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Vedi alla voce anima

di Umberto Galimberti - 19/07/2007


Escono quattro nuovi dizionari
Da un’opera in due volumi sulla "Psiche" all’antropologia da una enciclopedia sui luoghi letterari immaginari a una mappa sorprendente sul mondo della sessualità

Più il sapere si amplia, più le conoscenze si accrescono, più le competenze si specializzano, più le teorie si confrontano, più abbiamo bisogno di dizionari, di enciclopedie, di mappe capaci di orientare nella ricerca e rinviare ai testi fondamentali che le hanno promosse. Le case editrici Utet e Garzanti in Italia hanno fatto da apripista in questo bisogno di orientamento. Ad esse oggi si aggiunge Einaudi con due significativi dizionari: uno di psicologia e uno di antropologia.
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Il dizionario di psicologia, che ha per titolo Psiche, si presenta in due volumi per complessive 1306 pagine al prezzo di 153 euro. E´ un´opera intelligente e informatissima. Intelligente perché parte dalla consapevolezza che la psicologia non è una scienza esatta, e che la psiche e le scienze che la riguardano forse sono solo un episodio tra i molti con cui nella storia l´uomo ha tentato di interpretare se stesso. Di qui il taglio «storico» del dizionario, dove psicologia, psichiatria, psicoanalisi e neuroscienze, nate in diversi contesti e a partire da presupposti teorici tra i più disparati, si danno convegno per discutere le loro prossimità e le loro distanze. Le rispettive e specifiche posizioni sono ben identificate, ma in un contesto di dialogo e di reciproco riconoscimento, allo scopo di individuare quali analogie sono tra loro compatibili, e quali distanze sono tali solo per le diverse provenienze metodologiche e linguistiche che non è impossibile attenuare.
Francesco Barale, Mauro Bertani, Vittorio Gallese, Stefano Mistura e Adriano Zamperini, oltre a essere estensori delle voci più impegnative, hanno coordinato un folto numero di specialisti, uniformando con vera intelligenza i contributi, in modo da conferire all´opera innanzitutto quell´omogeneità che evita ripetizioni e sovrapposizioni, e poi quella completezza che evita lacune, sia in ordine alle biografie dei maggiori esponenti delle scienze psicologiche, sia in ordine alle voci teoriche ricostruite nel loro farsi storico.
La lettura è piacevolissima e, senza rinunciare alla scientificità, accessibile anche ai non specialisti. L´indice dei nomi e degli argomenti (quest´ultimo significativamente particolareggiato) consentono di individuare con molta facilità i percorsi che il lettore intende seguire. Nelle ottanta pagine di bibliografia, i testi stranieri sono opportunamente corredati dall´indicazione delle traduzioni italiane là dove esistono, e per ogni settore sono esaurienti e complete.
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Marco Aime ha curato, sempre per Einaudi, l´edizione italiane del Dizionario di antropologia e etnologia di Pierre Bonte e Michel Izard (pagg. 802, euro 82) che è stato e continua a essere il più importante riferimento per lo stato degli studi di quella scienza, l´antropologia, che non è mai stata in pace con se stessa.
Nata come «etnologia», termine che i francesi impiegano allo stesso modo di «etnografia», per designare lo studio delle società primitive, con particolare attenzione alle popolazioni degli imperi coloniali d´Occidente, ad essa si affiancò l´«antropologia fisica» che studia i caratteri somatici dell´uomo e le differenze razziali, e l´«antropologia culturale» che mette i risultati della ricerca etnologica al servizio della conoscenza generale dell´uomo.
Oltre alle nozioni, ai programmi di ricerca, alle sottodiscipline e ai metodi impiegati dagli antropologi, le voci illustrano gli orientamenti di carattere teorico, la storia generale dell´antropologia, le antropologie nazionali e la biografia dei principali esponenti di questo ambito disciplinare. Le società e le culture sono inquadrate nella cornice delle grandi regioni del mondo per facilitare il percorso e l´orientamento del lettore.
