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Che noia doversi ripetere!

di Gianfranco La Grassa - 23/07/2007

 

 

E’ un po’ noioso scrivere da un po’ di tempo in qua, poiché non si possono che ripetere sempre le stesse cose. Stiamo precipitando in un pozzo (nero, cioè di fetido liquame) senza fondo. Spesso qualche amico mi chiede quando si toccherà questo fondo. Mai, è come quando si interpreta un testo o un fatto; non c’è fine alle possibilità interpretative, sia che siano geniali e profonde o invece delle immani sciocchezze di una banalità sconfortante. Il fondo del pozzo nero verrà raggiunto quando e se, un bel giorno, si troverà “qualcuno” in grado di dare una pedata nel culo a questi mascalzoni che si fingono politici (ma prima bisognerebbe assestarla ai membri della spero ormai nota GFeID, il cui giornale principale, Il Corriere, è divenuto un organo di perfetta disinformazione, la “prima vergogna d’Italia”, con uno sciame di intellettuali “di grido” chissà quanto pagati per scrivere articoli stupidi, menzogneri e moralmente ignobili). La pedata, che ti spedisca definitivamente in “Cielo” (non in Paradiso!), rappresenterebbe appunto il “fondo” del pozzo (nero). 

Quello che è avvenuto sulle pensioni è una delle peggiori e più abominevoli “recite a soggetto” che si siano svolte. Nessun regista l’ha concordata – almeno mi sembra, altrimenti a quel regista va assegnato l’Oscar dell’incapacità – ma la recita si è svolta egualmente e ognuno ha grosso modo svolto la laida funzione che doveva svolgere. Per l’ennesima volta – come sui dati del costo della vita, della crescita per i prossimi “due secoli”, dell’entità dell’extragettito fiscale e del “Tesoretto”, dei vari miracoli tipo Fiat, ecc. – si sono forniti i dati (del costo della sedicente riforma) a capocchia, nel modo più fantasioso e multiforme possibile.

Quali poche cose possiamo sintetizzare dalle vicende in corso? Il Governo, e lo schieramento che lo sostiene, è una cloaca a cielo aperto. Adesso non ho più voglia di mediare con nessuno: la sinistra, in tutte le sue parti (per bontà, escludo alcune frange di “estrema”, sperando che ritrovino però un sussulto di sensatezza e di coerenza non solo per “due giorni”), è la parte politica più marcia, furfantesca e imbrogliona che sia in campo. Tuttavia, non è il caso che si ripeta l’ormai stucchevole giochetto dell’alternanza di destra. Possiamo, data la situazione, parafrasare una famosa pubblicità: “Credevo che il ‘bucato’ Berlusconi fosse sporco, finché non ho visto quello di Prodi, D’Alema, Fassino, Rutelli (e Veltroni) e gli altri di sinistra”. Per Berlusconi e la destra basterebbe la varechina, ma per i “sinistri” occorrerebbe la soda caustica o l’acido cloridrico (o solforico, la scelta è ampia).

 

A me non interessa sapere se la Forleo ha esagerato o meno in giudizi di colpevolezza che non spettava a lei emettere. Sull’aggiotaggio, l’insider trading o altro non ho alcuna opinione prevenuta. Mi sembra solo che risulti con chiarezza (avendo perso tempo a leggere le intercettazioni, non tutte ovviamente) che i vari diessini implicati non fossero per nulla dei “curiosi” che volevano sapere, en passant, da “un amico” cui avevano telefonato per caso, se stava bene, come stava la sua famiglia, se ce la faceva a sbarcare il lunario dato l’enorme aumento del costo della vita, ecc. Si sono comportati, del tutto normalmente a mio avviso, come politici che svolgono attività lobbistica a favore di appartenenti al mondo degli affari a loro più vicini e dei cui interessi, anzi, sono i rappresentanti nelle istituzioni. Sia chiaro che io so benissimo che il PCI – pur essendo stato salvato da “mani pulite” per i precisi scopi politici perseguiti dai nostri gruppi economico-finanziari legati a quelli USA –  era invischiato negli stessi affari e fiumi di soldi che correvano verso DC e PSI.

I vecchi piciisti, poi divenuti diessini, sono degli usuali politici dell’odierno sistema capitalistico. Nulla di strano in questo, e credo nemmeno di criminoso (fino a prova contraria). Il problema è semplicemente la loro totale ipocrisia, veramente abietta e da meschini, per cui fanno finta di essere al di sopra di queste “miserie morali”; loro non si sporcano le mani, pensano al popolo, a come farlo stare meglio. Quando veleggiano in più che modeste barche, è per rilassarsi e pensare con maggiore concentrazione agli interessi collettivi.

Quando ruppi, a diott’anni, con la mia classe d’appartenenza (che a questo punto debbo un po’ rivalutare), lo feci non perché avessi già letto Il Capitale (diffidate di chi fa scelte di campo in base ai libri letti! E’ il prossimo traditore!!), ma perché conoscevo dall’interno l’ipocrisia, la falsità, borghese (capitalistica). Posso tuttavia garantire che “quelli là” non erano nulla in confronto a “questi qui”. Per di più sapevano veramente gestire gli affari; e, in una certa misura (senza esagerare in elogi), facendo i loro interessi, amministravano in modo non totalmente catastrofico anche quelli dei “sottoposti”. Per di più esistevano dei limiti alle loro menzogne perché, andando oltre, ne veniva un discredito presso i loro sodali (fra cui le banche che li finanziavano) tale da danneggiarli economicamente.

