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La diffamazione sul master Mattei si rivela nelle sue trame e nei suoi autori

di Antonio Caracciolo - 24/07/2007

 


Leggo oggi sulla testata “Informazione Corretta”, la cui natura e funzione si conferma ancora una volta, proprio oggi “riceve” e “volentieri pubblica” una lettera del Brunello Mantelli torinese che da un server, impropriamente usato. dell’Università di Torino, ha condotto una campagna diffamatoria contro l’Università di Teramo, ed in particolare contro un Master diretto e coordinato da un docente di quella università, il prof. Claudio Moffa, professore ordinario di storia ed istituzioni dei paesi afroasiatici. Ad una persona di normale buon senso non parrà strano che un “professore ordinario” di storia ed istituzioni dei paesi afroasiatici offra a chi ne è interessato un Master sui problemi mediorientali, secondo un’ampio spettro di problemi e di partecipazioni, dove nessuno che si voglia confrontare in un libero dibattito e contradditorio è stato mai escluso. A differenza di altri master cosiddetti universitario, il Master teramano si è distinto per aver attinto i suoi insegnanti non già nella ristretta rosa dei colleghi di facoltà (= favore reso oggi, restituito domani, a tutto scapito degli iscritti al master) ma fra quanti nel vasto mondo potevano essere una voce autorevole. Naturalmente, non si sono fatti discriminazioni, nel pieno rispetto degli artt. 3, 21 e 33 della costituzione. Ma come sa ogni studente di diritto costituzionale, la costituzione italiana ha solo un valore programmatico. Nel frattempo vige la legge Mantelli-Pezzana, che ha il potere di imporre veti alla libertà di pensiero e di ricerca nonché di chiudere master universitari, complici gli agenti teramani chiamati in causa dallo stesso Mantelli.

La lettera di Brunello Mantelli merita più di un commento. Ometto deliberatamente il prof. al Mantelli e non me lo attribuisco neppure io stesso, ormai tanto in basso è scaduto il livello intellettuale e morale della docenza universitaria italiana che per quanto mi riguarda preferisco fregiarmi del solo bel nome, limpido ed onesto, che mi ha consegnato mio padre. La concertazione fra “Informazione Corretta” ed il Brunello torinese è stata documentata da una pubblica riunione che si è tenuta in un primario palazzo della regione piemontese. In quella sede hanno parlato Angelo Pezzana, Mantelli ed altri degli stessi temi che ora si leggono nella Lettera, che la redazione “riceve e volentieri pubblica”. Non ho gli stessi dati che Mantelli pensa di avere sul finanziamento del master Mattei. Non posso sapere (e neppure mi interessa saperlo: ho altro cui interessarmi) quali siano i finanziamenti di “Informazione Corretta”. Se risultasse da dove il denaro pervenga a delle persone il cui compito è di indicare in un elenco di “cattivi” tutti quelli che per un qualsiasi e minimo motivo non sono nelle grazie del governo israeliano o delle comunità ebraiche italiane o delle cinquanta associazione di amicizia Italia-Israele, il cui compito è forse quello di organizzare una inimicizia attiva contro tutti quegli italiani che non si sentono di esternare la loro amicizia e genuflessione verso il Potere israelitico al suo interno o all’estero. Se però si accetta sia pure in termini figurati di usare il termine “vittoria” per lo squallido episodio che ha dato un brutto colpo alla dignità di una università che ha chiuso le sue porte (interruzione di pubblico servizio) per non far svolgere una normale attività accademica ed offeso un’intera cittadina presa d’assalto da squadracce venuta da Roma e qualificatesi esse stesse come “ebraiche”, ottenendo il plauso alle violenze da parte dello stesso portavove Riccardo Pacifici che sguaiatamente ha parlato di “cinquine”, che però hanno portato alla rottura di una costola del vicequestore scambiato per un pacifico uditore di ciò che Robert Faurisson poteva dire, ma che in questa democratica repubblica nata dalla resistenza e dalla lotta al nazifascismo non doveva neppur proferire verbo non già all’università, ma neppure in luogo privato al chiuso. Questa è la vittoria che il gruppo Pezzana-Mantelli ha conseguito, un’assai turpe vittoria, almeno dal mio punto di vista e finché per legge non mi si costringerà a cambiar testa, impiantandone una clonata su quella del duetto Pezzana-Mantelli. E dunque se si usa il termine militaresco di “vittoria” per imprese quanto mai ignobili io posso ben usare quello di “servizio di retrovia” dell’esercito israeliano per tutta l’attività di “Informazione Corretta”.

