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Vertice dei popoli - Dichiarazione di Asunciòn

di Vertice dei popoli - 14/07/2007

Asunción, Paraguay, 29 giugno 2007 - Tribuna Popular (TP)

Ad Asunción, Repubblica del Paraguay, i giorni 28 e 29 di giugno si è tenuto il "Vertice dei popoli del Sud" durante il quale sono stati affrontati gli attuali problemi dei popoli del Sudamerica e si è
lavorato al rafforzamento delle alleanze fra le organizzazioni e movimenti rivoluzionari e sociali. Tribuna Popular, considerando le conclusioni di vitale importanza, pubblica integralmente il documento prodotto denominato "Dichiarazione di Asunciòn".

Dichiarazione di Asunciòn

Vertice dei popoli del Sud

Noi donne e uomini, riuniti ad Asunciòn, Paraguay, i giorni 28 e 29
di giugno del 2007, nel Vertice dei popoli del Sud, con le parole
d'ordine "Costruendo la Sovranità", dall'alleanza delle nostre
organizzazioni e movimenti sociali, rendiamo pubblica la seguente

Dichiarazione:

Riconoscendo i cambiamenti politici che si sono verificati nella
regione, il Vertice dei Popoli del Sud condanna la persistenza del
modello produttivo che le politiche neoliberali hanno attivato nella
regione, con gravi conseguenze per i nostri popoli, perché ha
attaccato la base stessa della nostra sovranità, attraverso lo
sfruttamento umano, l'appropriazione e la mercificazione della
natura, del territorio e della vita stessa.

A dispetto del suo gran potenziale, fino ad ora il MERCOSUR, non ha
risposto alle attese di cambiamento e di avanzamenti sostanziali
nelle condizioni di vita e di lavoro dei nostri popoli. Al contrario,
il modello di sviluppo che ha sostenuto, continua ad aggravare la
degradazione ambientale, approfondendo l'esclusione sociale
all'interno dei paesi e le disuguaglianze tra gli stessi.

Nella cornice di un modello agro-esportatore, l'espansione delle
monocolture sta causando la distruzione massiccia della natura.
L'accelerazione nella produzione di biocombustibili approfondirà le
conseguenze devastatrici, che già si devono patire per l'esportazione
di materie prime destinate al consumo dei paesi industrializzati.

Al contrario, difendiamo la sovranità alimentare, i cui principi
regolano le politiche di autonomia produttiva in base alle necessità
dei popoli, e non sono subordinate alla domanda del mercato mondiale.
È urgente attivare riforme agrarie basate sui principi della
sovranità alimentare e territoriale dei popoli contadini ed indigeni.

Il modello di sviluppo promosso nel nostro continente, come il suo
finanziamento, hanno enormemente contribuito all'espansione della
povertà ed all'accumulazione illegittima del debito dei nostri paesi.
Questo ha portato alle grandi opere infrastrutturali la cui
realizzazione risponde agli interessi delle grandi corporazioni
multinazionali e dei loro alleati nazionali e locali.

Attualmente, questo modello sta dando sostegno all'Iniziativa per
l'Integrazione delle Infrastrutture Regionali del Sudamerica (IIRSA),
un insieme gigantesco di megaprogetti volto a facilitare
l'esportazione di materie prime e risorse naturali della regione.
Quest'iniziativa va in direzione opposta rispetto alle proposte
basate sugli interessi e le priorità delle popolazioni, che includono
veri processi di integrazione continentale fondati sull'equità,
l'inclusione, la diversità, la sovranità locale, la democrazia, la
giustizia sociale, la compatibilità ecologica ed ambientale, la pace.

Il processo di integrazione energetica in corso deve essere
sviluppato a partire dal recupero della sovranità sulle risorse
energetiche della regione. Questo processo deve basarsi sul
potenziamento delle imprese statali di energia, la nazionalizzazione
delle risorse strategiche e l'utilizzo del reddito così ottenuto
nella realizzazione di uno sviluppo sostenibile, attraverso politiche
di redistribuzione del reddito e l'uso di fonti rinnovabili di
energia.

Chiediamo l'urgente rinegoziazione dei Trattati di Itaipu e Yacyreta
e la necessità di un intervento riguardo all'illegittimo debito
paraguaiano, prodotto degli ingiusti termini dei trattati firmati dai
governi dittatoriali di Paraguay, Brasile ed Argentina.

Allo stesso tempo, il neoliberismo ha acuito la perdita di diritti
dei lavoratori e lavoratrici. La disoccupazione, le migrazioni, la
precarizzazione dei rapporti di lavoro, la violazione di diritti dei
lavoratori, le discriminazioni di genere e le disuguaglianze
salariali tra uomini e donne, sono alcune delle realtà che dimostrano
come l'attuale modello di sviluppo non risponda alle istanze sociali
dei nostri popoli.

