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Medio Oriente: i sintomi della guerra che sta arrivando

di Amir Madani - 16/07/2007






 

L'insieme di notizie, informazioni, analisi provenienti dalle direzioni più diverse costruiscono il puzzle di quel che sarebbe (sarà) una guerra su vasta scala in Medio Oriente. Protagonisti sono i soliti ambienti neoconservatori Usa e il loro seguito planetario, l'espressione dei potentati globali ansiosi di rendere più saldo il controllo sulle risorse sempre più scarse e in costante diminuzione.

L'asse planetario nascente sotto l'ombrello dell'amministrazione Bush vede protagonisti il vice presidente Usa Dick Cheney e il principe saudita Bandar bin Sultan, per 22 anni ambasciatore saudita in Usa ( proprietario di una villa in Usa “più grande della Casa Bianca”). Secondo Bob Woodward nel suo Plan of Attack il principe Bandar è stato informato prima dell'allora segretario di Stato Colin Powell dell'imminente attacco all'Irak. Bandar è un potenziale successore di re Abdallah e uno dei principali costruttori-padrini di al-Qaeda negli anni '80. E proprio come ha segnalato S.Hersh sul New Yorker questo duo, raggirando le stesse istituzioni Usa (Congresso- Senato dove la maggioranza democratica non esita ad approvare la più alta spesa militare di tutta la storia: 512 miliardi di dollari) si sta muovendo sul ripristino dell'alleanza Usa e al-Qaeda stile anni '80 in Afghanistan, con l'intento di promuovere e supportare nuovi gruppi tipo Fath al-Islam (o vari Jaish-al Islam che nascono come funghi) in Libano ed altrove in Medio Oriente, per promuovere nuovi assetti medio orientali a dispetto dei popoli per mezzo della guerra.

Per capire quel che sta succedendo in Palestina dove non esiste più l'Autorità Nazionale (unita) palestinese bisogna leggere il rapporto confidenziale delle dimissioni di Alvaro De Soto- vice segretario dell'Onu con la delega sul processo di pace in Medio Oriente - per comprendere quell'inferno che Israele è riuscita a costruire per i palestinesi e veder come secondo le parole di De Soto ( vedi Guardian del 13 giugno) le Nazioni Unite siano ridotte al ruolo di Master of Cerimonies (maggiordomo) di potenze dominanti. Hani al Hasan membro della vecchia guardia di Fatah di Arafat con numeri, cifre e piani, in un' intervista con al-Jazirah sostiene che il nuovo gruppo dirigente di Fatah cioè l'asse Abbas – Dahlan porta avanti i piani americani in accordo programmatico con gli israeliani. E' significativa anche la testimonianza del Generale Kate Dayton - responsabile dei contatti militari residente a Tel Aviv - di fronte al Comitato per il Medio Oriente del Congresso Americano, testimonianza resa il maggio scorso, dove il generale parlava di un' imminente esplosione della situazione a Gaza e del ruolo dell'Amministrazione americana nel rafforzare e armare le Forze di Sicurezza, in contrapposizione alle Forze Esecutive istituite da Hamas per controllare l'ordine nella Striscia. L' International Herald Tribune ha scritto: la politica israeliana, "insieme all'embargo occidentale dell'aiuto al governo di Hamas, fu messa in atto con l'obiettivo di indebolire il governo e farlo cadere".

Ad Israele che continua a ignorare tutte le risoluzioni dell'Onu da mezzo secolo , a cominciare dalla fondamentale 242 che gli ingiunge di ritirarsi entro i confini del 1948 nessuno dice niente , né una critica, né un rimprovero. Continua l'occupazione (anche delle terre occupate nel 1967), continuano gli insediamenti dei coloni, continuano i tiri a quel bersaglio che è divenuto Gaza. Mentre Hamas che ha vinto (regolarmente) le elezioni democratiche (forse senza credere nella democrazia) senza poter governare per l'ostruzionismo di tutti (Europa democratica compresa) , cerca di mettere un poco di ordine in quel carcere a cielo aperto -con le chiavi in mano israeliana- che è Gaza, dopo aver sommato una serie di errori . Tutti hanno relegato (l'Europa compresa) Hamas in un angolo senza rendersi conto come ha scritto Danny Rubinstein, su Ha'aretz che : chi rifiuta di parlare con Hamas oggi, si ritroverà a confrontarsi con Al-Qaeda domani, che ha cominciato ad infiltrarsi a Gaza durante l'ultimo anno.

Usa e Israele, con l'intento di dividere ulteriormente i palestinesi, sostengono l'asse Abbas –Dahlan. Il governo israeliano decide di restituire circa 700 milioni di dollari che teneva illegalmente sequestrati ai palestinesi dal gennaio 2006, data della vittoria elettorale (regolare) di Hamas. Ma quei soldi non andranno ai palestinesi, bensì ad Abbas, presidente del nuovo Bantustan della West Bank che nomina un governo Salam Fayyad (dottorato in economia all'università di Austin in Texas, che ha lavorato alla Federal Riserve Bank of St. Louise con esperienza di lavoro alla Banca Mondiale) senza una maggioranza parlamentare, sostenuta anche dall'Europa. Quell'Europa che nei momenti più critici, invece di “espandersi” per sostenere l'estensione della democrazia, sotto pressione delle destre, si “contrae” per accodarsi con gli Usa di Bush.