Ma andiamo per punti:

1°) Il Mantelli torinese dà notizia agli “amici” di Informazione Corretta che il Consiglio di Facoltà teramano ha approvato »all’unanimità« la chiusura del master Mattei. Ebbene, per chi sa cosa sono e come funzionano i consigli di facoltà quel »all’unanimità« fa sorridere. Ed al posto di quelli che erano presenti ed hanno effettivamente votato io avrei qualche preoccupazione. Interessante sapere quanti erano presenti e quanti assenti giustificati. Lo potrò sapere, quando avrò una copia del Verbale di facoltà, che di solito viene approvato nella seduta successiva. Non so se quel Verbale è stato ancora approvato, secondo la consueta prassi.

2°) L’«ovviamente» riferito al voto contrario del prof. Moffa è un’ovvia idiozia tutta attribuibile al Mantelli che da Torino tanto si interessa di ciò che succede in un villaggio di provincia come Teramo, che pensa di essersi insuperbita per l’istituzione una università tutta teramana, sta dando la prova che possiamo osservare sotto i riflettori della stampa nazionale. Per fortuna, ognuno è ancora libero di formarsi un autonomo giudizio al di là delle imbeccate fornite da “Informazione Corretta”.

3°) Da un punto di vista rigorosamente amministrativistico l’asserzione che il master avesse preso la «piega del tutto priva di contenuti scientifici ed apertamente antisemita, giungendo fino ad invitare il noto negazionista Robert Faurisson, lo scorso maggio» è tutta farina del sacco dello stesso Mantelli, coadiuvato dal Pezzana di I. C. Si tratta di un’asserzione dello stesso Mantelli. Ma chi è costui? E di quale autorità ritiene di essere stato investito? Inestito da chi? Se non ritiene di avere autorità sufficiente pensa di essere stato suffragato da altre autorità idonee? E quali sarebbero? Le 900 firme? Raccolte dove e come? Presso un notaio che le ha certificate? E per chiedere cosa? e con quale diritto? Forse per dire che in questo paese è stato sospeso il valore degli artt. 21 e 33 della costituzione? Questi quesiti verranno posti nella sede competente ed all’autorità competente.

4°) Cosa vuol dire “negazionismo”? In una mia lettera a “La Stampa” ho definito del tutto privo di significato scientifico il termine negazionismo, che ancora una volta si conferma per azione concertata del duetto Pezzana-Mantelli un concetto costruito non a fini di scienza, ma a scopi pratici di “diffamare”, “denigrare” e per fare opera di delazione il giorno in cui le comunità ebraiche d’Italia, certamente lobby potenti, ottenessero l’introduzione anche in Italia delle leggi liberticide altrove imposte, grazie al concorso determinante delle stesse comunità ebraiche. Se ciò avverrà anche in Italia, ogni cittadino italiano sarà alla mercé di ogni ebreo che voglia accusarlo di “negazionismo” e quindi di “antisemtismo”. Prevedo che si produrrà un nuovo antisemitismo che non avrà nulla a che fare che l’antisemitismo nazista. Del resto, che io sappia, nessun autore cosiddetto “negazionista” ha mai negato alcunché, ma ha solo inteso – fondamente o meno – affermare qualcosa che riteneva di aver scoperto sulla base di ricerche e documenti. Se queste teorie sono inaccettabili, “non scientifiche”, lo si può stabilire non per decreto mantelliano-pezzaniano, una volta per sempre, ma con un dibattito continuo che proprio nelle aule universitarie dovrebbe avere la sua sede privilegiata: è esattamente quello che ha recentemente sostenuto una rivista, notoriamente sovversiva e negazionista come “Civiltà Cattolica”, di cui non passa riga senza che sia vistata dalla segreteria di stato vaticana. È oggi papa quel cardinale Ratzinger, nel cui onore decenni or sono la Facoltà di Giurisprudenza teramana aveva organizzato un convegno con numerosi baciamano, ai quali io laico impenitente non avevo voluto partecipare. Se Teramo è tanto devota a Sua Santità sarebbe auspicabile che non si limitasse ad ipocriti baciamano ma accogliesse l’insegnamento del Santo Padre che in questo caso, attraverso l’organo dei gesuiti, impartisce una lezione di libertà e di apertura mentale. Un fatto che non avrei mai potuto immagine come possibile: un papa che offre lezione di laica libertà alle università statali! Inaudito! Per aver reso possibile l’inverosimile il Consiglio di Facoltà di Scienze Politiche teramano dovrebbe nuovamente all’unanimità (compreso il prof. Moffa) chiudere non già il master, ma la stessa Facoltà, incapace di comprendere il senso di un’istituzione universitaria.

