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Il bluff del rinnovo del contratto per il pubblico impiego

di Antonio Rossini - 18/07/2007





Ricordiamo tutti l’accordo raggiunto per gli statali sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro. La triplice sindacale, revocò immediatamente lo sciopero nazionale del giorno 4 giugno, a seguito dell’accordo dopo cinque ore di marcia forzata con il governo spaventato da una ulteriore protesta nazionale.
Fra le tante cose, poco interessanti per i lavoratori, questo contratto introduce la sperimentazione triennale della sua durata che varrà per il periodo 2008-2010. Sembra a chi si avventura in questo altro labirinto della vita dei lavoratori, che sia sparito il 2007.
Sostanzialmente ai lavoratori viene riconosciuto un incremento salariale di 101 euro, con arretrati dal mese di febbraio 2007.
I governati hanno gridato alla innovazione, perché tre anni di validità del contratto, durano meno di quattro. I tre anni previsti, valgono anche per la parte normativa.
I cosiddetti sindacati, dato il contentino, non hanno più sbraitato perché le loro cose sono nuovamente a posto. Pochi si chiedono perché i sindacati di regime e quelli allineati che vanno dalla triplice agli autonomi (tutti compresi), si affannano affinchè i rinnovi siano fatti. L’interesse è prioritario per loro, perché scaduti i contratti “scadono” i tantissimi distacchi sindacali, i monte ore sindacali nazionali, regionali, provinciali ed aziendali. In questa fase i sedicenti sindacati, devono dimostrare il proprio potere contrattuale ed assicurarsi altri anni di potere politico. Contrariamente molti di loro sarebbero costretti a lavorare per la prima volta. Smetterebbero di colpo di viaggiare a mangiare sulla pelle dei lavoratori. Poco interessa a loro dell’aumento salariale ai lavoratori, sanno che i padroni ed il governo, sono sempre orientati e disponibili a dare una manciata di monetine. Poco importa se si tratta della consuetudine relativa alla metà del valore della perdita del potere di acquisto. L’interesse primario è lo scambio sindacato-patronato.
Non sarà sfuggito ad alcuno che anche il meno sveglio rappresentante aziendale desidera ed ottiene il posto al sole per lui ed i suoi amici. Non sarà sfuggito ad alcuno che essere delegato di una organizzazione significa avere potere, contare qualcosa. Per le maestranze c’è sempre tempo, hanno quanto basta. Dov’è allora il problema da risolvere? Occorre risvegliare le coscienze degli appartenenti al parco dei buoi, così come per altri interessi Cuccia definiva la moltitudine dei risparmiatori.
Nessun sindacato vuole rendersi conto che la realtà lavorativa sta cambiando e che i lavoratori stanno perdendo quel poco che hanno ottenuto in decenni di lotta.
Mentre le norme sussistono, i padroni si permettono ogni sopruso e nessuno degli organi di controllo del ministero del Lavoro ed ogni relativo ricorso alla magistratura, riesce a redimere tale continuo atteggiamento antisindacale.
Lo statuto dei lavoratori è solo una favola da raccontare alle future generazioni.
Siglato il contratto sembra tutto finito, ma restano i problemi. Perché i contratti nascondono fra le righe tante questioni date per superate. Basta visionare alcuni siti del comparto Sicurezza degli Statali: si parla di quadriennio normativo 2006-2009 e biennio economico 2006-2007. Questo perché occorre fare i conti con gli esercizi finanziari. Pertanto a questi lavoratori spetterà per l’anno 2006 solo la copertura della vacanza contrattuale pari a 8,50 euro mensili; per l’anno 2007 circa 56,00 euro mensili; per l’anno 2008 circa 123 euro mensili, il tutto lordi. Le tabelle dei benefici contrattuali mensili pro-capite lordi manifestano tutta la loro incongruenza degli incrementi contrattuali di 123 euro a decorrere dal 1 febbraio 2007, lasciando una vacanza contrattuale risalente all’1 gennaio 2006.
Ad aggravare una simile carenza, va sottolineato che l’importo di 123 euro compete solo per le dodici mensilità anziché le tredicesime mensilità spettanti.
Oggi il sindacato tratta, discute, concerta. Insomma si mettono d’accordo affinchè non esistano dissonanze. Praticamente diventano una orchestra, dove la concertazione serve a fare leggere a tutti i musicanti la stessa partitura, senza che nessuno sbagli emettendo note “dissonanti ”, cioè diverse da quelle scritte, concordate.
Poi esistono i contratti che non si possono fare, come quello dei giornalisti, come quello della carta stampata, dove le problematiche non sono solo di carattere economico, ma di bavaglio alla libera professione ed alla libera espressione. Qui il governo e gli editori vorrebbero la stessa concertazione di stile triplicino, per fare della informazione uno strumento nelle mani di chi ha la bacchetta per dirigere.
Poi tocca a quella che era considerata la più forte categoria italiana, quella che faceva cadere i governi democristiani e di centro sinistra. Quella categoria che oggi non può scioperare, perché al governo ci sono per la seconda volta i comunisti. Sono la vecchia punta di diamante : i metalmeccanici.
Parliamo di lavoro usurante e sottopagato, dove un operaio di 5° livello vive con circa 1.000 euro al mese, tanto quanto è la paghetta che il suo datore di lavoro dà al proprio figlio ogni settimana.
Anche qui la storia si ripete.