consideravano una resa e un passo verso lo "sdoganamento" del PCI. I settori politici, economici , militari nazionali e internazionali che si raccolgono intorno alla "strategia della tensione" sono fieri e violenti avversari delle sinistre in blocco, viste come "comuniste" e parte di un complotto mondiale. Non è vero, quindi, che "la strategia della tensione" viene ideata per stabilizzare il centrosinistra e poi per promuovere l'intesa fra DC e PCI, ma nasce con intenti chiaramente opposti. Anche il generale De Lorenzo dirà che i suoi guai erano iniziati perché aveva rifiutato di aderire a tale strategia. Il blocco che si raccoglie intorno alla "strategia della tensione" è orgogliosamente anticomunista, teorizza l'alleanza con le fazioni della destra più estrema perché ritenuta la più avversa ai comunisti , e, quindi, vede fianco a fianco destrorsi e neofascisti, pacciardiani gaullisti e anticomunisti presenti trasversalmente nei vari partiti di "centro" (vedi il socialdemocratico Lombardo). Il tentativo di stabilizzazione di Moro, invece, fallirà perché il programma del centrosinistra è troppo moderato per accontentare le sinistre e accantona il viscerale anticomunismo delle destre. Punto secondo : secondo Pecorelli la destra viene liquidata – e abbiamo visto come – per le sue diffuse tendenze antiebraiche. Ciò, quindi, avrebbe contrastato con la volontà della finanza ebraica e con le diffuse tendenze sioniste nell'occidente. Questo è vero solo in parte… Innanzitutto non si capisce perché le multinazionali e la grande finanza ebraica o dalle tendenze sioniste avrebbe dovuto affidarsi al PSI e al PCI anziché, per dire all'MSI. Era noto come i due più grandi partiti di sinistra avessero rapporti con l'OLP palestinese e esponenti del mondo arabo. In realtà entrano altri ordini di motivazioni , in primis il fatto che la vecchia destra nazionalista e neofascista fosse ormai obsoleta e perciò non serviva più ; era sostanzialmente impopolare che dimostrò il golpe dei colonnelli greci a dimostrazione che, in Europa, nell'Europa democratica e occidentale il fascismo era omai anacronistico e condannato e poi anche il fatto che lo "statalismo" della vecchia destra poco o nulla si adattava al neoliberismo della Trilateral o all'anarcocapitaismo alla Nozick che cominciavano a prendere piede e si affermeranno negli anni Ottanta con Reagan e la Tatcher. Poi certo c'è anche il discorso di Israele, il sionismo e gli ebrei, ma non credo sia il principale. Per queste ragioni gli alleati hanno scaricato le destre tradizionali e, o hanno cominciato a guardare con simpatia alla corrente autonomista del PSI e a cooptare elementi dalla Nuova Sinistra ; o hanno ripreso il vecchio discorso gaullista e presidenzialista come Sogno e Pacciardi. Nel giro di poco tempo, come abbiamo visto, le destre perdono i loro punti di riferimento internazionali (i regimi spagnolo, portoghese e greco), l'Aginter Press viene liquidata e anche fra gli USA e la NATO le cose cambiano anche in seguito allo scandalo Watergate che colpì l'amministrazione Nixon.
Nel 1973 in un articolo a Rinascita il segretario del PCI Berlinguer, analizzando il golpe cileno, rigettando l'idea di unione delle sinistre per timore di tentativi di colpo di stato, propugna un'unione delle forze democratiche. E'un chiaro invito alla DC… Moro che aveva parlato nel 1968 di "strategia dell'attenzione" nei confronti del PCI e che, per i fallimenti del centrosinistra, era stato emarginato nella DC, riprende quota. Andreotti stesso, passò dagli ammiccamenti alla destra, all'intesa con il PLI e poi con il PSI fino ad avvicinarsi ai comunisti aderendo sostanzialmente alla politica morotea.