“Questi qui” sono “impuniti”, facce di tolla da non credere; e non pagano mai, del discredito se ne sbattono, anche perché presso quelli come loro, che hanno ormai invaso e infettato il mondo degli affari e del credito, ecc., risultano anzi essere dei “ganzi”. La “sfangano” sempre, quindi sono dei “dritti da nulla!”. Sono però assolutamente incapaci di gestire alcunché; a loro non va affidata l’amministrazione nemmeno del vostro (singolo) cassonetto all’angolo della strada in cui abitate. Pensate solo che l’aquila è D’Alema! Lo ricordo bene a Pisa quando aveva poco più di vent’anni; dimostrava già tutta la sua “elevatezza” intellettuale avvolta – e nascosta – in un’arroganza al di là di ogni limite. A me non interessa quindi nulla del rilievo penale o meno delle loro telefonate. Auguro loro di essere pienamente prosciolti, ma non in base al rifiuto opposto da questo schifo di Parlamento alla loro utilizzazione per l’inchiesta in atto.

Mi interessa invece molto che le telefonate vengano pubblicate e, spero, lette (comunque ne consiglio caldamente la lettura). Perché ci si renderà conto che questi “geni” sono di una limitatezza cerebrale incredibile, sono ridicoli e infantili, non hanno la benché minima idea di che cosa stiano trattando (qualcuno ha detto spiritosamente che andrebbero assolti “per non avere compreso il fatto”). Noi siamo governati da incapaci assoluti, questa la verità eclatante che risulta dalla conoscenza delle telefonate; il resto, glielo possiamo anche “passare” [preferisco aggiungere che invece non farei passare al “dritto della barca” la faccenda della Banca 121 del Salento, dove tutto è insabbiato! Sarebbe meglio andare a fondo e scagionarlo veramente se ha da essere scagionato; perché lì ci sono 6000 fregati di brutto, qualcuno mi sembra si sia perfino suicidato].

 

Un’ultima notazione sui sindacati. Anche in tal caso, faccio salve le piccole organizzazioni che si comportano (non tutte, ma alcune) in modo più che dignitoso e coerente. Mi riferisco solo alla cosiddetta Triplice. Si tratta di verminosi e corrotti apparati che, malgrado sembri formalmente il contrario, sono di Stato; e sono convinto che sono all’origine di uno sperpero di denaro “pubblico” enorme. Per chiarire il mio pensiero in merito, immagino una situazione di pura fantasia. Domani mi fanno Dittatore di questo nostro povero Stato (più o meno come quello di Bananas descritto nel film di Woody Allen). Il giorno successivo alla mia “elezione”, sciolgo la Triplice e invio l’esercito (o esercito più polizia) a far sgombrare tutte le sedi sindacali, con l’ordine di passare per le armi chi si oppone: immediatamente, sul posto!

Contestualmente, promulgherei un “editto” in cui darei piena e assoluta libertà di organizzazione sindacale a ogni tipo di lavoratori, piena libertà di scegliere le loro forme di lotta, anche “dure”. Tali organizzazioni non riceverebbero un solo centesimo in forma “pubblica”, dovrebbero essere integralmente finanziate dagli associati, che eleggerebbero i loro dirigenti (se pagarli, facendoli diventare funzionari, oppure no, sarebbe una loro scelta). L’elezione andrebbe comunque debitamente certificata e dovrebbe ripetersi ogni tot anni (la durata a preferenza degli associati). E, dulcis in fundo, ogni eletto sarebbe revocabile in ogni momento secondo la prassi stabilita dalla Comune di Parigi, la più alta forma di rappresentanza “inventata” dalle classi subalterne (ed è per questo, non a caso, che ha fatto la fine che ha fatto!).

Va detto, per completezza del “sogno del Grande Dittatore”, che la Triplice sindacale non sarebbe il solo obiettivo; almeno contemporaneamente, l’esercito verrebbe inviato a sgombrare e chiudere – fucilando chi si oppone – Palazzo Madama, Montecitorio e la sede di Confindustria in Viale dell’Astronomia. Visto che si sogna, facciamo un repulisti completo dei centri nevralgici dell’attuale “catastrofe italiana”.

Fine del sogno! Tuttavia, come tutti i sogni ivi compreso quello del comunismo, esprime una direzione delle proprie convinzioni e preferenze; e dunque dà forma alla battaglia culturale, con riflessi (si spera) anche politici, che uno intende combattere. E’ meglio dichiarare con nettezza le proprie simpatie e idiosincrasie; chi legge sceglierà meglio da che parte stare. E anch’io saprò con quanti figli di p….ho a che fare e con quanti (so che sono ancora pochi) potrò intendermi.

“Salutamme”!