I processi di integrazione devono assicurare la libera circolazione
di lavoratori e lavoratrici, il recupero ed l'ampliamento dei diritti
e devono contemporaneamente garantire il diritto delle persone a non
emigrare, così come tutti i diritti migranti.

D'altra parte, ci opponiamo all'avanzamento della militarizzazione
della regione che si manifesta principalmente tramite la richiesta di
installazione di basi, la realizzazione di esercitazioni militari,
cosi come la firma di accordi che garantiscono immunità all'esercito
statunitense. Ci allarma anche l'utilizzo di forze militari e
l'apparizione di forze paramilitari per il controllo di aree urbane e
rurali, sotto il pretesto della sicurezza pubblica.

Mettiamo in guardia sull'elaborazione di leggi
denominate "antiterroriste", che vanno nel senso di criminalizzare la
lotta sociale, i movimenti sociali ed i suoi leader. Denunciamo e
respingiamo questi progetti come forme di esercizio del terrorismo di
Stato, posto di fronte alla sua incapacità di dare risposta ai gravi
problemi sociali.

In questo senso, il Vertice dei Popoli del Sud esige l'immediata
liberazione dei 6 cittadini paraguaiani detenuti in Argentina,
vittime di una persecuzione politica e della violazione dei diritti
umani fondamentali, sollecitando il rispetto degli accordi relativi
all'asilo politico. Allo stesso tempo, riaffermiamo la necessità
dell'immediato ritiro da Haiti della missione militare delle Nazioni
Unite (MINUSTAH).

L'integrazione dei popoli implica, per noi, il considerare le
differenze tra gli stessi come un'espressione della diversità
culturale, una sfida affinché attraverso la complementarietà e la
mutua solidarietà si conquistino migliori condizioni di vita per
tutti. La lotta agli squilibri non può esaurirsi in misure
compensatrici e disarticolate, ma deve contribuire a risolvere i
problemi strutturali che ostacolano l'autonomia ed il benessere dei
nostri paesi.

I Fondi strutturali (FOCEN) devono servire per combattere le
disuguaglianze sociali e le asimmetrie tra i paesi, facilitando la
trasparenza ed il controllo sociale nella loro formulazione ed
esecuzione.

Il modello produttivo promosso dalle imprese multinazionali nella
regione, che ha provocato impoverimento e aumento delle
disuguaglianze, approfondisce l'esclusione sociale che, a posteriori,
si pretende di risolvere con politiche compensatrici per gli esclusi.
Esigiamo politiche pubbliche universali che rispondano effettivamente
alle necessità di accesso, per uomini e donne, all'educazione, alla
salute, a servizi pubblici essenziali, al pieno esercizio dei diritti
economici, sociali, politici, culturali ed ambientali.

Mettiamo in guardia circa il crescente discredito che investe la
classe politica, dovuto alla sua manifesta incapacità di dare una
risposta ai gravi ed urgenti problemi delle nostre società, come alle
diverse forme di corruzione ed inefficienza nella gestione pubblica,
il che conduce a screditare le stesse istituzioni democratiche. Di
fronte a questo esortiamo i governanti a fortificare gli spazi di
dialogo ed interazione tra popoli e governi, agendo sui meccanismi
della democrazia partecipativa e del controllo sociale.

Il superamento delle forme di autoritarismo vissute nella regione e
la costruzione di vere democrazie, richiede l'inclusione della
diversità dei soggetti sociali, delle identità e dei corpi, e della
diversità culturale basata sul riconoscimento dei territori dei
popoli e delle nazioni indigene, che molte volte superano le
frontiere degli stati nazionali.

Respingiamo tutte le forme di discriminazione basate sul genere, le
razze e le etnie, l'orientamento sessuale, le credenze o religioni,
le ideologie, l'origine, o qualunque altra distinzione che diminuisca
i diritti della persona e limiti l'esercizio della cittadinanza.

Con le organizzazioni e movimenti sociali dell'America del Sud
riuniti ad Asunciòn, ratifichiamo la nostra volontà di continuare a
premere per l'integrazione dei popoli ed in questo senso appoggiamo
la piena inclusione di Bolivia, Venezuela ed Ecuador al MERCOSUR.

In ugual modo, crediamo ed sosteniamo fortemente la creazione di uno
strumento finanziario che appoggi iniziative di sviluppo endogeno e
sostenibile delle comunità e dei popoli. La creazione della Banca dei
Popoli del Sud può rappresentare un passo in avanti enorme ed
un'opportunità per America Latina e Caraibi.

Per una vera integrazione che ci consenta di costruire la sovranità a
partire da e per i popoli del Sud!


Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di
Cultura e Documentazione Popolare