Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La vergogna delle carceri Usa in Europa

La vergogna delle carceri Usa in Europa

di Alessandro Cisilin - 17/07/2007

 



 

Dei voli della Cia in Europa si sapeva già, così come delle “extraordinary renditions” di cittadini europei catturati e catapultati da agenti statunitensi nelle prigioni della tortura. Ma che queste carceri segrete dell'orrore, gestite dagli americani al di fuori di ogni minima garanzia giuridica globalmente riconosciuta, si trovassero anche nel territorio del Vecchio Continente, c'era solo un pur fondato sospetto.

Almeno milleduecento i voli sullo spazio effettuati illegalmente dagli Stati Uniti nello spazio aereo europeo nella lotta al terrore inaugurata nell'11 settembre 2001, con un'assidua attività di scalo aeroportuale, nonché con missioni segrete di cattura eseguite con la complicità delle cancellerie nostrane. Questo documentava il rapporto dell'apposita commissione d'inchiesta del relatore Fava, approvato il febbraio scorso a larga maggioranza dai colleghi eurodeputati, anche tra le liste dei più accaniti filo-bushiani.

Verità a questo punto arcinote, segreti di Pulcinella svelati in qualche frammento anche dall'ordinaria cronaca giudiziaria dei reati accertati dalle magistrature di Milano e Monaco. Ma che la destinazione dei presunti “terroristi” sequestrati fosse non solo quella di Guantanamo e di altri campi di concentramento in Afganistan, bensì anche qualche postazione militare americana al di qua dell'Oceano, non era ancora pienamente documentabile. Ci è riuscito ora il senatore svizzero Dick Marty, membro del Consiglio d'Europa, arrivando perfino a strappare un cospicuo numero di esplicite ammissioni da agenti segreti di Varsavia e di Bucarest. Le presunte “ carceri segrete ” esistevano eccome, e si trovavano proprio a casa nostra, in Polonia e in Romania, oltre che nell'isola britannica di Diego Garcia e in Tailandia. Ed erano centri di detenzione che usavano tecniche di interrogatorio analoghe a quelle impiegate ad Abu Ghraib e Bagram.

Il rapporto di Strasburgo, reso pubblico lo scorso giugno, documenta anche i nomi di alcuni dei detenuti, e definisce una “ vergogna ” l'omertà dei governi ovest-europei, a cominciare dall'italiano e dal britannico. Il governo Prodi è accusato tra l'altro di “ andare ancora più lontano del governo Berlusconi nel tentativo di fermare l'inchiesta accuratissima del tribunale di Milano ” sollevando obiezioni di competenza e opponendo il segreto di Stato sul caso del rapimento dell'ex imam Abu Omar. Più esplicitamente ancora, se possibile, Downing Street, oltre a stipulare in questi anni accordi di estradizione con paesi campioni della tortura, come la Giordania e la Libia, ha chiarito un anno fa per iscritto, per mano del ministro della Guerra Adam Ingram, “ di non sapere l'obiettivo degli scali della Cia nel Regno Unito” e “ di non aver l'obbligo di chiederlo agli Stati Uniti ”, e che in ogni caso “ Washington non avrebbe il dovere di rispondere ”. “ Non abbiamo niente da aggiungere ”, ha poi spiegato in Parlamento il premier Tony Blair.

Ora, che l'Italia ceda volentieri agli altri l'onere e il lavoro sporco dell'esercizio della propria sovranità, pur di esercitare con profitto i propri commerci e le proprie arti, è un assunto dalla tradizione quantomeno rinascimentale. Più delicata invece la posizione dei britannici che, per storia giuridica e coloniale, sono sì disposti a tollerare sui propri territori normative e milizie alternative, a condizione che non disturbino l'ordine pubblico e la colletta delle imposte, e tuttavia, nelle odierne attività transatlantiche del Pentagono, si trovano oramai a ridursi da madrepatria al rango di colonia.

Quell'imbarazzante documentazione raccolta dalle assemblee di Bruxelles e Strasburgo inchioda dunque il Vecchio Continente alla più umiliante delle corresponsabilità con l'era più buia della storia giuridica degli Stati Uniti. Il periodo indagato arriva fino al 2005. A raccontarci di un seguito che incalza nell'attualità è lo stesso presidente americano. Le prigioni segrete ci sono state, aveva ammesso George W. Bush il settembre scorso, precisando che erano state dismesse. Vera l'ammissione, non la precisazione, spiegano gli stessi registri di Guantanamo. Nelle scorse settimane altri detenuti sono confluiti nella base cubana. Dalle carceri segrete.