Abbiamo visto come la posizione nei confronti della vecchia destra fosse stata un motivo di frattura della Nuova Destra sempre più postmoderna, neoliberista e neoconservatrice. Ora la mutata politica del PCI sempre più distaccato dall'URSS e moderatamente "atlantista" produce nuove fratture , stavolta all'interno della Nuova Destra, fra trilateralisti e massoni.
In effetti settori, soprattutto della politica e dell'economia italiana, cominciano a guardare con interesse al PCI. Non si tratta di appoggiare una svolta di governo a partecipazione comunista, ma valutare quanto, ai loro occhi, potesse essere utile un PCI "democratico" almeno nei tempi brevi, in periodo di crisi economica e di terrorismo. Un PCI "keynesiano" poteva essere utile a moderare le pretese salariali degli operai dato il rapporto privilegiato con la CGIL. Inoltre poteva proporsi come partito d'ordine nelle fabbriche contro il brigatismo e i sovversivi. In questo senso è significativo il voltafaccia della FIAT e degli Agnelli. Solo poco tempo prima avevano finanziato l'MSI e il PSDI saragattiano e anticomunista, avevano appoggiato il tentativo "presidenzialista" di Sogno e Pacciardi e avevano fatto schedare gli operai comunisti dal duo Sogno – Cavallo. La FIAT, quindi, trova delle convenienze nel nuovo corso con il, PCI : anche l'allargare i rapporti finanziari ed economici con URSS e Libia potrebbe portare vantaggi di carattere economico e finanziario. Lo sdoganamento di parte della grande industria italiana nei confronti del PCI è sancito dalla benedizione del repubblicano La Malfa, cioè leader di uno dei partiti che rappresenta grande industria e finanza. L'altro, il PLI, rimane fieramente anticomunista. Della DC si è detto : c'è bisogno della nuova intesa, perché, con la sconfitta la referendum sul divorzio e gli scandali petroli, la credibilità va a scemarsi e c'è bisogno di un accordo con il partito – allora – più autorevole.
La questione , però, è più complessa da come la presenta Pecorelli . vasti settori economici, finanziari, delle multinazionali, dei servizi segreti , massoneria, militari e politici con agganci nella NATO, in parte della Trilateral e del CSIS si oppongono all'intesa fra DC e PCI (e PRI).
In essi è sotteso il discorso anticomunista già in voga fra gli strateghi della tensione degli anni Sessanta. Schematicamente possiamo affermare che tale opposizione si raccoglie intorno alla P2 di Gelli, sorta di partito occulto, già punto di riferimento dell'avversione al "cattocomunismo". Dalla metà degli anni Settanta, in coincidenza con il compromesso storico, la P2 raggiunge il culmine del suo potere grazie ad un vasto reclutamento fra elementi anticomunisti : vertici dell'Esercito, servizi segreti e forze di sicurezza, Sindona e i suoi contatti nella mafia siciliana e italoamericana, Sogno e la sua accolita di ex partigiani "bianchi" e anticomunisti, il democristiano De Carolis e gli aderenti alla Maggioranza Silenziosa, residui della vecchia destra come l'ex direttore del SID Miceli e poi parlamentari, ministri, politici dall'MSI al PSI, diplomatici, banchieri, finanzieri, imprenditori, giornalisti , ecc… Da indagare sono invece i rapporti americani di Gelli : elementi dei servizi segreti americani (CIA, DIA, FBI), il CSIS, kissingeriani , neoconservatori, l'ala di destra della neoliberista Trilateral di Rockfeller, la famiglia Bush, i falchi repubblicani, ma, probabilmente pure democratici. La sensazione è che si tratti del milieu da cui scaturiranno le amministrazioni USA di Reagan e Bush senior (ma anche junior a quanto è dato sapere). La strategia è più sottile non solo di un Borghese ma anche di un Sogno o Pacciardi. Non più colpi o colpetti di stato , ma penetrazione nelle istituzioni e nei partiti per mutarli