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Schiavi Moderni. Il precariato nell'Italia delle meraviglie

di Beppe Grillo - 16/07/2007


 
"La legge Biagi ha introdotto in Italia il precariato. Una moderna peste bubbonica che colpisce i lavoratori, specie in giovane eta'. Ha trasformato il lavoro in progetti a tempo. La paga in elemosina. I diritti in pretese irragionevoli. Tutto e' diventato progetto per poter applicare la legge Biagi e creare i nuovi schiavi moderni. Dal pulire i cessi al rispondere al telefono. Lavoratori dipendenti si sono trasformati in imprenditori con partita Iva, senza soldi e senza sicurezze. Lavoratori transbiagici. Una sottospecie di schiavi. Meno tutelati degli schiavi sudisti. La legge Biagi e' una legge di sinistra per una politica del lavoro di ultra destra. Copiata  dai faraoni. Call-center al posto di piramidi. Usata per lo sfruttamento del lavoratore. Senza sicurezze. Senza niente. Neppure la dignita'. Neppure la speranza degli operai degli anni '50. Che vivevano di sacrifici, ma sapevano che i loro figli avrebbero avuto una vita migliore.
Questo libro e' la storia collettiva di una generazione che sta pagando tutti i debiti delle generazioni precedenti. Tutti gli errori. Tutte le mafie, tutti gli scandali, tutte le distruzioni di aziende da parte di finanzieri farabutti. Una generazione che non andra' mai in pensione. Che sta pagando la pensione ai vecchi. Che si sta incazzando. Che non ha rappresentanza politica. Una generazione senza soldi, senza tfr, senza speranze professionali. Una generazione di schiavi moderni. La legge Biagi doveva inserire nel mondo del lavoro i giovani. Ha invece trasformato i giovani in merce a basso costo. In questo gorgo sono finiti anche i lavoratori di quaranta, cinquant'anni che per non morire di fame insieme alle loro famiglie si sono adattati. Hanno aperto una partita Iva e si sono uniti al popolo dei precari. Decine di migliaia di persone mi hanno scritto. Ho scelto alcune centinaia di testimonianze e le ho raggruppate per tema. Ci sono gli schiavi telefonici outbound e inbound, gli schiavi pubblici e quelli noprofit, gli schiavi imprenditori. Call-center organizzati come istituti di pena. Kapo' capufficio. Persino schiavi gratis. Un universo infernale e allo stesso tempo surreale, comico. In cui tutto e' permesso, tutto e' rovesciato. Un luogo non luogo dove il rischio imprenditoriale e' del precario e il profitto del datore di lavoro. Assomiglia ad Alice nel Paese delle Meraviglie. E' 'Il Precario nell'Italia delle Meraviglie'. L'Italia e' diventata la patria del lavoro a basso costo. Surclassiamo la Cina. Peccato che manchi il lavoro. Rimane allora solo il lavoratore a basso costo. Un primato tutto italiano.
Beppe Grillo
 
Aspettando una telefonata
Nei call-center non si impara un mestiere. Non si costruisce il proprio futuro.
Si aspetta una telefonata che permetta di guadagnare meno di un euro, e se la telefonata non arriva non si guadagna. Si sta li', in attesa che il telefono squilli. Oppure che qualcuno risponda, e si faccia convincere ad attivare linee, tariffe, a comprare prodotti, sottoscrivere abbonamenti. E la flessibilita' d'orario comincia presto ad andare in un'unica direzione. Se in sei ore non si guadagna abbastanza per poter sopravvivere, si resta seduti sette, otto, nove ore. Si fa richiesta per il doppio turno. E nonostante cio', non si costruisce nulla. Il futuro resta un discorso ancora da affrontare. Ma non oggi. Oggi bisogna chiamare. Vendere. Capita talvolta, a taluni fortunati, di ricevere un vero stipendio. Una busta paga.
Che c'e' per tre, quattro mesi. E poi chissa'? E poi puoi restartene a casa perche' il contratto e' scaduto. A cercare lavoro, sperando di trovare l'impiego per il quale anni di studio sono stati investiti. E finire in un altro call-center. Ho la fortuna di aver finalmente trovato un impiego vero, ma vedo mia moglie, e molti dei miei amici arrancare fra una cornetta e l'altra. Si capisce questo quando si parla di precariato?
Che non si tratta di cambiare semplicemente lavoro ogni tanto, ma di lavorare spesso praticamente gratis, chiusi in cubicoli alienanti innanzi a un pc?
 
Precario in Antartide
Caro Beppe, ti scrive un tuo concittadino 39enne che crede nel tuo lavoro e nella rete.
Beh forse la mia storia e' stata un po' piu' fortunata di altre ma il risultato non cambia.
Mi sono laureato a Genova nel 1994. Ho conseguito il titolo (!?!) di dottore di ricerca in geofisica tre anni dopo. Ho partecipato a 10 (!?!) campagne di misure in Antartide per il Programma Nazionale di Ricerche (Pnra) su programmi relativi alla comprensione dei cambiamenti climatici. Bene forse non tutti sanno che grazie ai vari Biagi, e a chi prima di lui, per 8 anni ho vissuto con 800 euro al mese e dovevo arrangiarmi con lavoretti vari per poter vivere. Che quando parti per le missioni antartiche visto che sei un figlio di nessuno ti pagano pure meta' diaria dei tuoi colleghi fortunati con un contratto vero (lasciando stare altri aspetti che se vuoi ti racconto in privato). E che le banche ti ridono in faccia quando vai a chiedere di poter accendere un mutuo oppure ti vergogni di andarci perche' sai come ti guardano. Oggi mi posso dichiarare fortunato perche' ho un contratto annuale da ricercatore per tre anni (cioe' scade ogni anno e mi riassumono) e che quindi non vale per gli scatti di anzianita' (cioe' il mio stipendio e' sempre lo stesso) e che per la pensione (e' comico dirlo!) questi anni valgono la meta' (cioe' ne faccio 4 di questo tipo e me ne contano due). Ma, come dicevo, sono fortunato. La mia ragazza, laureata in biologia, sta lavorando gratis da piu' di un anno (non inorridire Beppe! Lo so che la parola ti da' fastidio!) all'Istituto Superiore della Sanita' con una promessa di avere un contratto Biagi! Ho amici all'universita' (minuscolo) di Genova che hanno perso i loro 800-1.000 euro al mese dopo 10 anni di promesse e di inganni. Poi noi paghiamo 30mila euro al mese i nostri politici per farci prendere per il c..o ed insultare la nostra intelligenza. Mandiamoli a casa! Tutti! Voglio che chi mi rappresenta e viene strapagato sia immacolato! Neanche un divieto di sosta.
 
Per scaricare il libro direttamente online http://grillorama.beppegrillo.it/schiavimoderni/