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Di vicepremier e muratori (la geometria variabile della giustizia italiana)

di Miguel Martinez - 24/07/2007

 

Se mettete insieme "Ponte Felcino" e "montatura" su Google, troverete una quantità notevole di riferimenti a pagine contenenti elenchi di notizie.

Tutti i riferimenti sono strutturati però allo stesso modo:

"... moschea di Ponte Felcino di un centro per la "formazione di terroristi", ...  "Basta montature su Unipol" Il vicepremier: salta lo stato di diritto... così salta per aria il sistema democratico".

Quando si tratta del "vicepremier", la notizia è che lui, con saltellanti metafore bombarole, denuncia la "montatura" e dichiara che la dottoressa Clementina Forleo ha abolito la democrazia in Italia. L'insolente ragazza si era permessa, infatti, di scrivere che Massimo D'Alema e altri cinque (due di sinistra e tre di destra) sembrano essere  “consapevoli complici di un disegno criminale”.

Ma non basta.

A denunciare al posto di D'Alema la "montatura", nonché la Forleo, ci pensa lo stesso Presidente della Repubblica. In alta uniforme, come i carabinieri di Bocca di Rosa.

Invece, quando a essere indagati sono un muratore immigrato e due clandestini senza fissa dimora, accusati di addestrarsi a pilotare i Boeing 747 nello stanzino di una moschea (si può fare a piedi scalzi?), la notizia è solo l'accusa.

Ripartiamo, come facciamo ogni tanto, da zero.

Cioè dal numero di atti di "terrorismo islamico" commessi finora sul suolo italiano.

Nulla impedisce che domani un imam butti giù il Colosseo con un colpo di karaté: è vero.

Ma finora non è successo, ed è l'unico dato sicuro che abbiamo su questa storia.

Per questo banale motivo, tutti i clamorosi casi di inchieste sul "terrorismo islamico" sono finiti, finora, nel nulla. Se non lo sapevate, non è colpa vostra: è perché le assoluzioni in Televisione non le vediamo nemmeno.[1]

Il resto è, dunque, zero.

Con un certo ritardo, ecco alcune delle reazioni all'ultima novità su quello che possiamo quindi chiamare Fronte Zero.

C'è Magdi Allam, con il suo solito stile da Musulmano Moderato:

"Chiudiamo le moschee dell'odio, della violenza e della morte. Via dall'Italia i predicatori del terrorismo islamico. Grazie alla Digos per gli arresti di Perugia, complimenti al capo della Polizia Manganelli e al ministro dell'Interno Amato".

E' un articolo sul Corriere della Sera, non un volantino distribuito dal Comitato Fora dae Bałe di Treviso.

Il dubbio, si sa, non è una qualità degli estremisti.

Magdi Allam parla di "ennesima conferma", della  "certezza che si tratta di una realtà strutturale"; e dice, "di ciò ormai le autorità di sicurezza sono convinte perché si tratta della nuda e cruda realtà."

E poi Magdi Allam si dà una divertente zappa sui piedi:

"Sarebbe assai grave se la vicenda di Perugia, così come è già accaduto in esperienze simili a Cremona, Milano, Bologna, Genova, Torino, Brescia e Firenze, si concludesse con il sorriso e la soddisfazione dei responsabili della sicurezza."

Questa frase obliqua vuol dire che in tutti quei casi, i "responsabili della sicurezza" hanno soffiato per aria clamorose bolle di sapone con sorridenti e soddisfatte conferenze stampa.

Ma torniamo al vicepremier Massimo D'Alema, che si schiera in prima linea sul Fronte Zero, proclamando che "il terrorismo fondamentalista è la più grande sfida del nostro tempo".

E' bene ricordare che i muratori di Ponte Felcino sono il vero problema. Altroché il Po che si prosciuga, il petrolio che sta finendo, il deserto che avanza e il minacciato crollo del sistema pensionistico.

D'Alema ed el Korchi ci ricordano un'antica verità.

C'è chi sulla barchetta ci prende il sole, c'è chi invece la barchetta se la deve mettere in testa quando prepara il calcestruzzo.

barchetta_carta

NOTA:

[1] Gli indagati nei processi per "terrorismo" sono stati spesso condannati per reati minori, ad esempio la falsificazione di permessi di soggiorno, che sta all'immigrazione come il parcheggiare in seconda fila sta al traffico cittadino.

Ci sono state inoltre alcune condanne per assistenza offerta da non italiani a movimenti di opposizione in paesi fuori dall'Italia.