radicalmente. Scelta e selezione degli uomini politici, bipartitismo all'angloamericana , riduzione del ruolo dei sindacati, controllo dell'esecutivo sulla Magistratura, mano libera alle forze dell'ordine (tipo tolleranza zero), emarginazione delle ali politiche estreme e del PCI, controllo dei mass media, revisione della costituzione, ecc… E' il cosiddetto Piano di Rinascita Democratica, sorta di programma della Nuova Destra italiana per un "rinnovamento" del paese. Allora in anticipo sui tempi, oggi pare un programma apprezzato non solo nel centrodestra , ma anche fra alcuni esponenti del centrosinistra. Accanto al Piano di Rinascita viene rinnovata la "strategia della tensione" : mentre la "nera" Aginter Press viene liquidata, viene fondata la "rossa" Hyperion con il probabile scopo di controllare e manipolare i gruppi armati europei marxisti leninisti e autonomisti. La finta scuola viene fondata da esponenti del Superclan , un'ala scissionista delle italiane BR. Diversi elementi inducono a credere che l'Hyperion avesse rapporti con i Comitati di Resistenza Democratica di Sogno e, in special modo, con gli ex comunisti estremisti Cavallo e Dotti, con l'USIS, istituto dell'ambasciata americana e che fosse finanziato dalla fondazione Rockfeller (Trilateral). E ‘probabile che fosse l'anello di congiunzione fra la STAY BEHIND e la lotta armata di estrema sinistra. Pecorelli, come abbiamo visto, non ne fa mai menzione, ma ciò non dovrebbe stupire vista la fonte, lo SDECE : è difficile pensare che la scuola di lingue parigina non avesse il beneplacito dei servizi segreti francesi. Dunque accanto ai trotzkisti e ai situazionisti della T.T., gli "stalinisti atlantici" dell'Hyperion. In coincidenza con la fondazione della scuola di lingue, Moretti, già aderente al Superclan, attua la svolta più propriamente terrorista e militarista delle BR. Moretti viaggiava spesso a Parigi, e sicuramente si incontrava con i vecchi "compagni". Accanto a questa svolta è da segnalare quell'autentico magma giovanile che, nel senso tradizionale , non era né di destra né di sinistra, chiamato "movimento del Settantasette", un miscuglio un po' confuso di egualitarismo, anarchismo ed edonismo. Accanto all'ala creativa, sorta dalle ceneri della sinistra extraparlamentare, c'era la cosiddetta Autonomia, area d'estrema sinistra ma ideologicamente ambigua e violenta che egemonizzerà il movimento portandolo alla deriva. Sono gli anni di Piombo, del terrorismo e delle pistole nei cortei. Ma perché sarebbe stato dato il via libera a questa violenza "rossa" ? Innanzitutto perché sia le nuove BR che l'Autonomia erano violentemente ostili ala PCI che, per il suo riformismo, veniva visto come uno dei principali nemici, poi perché la sussistenza di un terrorismo "rosso" contribuiva a screditare anche il PCI. Insomma uno stillicidio che contribuisce a destabilizzare l'intesa DC – PCI. Ancora da investigare sono le probabili presenze di infiltrati americani (CIA, DIA e forze speciali). In ogni caso tutto ciò porterà all'eliminazione di Moro, il maggior interlocutore del PCI, inviso a settori della Nuova Destra americana, inglese, israeliana e italiana. Ed è forse questa la vera autentica conclusione della "strategia della tensione".
Un'ultima osservazione : Pecorelli parla di un utilizzo dell'area trotzkista che il carattere di partito d'ordine del PCI ha ampliato, per ricattare il PCI stesso. E' un ragionamento troppo sottile, riguardando soggetti che vedevano nei "trotzkisti" o c, comunque, nei gruppi di estrema sinistra, i principali nemici e, quindi, avevano tutto l'interesse a che il PCI assolvesse a questa funzione di partito d'ordine senza essere indebolito, almeno nella fase di maggior crisi.
Contromossa : con il PCI al governo ci sarà exodus ?
