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Libertà di casta

di Paolo De Gregorio - 20/07/2007

 

Sento parlare benissimo del sindaco di New York Bloomberg, ebreo miliardario in dollari, 65 anni, divorziato, passato sia per il partito democratico che per quello repubblicano, ora indipendente ed eletto grazie a 150 milioni di dollari sborsati di tasca propria per la campagna elettorale e oggi tentato di presentarsi alle elezioni presidenziali.
Negli USA, santuario della libertà, se vuoi entrare in politica hai solo due possibilità, o sei miliardario oppure ti metti al servizio delle lobby economiche, ebraiche, evangeliche, che ti accompagneranno a suon di dollari nella carriera politica chiedendoti solo di fare ciò che loro decidono.
Naturalmente, se come democratico, repubblicano o indipendente tocchi i metodi imperiali della politica estera o i poteri del Pentagono,una bella pallottola in fronte prima o poi ti arriva.
Definire “democratico” un potere di questa natura significa bestemmiare e la permanenza al potere di Bush,, malgrado abbia solo il 30% del consenso alla guerra in Irak e la maggioranza del Congresso contraria, dimostra che i “poteri forti” si fanno beffe della democrazia.
Anche in Italia, con alcune differenze, il potere del denaro è molto evidente, come dimostra il successo politico di Berlusconi, ma se andiamo a vedere la estrazione sociale della enorme maggioranza dei parlamentari,di destra di centro e di sinistra, essa risulta essere composta di avvocati, professionisti, giornalisti, intellettuali, qualche industriale, tutti passati attraverso la selezione dei partiti politici, subordinati ai gruppi dirigenti di questi, scelti soprattutto per mediocrità e obbedienza, tanto da lasciare immutata la classe politica da almeno 30 anni.
La CASTA gerontocratica, essendo destra e sinistra ormai appiattite sulla economia capitalista, è totalmente espressione del ceto sociale medio-alto, visto che, dopo pochi anni di Parlamento, anche i pochi di estrazione non ricca, diventano persone molto benestanti e con la prospettiva di una ricca pensione.
Il senatore Lamberto Dini (della Margherita) che tuona contro l’aumento delle pensioni minime e l’attenuazione dello “scalone” e minaccia di far cadere il governo, oltre allo stipendio di parlamentare (di circa ventimila Euro mensili), gode di una pensione della Banca d’Italia che nel 1999 era di 49 milioni mensili di vecchie lire. La signora Dini (al secolo Donatella Pasquali Zingone), non riuscendo a far quadrare il bilancio familiare con la misera pensione del marito, si dà da fare con iniziative economiche ed è accusata di bancarotta fraudolenta con richiesta di condanna a 4 anni di carcere nel processo che la riguarda.
Ciò che ci dovrebbe riguardare tutti è la considerazione semplicissima: è espressione di democrazia la realtà che milioni di operai, dipendenti stipendiati, contadini, pensionati, disoccupati, che sommano la stragrande maggioranza della popolazione, non abbiano rappresentanti diretti in Parlamento e in numero adeguato.
Sono sicurissimo che se tutti i rappresentanti del Parlamento fossero operai ci sarebbe una levata di scudi e si parlerebbe di regime.
E’ normale, invece, che si sia creata una CASTA, di professionisti a vita della politica, una cupola di privilegiati, che risponde solo alle esigenze della Confindustria, che ha a sua disposizione TV e giornali, barricata nel Palazzo, difesa da scorte imponenti e con la Polizia pronta a bastonare i dissidenti?
Se non viene rimossa questa “cupola” nessun cambiamento è possibile. Soprattutto, se la CASTA non viene sostituita, è impossibile anche solo cominciare a pensare  alla difesa dell’ambiente, che richiede un ridimensionamento del liberismo e la definizione di regole ferree che portino l’economia verso la sostenibilità con l’ecosistema.
Se dipendesse da me la DEMOCRAZIA, e non la sua parodia come è oggi, totalmente in mano alla classe dominante, dovrebbe essere lo specchio del paese e tutte le categorie sociali dovrebbero essere rappresentate proporzionalmente alla loro consistenza numerica.
Questo è il proporzionale vero: se gli operai sono 5 milioni, i lavoratori dipendenti di ogni categoria 10 milioni, i disoccupati un milione, i pensionati 12 milioni, alcuni milioni le casalinghe, questa è la maggioranza assoluta del popolo italiano e deve avere rappresentanti in Parlamento in proporzione. Sarebbe molto più semplice che invece di avere interpretazioni del pensiero di operai, casalinghe o precari, i diretti interessati potessero parlare direttamente nelle assise parlamentari.
Oggi comandano industriali, giornalisti, intellettuali, commercianti, che si e no sono il 5% della popolazione e che hanno in mano il 100% dei mezzi di comunicazione.
Questa si chiama dittatura.
Anche in Cina, 800 milioni di contadini e i loro problemi non esistono, perché non pesano per il loro numero, ma contano solo gli interessi dei ricchi e degli speculatori.
Tutto il mondo è paese, in Cina non c’è il comunismo e qui non c’è la democrazia.


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