Si parla di nuovo di una confederazione giordano-palestinese . Vari neocon e repubblicani americani accantonando il rapporto Baker- Hamilton e la formula di “due popoli due Stati”si dicono d'accordo e Bandar bin Sultan dice che lui potrebbe pensare anche a far rimanere i palestinesi dove stanno ma il piano ha un costo di 8 miliardi di dollari che i ricchi sceiccati del Golfo Persico sarebbero disposti a pagare.

In questo quadro Tony Blair il bugiardo, che ha definito la stampa una “bestia selvaggia” e basandosi su una bugia ha mandato i giovani inglesi per morire in Irak, viene nominato dal quartetto (Onu, Usa, Russia, Europa) come inviato nel Medio Oriente. Se Blair continua a credere che sia giusta l'opzione di guerra (in Irak e nel resto del Medio Oriente) come dice lui stesso in sostanza nel suo articolo (vedi Economist 31 Maggio 2007) cosa vorrà rimediare-mediare e tra chi e chi? Inoltre non si capisce quale sia il ruolo di Solana che porta il fardello dell'immobilismo europeo.

In Libano cominciano a saltare in aria le colonne Unifil delle forze dell'ONU. Il Generale C. Graziano che ha i propri uomini su un terreno insidioso, dice soltanto che la paternità degli attentati non è di Hezbollah, reduce di una fiera resistenza contro l'aggressione israeliana dell'estate 2006 . Lo sanno però tutti che gli attentati contro le forze UNIFIL (avevano detto anche le fonti giudiziarie libanesi basandosi sulle confessioni degli elementi di Fath al-Islam catturati durante i combattimenti) provengono da quei gruppi di nuova formazione come Fath al-Islam o Jodn al-Islam o…in linea o affiliati con al-Qaeda secondo gli auspici, piani e supporto logistico e finanziario del master plan di Cheney – Bandar bin Sultan. Gruppi del tutto ambigui con affiliati e militanti provenienti dall'Arabia Saudita, Pakistan, Yemen, Australia,…. Mentre questi strani gruppi terroristici agevolano de facto l'interventismo e una maggiore penetrazione Usa nella regione, del loro operato viene accusata la Siria. Hani al Hassan della vecchia guardia di Fatah di Arafat nel descrivere l'intesa tra l'asse Abbas-Dahlan e gli Usa-Israele parla della tempesta in arrivo: vogliono scatenare la guerra contro l'Iran cominciando dal Libano entrando da ‘Arqub' poi a Baalbak per arrivare al nord del Libano controllando le via di comunicazione, affacciarsi sulla zona siriana del Hems e sferrare l'attacco contro la Siria nel caso che la Siria volesse reagire ad un attacco Usa-Israele contro l'Iran, per il quale Usa e Israele tengono i motori accesi da mesi (aeroplani israeliani ogni giorno da mesi si esercitano percorrendo la distanza tra Tel Aviv e Gibilterra).

Con la tempesta in arrivo tutti si preparano: ATH- THWRAH il quotidiano governativo siriano scrive che ci sarà una guerra in estate. La Turchia dice per voce di Hamid Gol di avere i piani per intervenire contro le basi della guerriglia curda nelle montagne di Qandil nel nord dell'Irak. Il Presidente irakeno Jalal Talebani dice che l'Irak difenderà con tutti i mezzi la propria integrità territoriale. In Afghanistan cadono sempre più civili insieme a talebani o presunti tali, nei bombardamenti a tappeto. Il generale Musharaf, maggiore alleato di Bush in quella che viene chiamata “guerra al terrorismo”, per nascondere che il suo è un regime golpista basato sulla cultura confessionale e sul talibanismo, fa intervenire l'esercito contro la base integralista della moschea rossa di Islamabad .

Gli integralisti-talibani, con propaggini ideologico-finanziarie che arrivano in Arabia Saudita (dove Bandar bin Sultan è figlio del principe ereditario) sono state usati (ma lui è stato usato a sua volta) per per ostacolare la democrazia (vedi Economist del 5 Lug. 2007 ) e aiutare gli Usa ad armare alcuni gruppi terroristici di matrice talebana (come Jondollah di Righi per destabilizzare il Baluchistan iraniano e preparare il terreno per una invasione dall'est) .

Sarà una tempesta devastante. Lo segnalano anche - e soprattutto – i mercati: i prezzi del petrolio vanno in fiamme, Brent oltre 75 usd/bar, WTI a 71,99 (Teleborsa 6 Lug).