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Baquba: vivere in una città morta

di Ahmed Ali - 26/07/2007

 


 

 


BAQUBA -- La vita dominata dalla violenza  nella città capoluogo di Diyala è diventata una lotta per la sopravvivenza da combattersi giorno per giorno.

Intense operazioni dell'esercito USA, squadroni della morte di matrice settaria, e militanti di al-Qaeda sono fattori che si sono combinati per rendere la vita a Baquba, a 30 miglia a nord est di Baghdad, impossibile.

Il movimento dalla città ad un'altra destinazione è estremamente pericoloso. I sequestri sono continui nella città senza legge dove il controllo da parte del governo è solo un miraggio.

La mancanza di sicurezza e mobilità ha significato grave carenza di combustibile, cibo, forniture mediche, ed altre necessità.

Il mercato centrale della città di circa 325.000 abitanti è svanito. Non sono solo finiti gli acquisti. La gente era solita incontrarvi le conoscenze, socializzare e talvolta fare affari.

La violenza continua ha messo fine a tutto. Il mercato si è sparso nei vari distretti della città. Molti negozianti hanno riaperto esercizi più piccoli dentro le loro case ed hanno abbandonato le vecchie ubicazioni.

Nelle ultime settimane circa due o tre persone sono state uccise o sequestrate al mercato. Ciò ha avuto inizio addirittura prima che l'operazione Arrowhead Ripper dell'esercito USA venisse lanciata lo scorso mese con l'intenzione di colpire le forze di al-Qaeda. Ora i residenti dicono che è molto peggio.

"I soldati hanno chiuso tutte le uscite dalla città, e non permettono mai il traffico di auto", dice a IPS Amir Ayad, un assistente professore di scienze di 51 anni dell'Università di Diyala. "Per arrivare al mio college, devo prendere una carrozza, come fanno altre persone. Si tratta di 5 chilometri ed è meglio che farseli a piedi".

"Per gli esami finali, che sono stati sfortunatamente tenuti in questo periodo di operazioni militari, gli studenti dovevano camminare per ore per arrivare a dare gli esami", dice a IPS il professor Majeed Abid. "Arrivavano esausti e sudati".

Carri a trazione animale sono diventati il nuovo business di Baquba. La maggior parte sono trainati da asini, ed ogni carro porta 10-15 passeggeri che pagano due o tre dollari a viaggio.

"Ogni giorno porto le verdure con il carro per quattro chilometri e pago 25-35 dollari per questo"  dice a IPS Adil Omran, di 29 anni. "Per questa ragione, i prezzi sono aumentati enormemente".

"Un comune pomodoro coltivato in Iraq, vale in genere sei centesimi", dice Mahmood Ali, un insegnante in pensione. "Oggi lo paghiamo 1,25 dollari. Le famiglie ora tendono ad acquistare una o due sacchi di patate [30 chili ognuna] perché non possono permettersi le altre verdure".

A complicare la situazione c'è l'irregolare pagamento degli stipendi per le incertezze nella situazione della sicurezza.

"Gli impiegati erano abituati a ricevere i loro stipendi ogni mese, ma da un anno e mezzo riceviamo il denaro solo ogni 50-70 giorni", dice a IPS Kadhim Raad, 44 anni, impiegato al comune di Baquba.

"Il personale del Ministero dell'istruzione non ha ricevuto lo stipendio per tre mesi perché non c'era contante nelle banche" dice a IPS Sara Latif, un funzionario del dipartimento finanziario del Direttorato Generale dell'Educazione.

La gente sta cercando modi di abbandonare questa città di violenza continua, stipendi pagati in ritardo, mancanza di lavoro, mancanza di mercati all'aperto, fabbriche chiuse, cattivo funzionamento dei servizi della municipalità, e poca agricoltura per la mancanza di elettricità e acqua.

In media a Baquba viene distribuita l'elettricità per una o due ore al giorno. Non è raro passare tre o quattro giorni senza un minuto di elettricità.

La maggior parte della gente ha acquistato piccoli generatori ma la mancanza di cardurante spesso rende impossibile farli funzionare. Prima dell'invasione USA un litro di benzina in Iraq costava cinque centesimi; oggi a Baquba ci vogliono circa due dollari.

Non ci sono stazioni di servizio in funzione. La gente compra taniche da 20 litri.

"La gente ha dimenticato cos'è una stazione di servizio", dice a IPS Hamid Alwan, un tassista quaranteseienne.

Ma tutto ciò non è la preoccupazione principale, che rimane quella di restare vivi.

(Inter Press Service)




Originale da: ANTIWAR

Articolo originale pubblicato il 24 luglio 2007

L’autore

Gianluca Bifolchi è membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguística. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.

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Tradotto da  Gianluca Bifolchi