5°) Cosa è un master? E diciamo pure: un master universitario? Se il Brunello Mantelli ed il suo amico Angelo Pezzana si va bene ad informare vedrà che non ha nessun valore legale. Hanno un valore legale le vecchie lauree pre-riforma 3 + 2, ed ora le lauree triennali e quelle del biennio specialistico. Ma un master, fatto dentro o fuori le università, non ha assolutamente nessun valore legale. Se un giorno, come in molti chiedono, sarà abolito anche il valore legale delle attuale lauree, uno studente dovrà unicamente scegliere se andare a lezione dal prof. Mantelli o dal prof. Moffa o da altri ancora. Spenderà il suo denaro come meglio crede, a suo rischio e pericolo. Quindi, il Mantelli torinese mostra ignoranza sulla portata della sua “vittoria”.

6°) Il Mantelli nella sua lettera al caro amico Pezzana, che ha “ricevuto” e “volentieri pubblicato” la lettera dice a mio avviso una cosa estremamente grave sulla quale in assenza di prove mi era astenuto da un aperto commento. Per quanto posso al momento valutare da notizie di stampa, senza avere il testo del Verbale di Facoltà, giudico la deliberazione adottata come: illogica, infondata, incostituzionale. Adesso sulla base delle dichiarazioni pubbliche di Mantelli ritengo che sia anche “sospetta”. Il Mantelli mena vanto delle sue firme (per la verità in buona parte raccolte in e tramite siti con il nome significativo “Un cuore per Israele” e simili), 900 dice, di cui ben 300 di Accademici (!). Essendo la sede universitaria teramana quella che fra docenti pendolari si chiama in gergo una “sede di passaggio”, è da chiedersi se fra quei 300 Accademici (!) ve ne sia anche uno soltanto il cui voto possa essere determinante o anche solo debolmente influente per la “chiamata” dalla sede teramana “di passaggio” di anche uno soltanto docente teramano che abbia in animo di lasciare il purgatorio teramano per una destinazione universitaria a lui più consona e gradita. È lo stesso Mantelli ha riferire di aver ottenuto “ringraziamenti” da parte di docenti teramani: «da alcuni dei quali ho ricevuto ringraziamenti personali per la mozione e la sua larga diffusione», per aver fornito un così bel servizio alla sede in cui prestano il loro servizio.

7°) È da rilevare che per quanto se ne sappia pubblicamente la motivazione dell’atto di chiusura del master non è stata del tenore: perché nella città di Teramo è venuto un certo cittadino francese di nome Faurisson, il quale peraltro non ha potuto parlare all’università, giacché l’università ha chiuso saggiamente i battenti (= interruzione di pubblico servizio) né nell’ambito delle ore del master né in quelle delle ore dell’insegnamento dello stesso prof. Moffa, ma non ha potuto parlare neppure in luoghi pubblici e privati della stessa cittadina di provincia. Insomma, il nome Faurisson non compare e non poteva comparire nel testo della deliberazione perché stridentemente in contrasto con gli articoli della costituzione. Si è quindi ripiegato sull’unica motivazione (di copertura) ammissibile: non confacente all’offerta didattica complessiva. Cosa? un master sull’odierno Medio Oriente? Ma allora di cosa si occupa una facoltà di Scienze Politiche? Di malattie equine? Mi dicono che il Rettore teramano – contattato dal Mantelli – è in effetti un docente di veterinaria. Quindi, è lo stesso Mantelli ha fornire la prova di quelle connessioni sulle quali qualcuno dovrebbe indagare sotto il profilo della legittimità e liceità della delibera di facoltà.