E il KGB ? Farebbe affidamento su uomini di provata obbedienza moscovita pronti a uscir allo scoperto appena il PCI sarà entrato nella compagine governativa. Intanto i sovietici si stanno premunendo, infiltrando loro elementi nelle varie organizzazioni trotzkiste. La posta in gioco è il potere politico ed economico del bacino mediterraneo : l'Italia è il banco di prova di questa guerra assurda, ossessiva come un incubo, che si sviluppa invisibile per provocare paura e sconforto nel mondo civile. Una guerra all'ultimo sangue che pone in gioco i destini di coloro che la provocano e di coloro che la subiscono.
Poche parole per trattare queste ultime righe in cui, implicitamente e non direttamente , Pecorelli ammette che la "strategia della tensione" ha una matrice occidentale, atlantista e, al limite, israeliana. Perché ? Secondo il giornalista (e i servizi segreti francesi) lo scopo dell'URSS e, quindi, del KGB è quella di assecondare la svolta del compromesso storico che porterebbe il PCI nella compagine governativa. Si tratterebbe, quindi, di favorire la linea berlingueriana in un primo tempo per poi liquidare il segretario del PCI appoggiando l'ala filosovietica e cossuttiana del partito, una volta diventato partito di governo. Che Berlinguer mirasse da tempo allo "strappo" con Mosca è risaputo e, qualche anno prima, fu oggetto di un attentato nella forma di incidente simulato ad opera dei servizi segreti bulgari probabilmente su mandato del Cremlino. Questa strategia, è ovvio , comporta un bisogno di stabilità nella penisola italiana e, quindi, contrasta con la"strategia della tensione" che mira all'indebolimento del PCI nel suo complesso. Infatti Pecorelli ammette che l'infiltrazione di agenti del KGB nelle formazioni trotzkiste (evidentemente quelle filoamericane e/o filoisraeliane) nella forma di "controinfiltrazione", cioè per impedire che venissero utilizzate per i fini destabilizzanti di cui si è detto. Alla luce di quel che è successo in seguito non si può dire che i sovietici avessero avuto successo, ma forse erano ancora troppo presi dai problemi di stabilità interni al Patto di Varsavia. Ricordiamo che proprio in quegli anni si formeranno delle opposizioni organizzate e forti in Polonia e in Cecoslovacchia.
Il 16 marzo del 1978 verrà rapito dalle BR un certo Aldo Moro ed è forse con il suo assassinio che si concluderà la "strategia della tensione".
PER UN'INTERPRETAZIONE SULLA STRATEGIA DELLA TENSIONE
In definitiva l'articolo di Pecorelli, vista la o le fonti e l'estrazione politico culturale dello scrivente, non è sempre convincente, ma, in definitiva , molto interessante e, sulla base delle informazioni già raccolte , consente di dare un ‘interpretazione dei fatti della "strategia della tensione" che, come teli, costituiscono delle ipotesi che dovranno essere costantemente verificate. Dato l'argomento, la sintesi riguarda appunto le matrici americana ed atlantica e la parallela "propaggine" israeliana, mentre esclude l'azione dei sovietici data la trattazione.
Prodromi (la prima metà degli anni sessanta)
Con la svolta di Nenni (PSI) apertamente atlantista, o comunque, di autonomia al PCI, la maggioranza della DC, in primis nella persona di Moro cercano un accordo di governo con i socialisti. L'intento è quello di dividere le forze di sinistra, ma le forze reazionarie politiche e sociali del paese non accettano l'operazione del centrosinistra. IL tentativo di Tambroni, destra DC, fallisce, ma anche il Piano SOLO del generale De Lorenzo. Quest'ultimo, nato come un progetto di golpe appoggiato da industriali ed agrari che paventavano una svolta di "sinistra" , viene con abilità trasformato da Moro e da altri democristiani favorevoli al centrosinistra in un "ricatto" voluto per moderare le pretese socialiste. E' probabilmente una condizione dettata dall'amministrazione Kennedy e poi da quella di Johnson, perché gli americani difficilmente avrebbero accettato governi dalle venature "marxisteggianti". Nenni e i socialisti cedono e il programma del centrosinistra viene di molto annacquato (l'unica nazionalizzazione accettata è quella dell'industria elettrica).