Nell´epoca della globalizzazione, dove ognuno di noi incontra l´altro da sé, con tutte le difficoltà che le differenze culturali comportano, sembra sia proprio oggi il tempo opportuno per tentare un bilancio e procedere a un inventario delle diversità, perché a facilitare la comunicazione tra gli uomini non è tanto l´adozione della lingua inglese quanto la comprensione delle simboliche sottese alle varie culture che solo gli studi di antropologia sono in grado di facilitare.
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Anna Ferrari, già autrice del bellissimo Dizionario di mitologia greca e romana edito dalla Utet nel 1999, oggi pubblica sempre con la Utet il Dizionario dei luoghi letterari immaginari che figura come ultimo volume del Grande Dizionario Enciclopedico acquistabile a rate. Si tratta di un´impresa ciclopica alla ricerca delle località che non compaiono nelle nostre carte geografiche, perché sono state ideate dall´immaginazione dei poeti e dei narratori di tutte le letterature e di tutti i tempi, che questo dizionario rende disponibili per un viaggio immaginario nei luoghi della mitologia che non hanno trovato un archeologo capace di individuarli con precisione sul terreno, o che l´hanno trovato solo in tempi relativamente recenti come nel caso di Troia.
I luoghi collocati oltre i confini del mondo o proiettati nell´aldilà (altri pianeti, mondi della fantascienza, regni dell´oltretomba); luoghi situati in un futuro più o meno remoto e verosimile; luoghi dove la tradizione popolare o le antiche saghe e leggende hanno ambientato i loro racconti; luoghi ideali e perfetti dell´utopia o sinistri e inquietanti della distopia. Sono città, regioni, regni, isole, fiumi, mari, monti, ma qualche volta anche boschi, fontane, abbazie, castelli, locande, collegi, navi, pianeti.
Per ogni località sono indicati l´opera o le opere in cui compaiono, gli avvenimenti di cui sono teatro e una descrizione che nella maggior parte dei casi è tratta direttamente, spesso mediante citazioni, dai testi letterari. Un´opera, quindi, che, per i frequentatori della letteratura, consente di avvicinare l´immaginario al reale, non per demitizzare il primo, ma per sottrarre al secondo il lato prosaico della nuda geografia, che in realtà è molto più ricca e più fantastica di quanto non dicano le linee tracciate dai geografi.
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Da ultimo segnalo l´ottimo Dizionario della pornografia edito nel 2005 dalla Presses Universitaires de France e ora tradotto in italiano dal Centro Scientifico Editore di Torino (pagg. 582, euro 38).
Da Sade a Pasolini, dalla Bibbia a Proust, dal barocco alla body art, da Baudelaire a Rocco Siffredi, l´opera, che ha visto l´impegno di cento autori, estensori di 450 voci, entra nel mondo della sessualità, laddove questa turba, offusca, spaventa, disgusta, ferisce, e che per questo noi rifiutiamo e proibiamo, dimenticando che nulla di ciò che è umano ci è estraneo.
Ma perché un dizionario, peraltro molto colto e impegnato? Perché i confini della pornografia sono mobili e si spostano di continuo nello spazio a secondo delle regioni geografiche, e nel tempo a seconda delle scansioni storiche. Questo dizionario ne dà conto, offrendo uno spaccato dello spirito dei tempi e dei luoghi a partire da che cosa un´epoca o una cultura definiscono indecente, sconveniente, scandaloso, e altre eccitante, dinamico, vitale. E questo perché, come afferma Steven Marcus nei suoi studi sulla sessualità: «La pornografia caratterizza un punto di vista e non una cosa».
E i punti di vista, studiati sui banchi universitari anglosassoni, europei, giapponesi, brasiliani, africani, sono esposti in questo dizionario con ordine e chiarezza e persino con un intento etico: se la pornografia esiste da quando l´uomo è comparso sulla terra, perché non accordarle uno spazio nella storia della cultura, invece di seppellirla nei divieti dettati dal comune senso del pudore che nessuna morale riesce davvero a delimitare e a definire?
Gli autori di questo dizionario, diretto dallo scrittore francese Philippe Di Falco e curato nell´edizione italiana da Roberto Marro, tentano di accordarle questo spazio e di far chiarezza in quella vera e propria trappola lessografica in cui la pornografia si maschera e si confonde, perché ancora non le è stato consentito di venire chiaramente allo scoperto.