8°) A proposito dei magnifici 900 io ho già esternato che a mio avviso hanno commesso un illecito giuridico. In questo periodo vanno di moda le raccolte di firme. Se si tratta di firme referendarie, ognuno sa che occorre esibire un documento e quindi firmare davanti ad un certificatore. Il tutto va poi alla Cassazione. Niente di simile per le firme di cui stiamo parlando. Ma a mio avviso andrebbe distinto il caso il cui si firma in astratto, ad esempio, per la pace nel mondo, per la felicità sulla terra, per il trionfo della giustizia, perché piova nei paesi devastati dalla siccità. Altro è una raccolta di firme perché un ben determinato cittadino venga negata la libertà ad ognuno sancita in un articolo della costituzione. Se chi riceve siffatte firme accoglie la richiesta, commette a mio avviso un ulteriore illecito giuridiche. E qui ritorniamo alle responsabilità di rettore e preside teramano. Non sono io competente a giudicare, ma non avrei dubbi sulla sentenza da rendere.

9°) Non conosco il nome “Brunello Mantelli” se non da quando è emerso alla mia attenzione in relazione ad una così squallida impresa, già da me numerose volte descritta nella sua reale natura. Ha però qualcosa di infantile la sua irrefrenabile voglia di “cantar vittoria”. Ma di che? Abito e lavoro in Roma. Non ho mai insegnato nel master Matter e non ho mai avuto a che fare con il cosiddetto negazionismo, anche se da taluni mi ci si vuol ficcare dentro a tutti i costi. Al di là del nome (“Enrico Mattei”, ma potrebbe anche essere “Giuseppe Garibaldi, eroe dei due mondi” con un bel ritratto di Garibaldi come logo) è del tutto ovvio che si tratta di un Istituto di Alti Studi (per la qualità dei frequentati: già laureati; e dei docenti: i più qualificati del settore) sul Medio Oriente e per il taglio e l’impostazione data può genericamente dirsi un Istituti di studi geopolitici. Che vuole adesso il Mantelli coadiuvato dal suo amico Pezzana? Vuole impedire a cittadini italiani di costituire un Istituto «privato» di studi geopolitici? È questa la libertà di cui gode il nostro paese messo sotto il tacco di Mantelli e della carica dei suoi 900? Dico “privato” perché gli attuali Master universitari non hanno nessun valore “legale” e quindi non sono l’equivalente di una “laurea”. Possono avere tutt’al più un valore di menzione in un curriculum. Non è detto che i master universitari abbiano di per sé un maggior prestigio per il fatto di svolgersi fisicamente in un’aula universitaria. Sono assolutamente certo che d’ora in poi ne avranno sempre di meno.

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ALLEGATO

Riceviamo dal professor Brunello Mantelli e volentieri pubblichiamo:

