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Il carisma di Putin

di Immanuel Wallerstein - 18/07/2007

 


 


Da circa un anno a questa parte, Putin non è stato trattato molto bene dalla stampa americana o da quella dell’Europa occidentale. E’ stato accusato di essere dispotico, di voler ricreare un controllo imperiale sugli stati confinanti e di rinfocolare, nell’ONU, il vecchio ostruzionismo da Guerra Fredda.

Putin a SochiE’ per questo che con grande sorpresa abbiamo letto le osservazioni di Jean-Claude Killy, il grande campione olimpico che attualmente è il rappresentante francese al CIO, Comitato internazionale olimpico. Il CIO si è riunito il 7 luglio 2007 a Ciudad de Guatemala per decidere la sede dei giochi olimpici invernali del 2014. Tre le candidature: Salisburgo in Austria, Pyeongchang nella Corea del Sud e Sochi in Russia. Salisburgo ha sostenuto di essere un luogo sicuro e privo di rischi. Pyeongchang ha affermato che se la scelta fosse ricaduta sulla sua candidatura ciò avrebbe favorito la pace e la riconciliazione nella penisola coreana. Sochi ha fatto in modo che Putin venisse di persona a perorare la sua candidatura.

Il sito coreano era il favorito ed in effetti era in testa al primo turno. Ma una volta eliminata Salisburgo, Sochi si è aggiudicata il secondo e definitivo turno. A sentir Killy raccontare la storia, è stato il personale carisma di Putin a fare la differenza. Ha parlato sia in inglese che francese, cosa che non fa mai in pubblico. Ed ha sfruttato il suo fascino, che Killy chiama carisma. A dirla tutta, le vittorie ottenute nel processo decisionale del CIO possono anche essere gratificanti e simboliche, ma dopotutto si tratta di questioni secondarie che riflettono, più che creare, influenza politica.

Quindi, ci si dovrebbe chiedere: si tratta dell’unico caso in cui Putin ha esercitato il suo carisma ? E la risposta dovrebbe essere negativa.

C’è prima di tutto la sua forza politica interna, in Russia. E’ vero, ha irritato una buona fetta dell’intellighenzia, ma tutti gli indizi portano a concludere che sia parecchio ben visto dalla maggior parte dei russi, diversamente da alcuni degli odierni capi di stato di importanti paesi. Pare che i russi vedano in lui qualcuno che ha fatto molto per rinvendire la potenza della Russia, dopo l’umiliante deterioramento che hanno constatato sotto l’era di Yeltsin. In generale, sappiamo che ciò che una persona definisce tendenze autoritarie, un’altra la chiama restituzione dell’ordine. Questa è una divergenza di interpretazione piuttosto diffusa, perfino nei paesi nordamericani. Nicholas Sarkozy, proprio recentemente, ha tratto vantaggio da questa doppia prospettiva.

Comunque, addirittura più importanti sono i traguardi politici ottenuti da Putin a livello mondiale. Si è opposto, finora con successo, a qualsiasi tentativo degli Stati Uniti di ottenere il beneplacito ONU per una concreta azione punitiva contro l’Iran, la Corea del Nord e il Sudan. Ha ritardato qualunque passo in avanti verso l’indipendenza del Kosovo. Ad esser precisi, le posizioni della Russia su tali questioni sono le stesse della Cina, perciò la Russia non è isolata. Tuttavia, negli anni ’90,  simili e, fin qui, efficaci posizioni politiche russe non erano neanche immaginabili.

Poi ci sono le relazioni della Russia con l’Europa. Putin si è opposto ai progetti americani per l’installazione di strutture antimissilistiche in Polonia e Repubblica ceca, e su questo ha ricevuto sostegno (sebbene moderato) dall’Europa occidentale. Ha regolamentato le esportazioni di gas e petrolio dalla Russia stessa e dai paesi centro-asiatici e caucasici non soltano per ottenere maggiori profitti per la Russia ( e di conseguenza maggiore potere mondiale) ma anche, più o meno, per imporre all’Europa occidentale le sue condizioni a proposito di politiche energetiche.

Se un giudice neutrale dovesse assegnare dei punti alle azioni di Putin in base ad un criterio di conseguenze positive/negative, penso che un osservatore equo dovrebbe dire che Putin ha fatto bene in qualità di stratega geopolitico. Chiamatelo carisma o come volete, la vittoria di Sochi a Ciudad de Guatemala riflette questa valutazione positiva e la rinforza.


Originale da: http://www.binghamton.edu/fbc/213en.htm

Articolo originale pubblicato il 15 luglio 2007

[Copyright by Immanuel Wallerstein, distributed by Agence Global]

L’autore

Diego Traversa è associato a Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguística. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.

URL di questo articolo su Tlaxcala:
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AUTORE:  Immanuel WALLERSTEIN

Tradotto da  Diego Traversa