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Home / Articoli / Il ministro francese Boutin: forse c’è Bush dietro l’11 settembre

Il ministro francese Boutin: forse c’è Bush dietro l’11 settembre

di Massimo Ciullo - 12/07/2007

Lopinione espressa

sugli attentati alle

Torri Gemelle

dell’11 settembre, in un’intervista

rilasciata da Christine

Boutin, esponente del nuovo

Esecutivo francese di Francois

Fillon, rischia di creare serio

imbarazzo tra Parigi e Washington.

Consigliera di Sarkozy

durante la campagna elettorale,

la Boutin è stata nominata

ministro delle Politiche

urbane e degli alloggi. La

signora, però, in piena campagna

elettorale è stata ospite di

Karl Zero, uno dei personaggi

più noti e irriverenti del piccolo

schermo, conduttore di una

trasmissione diffusa via Internet.

Il momento clou dell’intervista

arriva quando il popolare

conduttore chiede a bruciapelo,

riferendosi alle Twin Towers:

«Pensa che Bush sia dietro

questi attentati?». Il neoministro

sorprende tutti, rispondendo:

«Penso che sia possibile».

Se tale affermazione fosse

giunta da qualche esponente

della sinistra antagonista o

qualche esperto di trame internazionali

che da anni si sforza

di confutare la tesi ufficiale sul

più terribile atto terroristico

compiuto sul suolo statunitense,

probabilmente la questione

sarebbe stata liquidata senza

tanto scalpore. La Boutin,

invece, fa parte di quel raggruppamento

politico che,

almeno sulla carta, avrebbe

dovuto ricucire lo “strappo

atlantico” causato dalle divergenze

in politica internazionale

tra il Presidente statunitense,

George W. Bush, e il suo omologo

transalpino, Jacques Chirac,

accusato a più riprese e

con epiteti irripetibili di bieco

antiamericanismo. Chi pensava

che con l’avvento all’Eliseo di

Nikolas Sarkozy sarebbe iniziata

un’epoca di disgelo nelle

relazioni non proprio idilliache

tra le due sponde dell’Oceano

dovrà ricredersi.

Christine Boutin probabilmente

non avrà meditato la sua

risposta e forse non si aspettava

di occupare un posto istituzionale

nel nuovo Governo

francese. Sta di fatto che la sua

sortita è la prima di un membro

di un Governo occidentale che

stenta a credere alla versione

ufficiale, che individua i mandanti

e gli esecutori dell’11 settembre

in un pugno di terroristi

sauditi legati ad Al Qaeda e

comandati dall’inafferrabile

sceicco Osama Bin Laden. C’è

da precisare che la stessa Boutin

non radica la sua convinzione

su elementi nuovi o forti

indizi. Per la ministra di Parigi

è sufficiente che nell’opinione

pubblica mondiale si sia radicato

il convincimento che nel

caso dell’attacco aereo a New

York e al Pentagono possa esistere

una trama più vasta che

coinvolga anche settori deviati

dell’Amministrazione Bush, su

cui il Presidente statunitense

non poteva non esercitare un

certo controllo. «Il fatto che i

siti che rimettono in causa l’11

settembre siano visitati ogni

giorno da milioni di navigatori

mi spinge a pensare che l’espressione

della massa e del

popolo non possa non basarsi

su un fondo di verità».

Una posizione piuttosto fragile,

soprattutto se cerca di sostenersi

sulle migliaia di documenti o

informazioni che circolano sulla

Rete, da sempre ritenuta una

fonte poco o punto affidabile.

Il numero dei contatti ad Internet

sui siti di vario genere,

compresi quelli di coloro che

credono di aver visto Elvis

Presley e Marylin Monroe passeggiare

mano nella mano, non

può assolutamente costituire

una pezza d’appoggio valida

per dimostrare la veridicità di

un assunto. Cosa che degrada

l’affermazione della stessa

Boutin ad una sorta di boutade.

Diverso sarebbe stato se l’esponente

del Governo Fillon

avesse detto: «Penso che dietro

ci sia Bush, perché ho letto le

inchieste di diversi media indipendenti

». Oppure: «Ho confrontato

le opinioni di alcuni

esperti che mettono in serio

dubbio la possibilità d’implosione

di un edificio, come i

grattacieli di New York, in

seguito all’impatto con un

aereo di linea». O ancora:

«Nonostante abbia guardato e

riguardato il video diffuso dal

Pentagono, non riesco ad individuare

nessuna sagoma di un

Boeing». Queste sì che sarebbero

state affermazioni forti, e

costituiscono il punto di partenza

di quasi tutte le teorie

che nell’11 settembre vedono

un complotto ordito dalla stessa

Amministrazione Bush per

poter dar vita ad una nuova

strategia globale che, in nome

della lotta al terrorismo internazionale,

consentisse agli Stati

Uniti di programmare interventi

in aeree calde del globo,

rilevanti per gli interessi di

Washington.

Come tutti gli episodi oscuri

della storia dell’umanità, anche

gli attentati alle Torri Gemelle

resteranno avvolti da un alone

di mistero che qualche ciarlatano

avrà interesse ad alimentare

ulteriormente, per evitare che

la verità, quella vera, venga a

galla.