Cari amici

Stamattina, 3 luglio 2007, il Consiglio di Facoltà di Scienze Politiche ha approvato all'unanimità (con il solo voto contrario di Claudio Moffa, ovviamente), la chiusura formale del master "Enrico Mattei in Medio Oriente", che il Moffa dirigeva presso quell'Ateneo. Come ricorderete, il "master Mattei", per iniziativa del suo coordinatore, aveva preso una piega del tutto priva di contenuti scientifici ed apertamente antisemita, giungendo fino ad invitare il noto negazionista Robert Faurisson, lo scorso maggio. Contro l'invito a Faurisson e più in generale l'indirizzo preso dal master si era levata un'ampia protesta da parte di accademici e non, che aveva raccolto oltre 900 adesioni. La chiusura del master va perciò letta anche come una vittoria della mozione e dei suoi firmatari, oltre che, naturalmente, come frutto delle iniziative prese dal Rettore dell'Ateneo teramano e dai colleghi della locale Facoltà di Scienze Politiche (da alcuni dei quali ho ricevuto ringraziamenti personali per la mozione e la sua larga diffusione). Come colui che, caduta da cavallo, annunciava agli astanti di aver avuto comunque la ferma intenzione di scendere, subito dopo il voto in Consiglio di Facoltà che lo ha visto seccamente perdente, Claudio Moffa ha diramato, per e-mail e tramite il suo sito, privato ma dedicato al master (http://www.mastermatteimedioriente.it/), la notizia del trasferimento del master stesso a Roma, non in una università ma come corso post-laurea che si svolgerebbe nell'ambito di una struttura autonoma, denominata "Istituto 'Enrico Mattei' di Alti Studi in Medio Oriente" (IEMASMO). Inutile dire che del rigetto subito da parte della Facoltà e dell'Ateneo teramani non ha fatto alcun cenno! Come dicevo, lo svolgersi degli eventi rappresenta una sicura vittoria: il master Mattei non potrà più fregiarsi della qualifica di master universitario né tantomeno conferire un titolo dal valore legale. Restano però aperte alcune questioni: supposto che ll citato IEMASMO sia qualcosa di reale e non una fantasia partorita sul momento dal cervello di Moffa, dove conta questi di reperire i finanziamenti, sicuramente cospicui, che creare una struttura del genere sempre comporta? Questioni del genere era già legittimo porsele in precedenza circa il master stesso: posto che ogni corsista costa in media 10.000 euro, e che nel caso specifico gli iscritti pagavano 1.300 euro di tasse, dove recuperava Moffa il resto dei denari? A fortiori bisogna porsele ora, se l'IEMASMO dovesse nascere sul serio. In secondo luogo, occorrerà vigilare, se il master proseguisse sulla linea ora indicata da Moffa, perché esso ed il fantomatico IEMASMO non abbiano alcun riconoscimento da parte del ministero e non possano quindi rilasciare titoli dal valore legale. In terzo luogo, infine, l'eventuale costituzione di un istituto quale quello prefigurato da Moffa che portasse il nome di Enrico Mattei dovrebbe suscitare l'attenzione critica dell'ENI e della Fondazione "Enrico Mattei", attenzione critica che sarà il caso di sollecitare.

10°) A meno che non pensi di assoldare picchiatori stipendiati il Mantelli ed il suo sodale Pezzana non possono impedire agli uni di insegnare ed agli altri di ascoltare ed apprendere, interloquendo ogni volta che lo vorranno. Per questo pagano i discenti pagano di tasca loro senza nessun onere per il contribuente. Francamente, per quello che ho potuto saperne, il costo medio di 10.000 euro a studente mi riesce del tutto fantastico e sarei curioso di apprendere da dove l’ineffabile Mantelli torinesi lo abbia ricavato. Il problema lo assilla tanto da fargli perdere il sonno e spingerlo alla follia maniacale. Mi sono informato, ufficiosamente da chi potevo farlo, e mi è stato detto che la facoltà teramano non ha mai dato di suo una sola lira al Master. Ha invece riscosso i soldi versati dagli iscritti, che dovrebbero essere liberi di spenderli come meglio credono: se a Teramo, ossia in un luogo disagevole da raggiungere, o in Roma, molto più facile da raggiungere e molto meglio collegata che non Teramo. A fronte di un bacino di utenza di 50.000 abitanti Roma offre oltre tre milioni di possibili interessati ad corso di alti studi geopolitici in aggiunta a quanti possono venire facilmente da Napoli o Firenze. Quindi, se Mantelli ama ragionare come si usa all’asilo infantile, col la sua “gloriosa” impresa dei 900 ha ottenuto: a) di screditare non il prof. Moffa ed i docenti che hanno insegnato nel suo master (tra questi: Giulio Andreotti, che ha tenuto qualche conferenza con presenza pavoneggiante del preside Pepe che ora chiude chiude il master in quanto “non compatibile con le Scienze Politiche Astrali”), ma la stessa università teramana nella sua interezza; b) ha tolto il master da una sede di provincia per indurlo a trasferirsi nella capitalie, con evidenti vantaggi logistici; c) ha prodotto un vasto contromovimento di protesta che prima della “gloriosa” impresa neppure esisteva. In questo “Comitato per la libertà di pensiero” il Mantelli, con la faccia che gli è propria, ha pure di recente tentato per ben due volte di iscriversi: è stato dichiarato persona “non gradita” proprio in virtù delle sue gesta, in netto contrasto con gli artt. 21 e 33 della costituzione. Altro titolo di esclusione varrà per ognuno dei Magnifici 900 che allegramente, a seconda della moda e del vento, firmano di qua e di là. Insomma, questa la Grande Vittoria della “coppia di fatto” Mantelli/Pezzana.

Un caro saluto.


Brunello Mantelli