Prima fase (la seconda metà degli anni sessanta)
Tuttavia settori nazionali dell'economia, della finanza, della politica e militari non accettano la svolta del centrosinistra. Le forze di destra vedono in essa un cedimento verso la sinistra che porterà inevitabilmente i comunisti al potere. All'Hotel Parco dei Principi a Roma un convegno organizzato dallo Stato Maggiore dell'Esercito e dai servizi segreti militari teorizza apertamente l'uso del terrorismo indiscriminato o selettivo per arginare il pericolo del comunismo visto come una grande congiura internazionale. Al convegno vi partecipano esperti militari , esponenti del neofascismo, gaullisti pacciardiani e anticomunisti dei partiti di area governativa. Il modello è quello della "guerra non ortodossa" proposto dai militanti dell'OAS, l'organizzazione terroristica di estrema destra francese contraria all'indipendenza algerina. Il tutto sembra inquadrarsi in una logica internazionale : sono di quegli anni l'operazione CHAOS della CIA, l'operazione COINTELPRO dell'FBI, la direttiva Westmoreland e il Field Manual 30 – 31 B delle forze speciali militari americane. I servizi segreti americani, anche con la collaborazione dei servizi segreti di area NATO, si impegnano ad infiltrare l'estrema sinistra a scopo di provocazione per screditarla e per colpire la sinistra in generale. Naturalmente in Italia c'è la fattiva collaborazione di settori del SID e dell'Ufficio Affari Riservati. Strumento essenziale della "strategia della tensione" è, con ogni probabilità, la centrale "nera" Aginter Press fondata da ex militanti dell'OAS a Lisbona, capitale di un paese allora retto da un regime fascista. Su tale centrale terroristica vige il segreto NATO e non può essere un caso, inoltre l'Aginter Press sembra anche lo strumento per orientare l'estrema destra internazionale in senso filoisraeliano. Insomma la "strategia della tensione" pare, a livello internazionale, mossa da una sorta di asse anticomunista anglo – americano –"israeliano". La strategia dà i suoi risultati in Grecia con il golpe militare del 1967. Il Sessantotto potrebbe costituire un serbatoio di provocazione da cui infiltrare elementi con il compito di alimentare caos e violenza. Come in Italia in cui l'estrema sinistra viene infiltrata da provocatori professionali e militanti di estrema destra di Ordine Nuovo e di Avanguardia Nazionale. Il "nazimaoismo" è indicativo di questa confusione. Alla "strategia della tensione" si oppone la "strategia dell'attenzione" di Moro che avvia gli approcci al PCI. La formula del centrosinistra si sta rivelando fallimentare proprio perché il programma era stato "annacquato". Comunque lo scopo che Moro si prefigge è simile a quello perseguito nei confronti dei socialisti.
Nel 1969 viene scatenata una campagna di attentati attribuiti agli anarchici ma in realtà ad opera di neofascisti legati ad Ordine Nuovo. Il culmine viene raggiunto con le bombe a Roma e Milano del 12 dicembre. A Milano In piazza Fontana alla Banca dell'Agricoltura si verifica una strage. L'esplosivo utilizzato potrebbe essere militare, provenienza NATO , fornita da agenti della DIA, il servizio segreto del Pentagono. Non si conosce il ruolo di forze speciali americane o esponenti di gruppi paramilitari tipo GLADIO nella campagna terroristica, ma è da presumere un serio coinvolgimento. L'obiettivo è uno spostamento a destra del quadro politico dopo l'Autunno caldo operaio e l'avanzamento dei comunisti alle politiche dell'anno prima. Si cominciano però a manifestare fratture e divergenze : oltre a coloro che guardano con simpatia ai colonnelli grec