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La morte nascosta dei Marines. D'ora in poi la base di Fort Lewis celebrerà funerali 'collettivi'

di Luca Galassi - 26/07/2007

Troppi morti in Iraq: d'ora in poi la base di Fort Lewis celebrerà funerali 'collettivi'
Scarponi militariMeno messe. Muoiono così tanti soldati in Iraq, che le autorità della base militare di Fort Lewis hanno deciso di tenere un funerale collettivo una volta al mese, anziché singole funzioni come era abitudine sino ad oggi. A maggio, sono stati 20 i militari addestrati a Fort Lewis che hanno perso la vita in Iraq. Troppi, forse, per i vertici della base. Troppi, perchè il volto della morte fa male. All'opinione pubblica, ai parenti delle vittime, al morale delle truppe. Meno si celebrano messe funebri e meglio sarà, ha pensato il generale Charles H. Jacoby, quando il mese scorso prese una decisione così impopolare da scatenare l'ira dei familiari delle vittime e delle associazioni di veterani. Eppure - è la spiegazione del comando di Fort Lewis - bisogna trovare un equilibrio tra l'esigenza di onorare i caduti e la realtà pratica: gestire una funzione richiede tempo, bisogna coordinare il saluto dei fucilieri, organizzare l'accoglienza dei parenti e via dicendo.

Cerimonia a Fort LewisCambiano i tempi. Onorare la loro memoria è stato finora più di un obbligo, per i cappellani. Fort Lewis, la terza base militare degli Usa, ha 10 mila dei suoi 28 mila uomini impegnati all'estero. La maggioranza di questi fanno parte delle Stryker Brigades, unità addestrate per la guerra urbana, quindi più esposte ai rischi di altre. Durante le guerre di Corea e Vietnam, le basi erano esclusivamente luoghi di addestramento. I militari da qui partivano, spesso per non farvi ritorno, al termine della missione. I memorial, servizi funebri, erano assai infrequenti. Oggi la situazione è cambiata. La base è il centro della comunità, ed è lo stesso esercito a propagandare una filosofia che vede nel servizio militare un momento di educazione, di lavoro, occasione per sviluppare nella stessa comunità il senso di appartenenza alla patria necessario per sostenere un esercito e una politica estera sempre più criticata. L'ultimo sondaggio condotto dalla Gallup e pubblicato oggi dalla stampa americana vede l'indice di popolarità di Bush al minimo storico: il 65 per cento dei cittadini Usa disapprova il proprio presidente. Minor gradimento (66 per cento) era stato tributato solo a Nixon, quattro giorni prima che si dimettesse.

La decisione di officiare una funzione collettiva era in realtà già stata presa due mesi fa, ma il generale Jacoby aveva ritrattato un mese dopo, assicurando che le cerimonie avrebbero continuato a essere individuali. La politica dell'esercito sui memorial services varia di base in base. In molte di queste, inclusa la più grande di tutte, Fort Hood in Texas (19 mila soldati impegnati oltremare), le funzioni sono su base mensile. Nessuno si è mai lamentato, perchè questa era la prassi.

L'elmetto di un caduto"Una pazzia". Sue Rothwell, che gestisce un ristorante vicino alla base, da alcune settimane scrive i nomi di ciascun caduto su una targa fuori dal locale. "Ciascuno di loro - ha detto - merita un'attenzione individuale, e toglierla significa togliere qualcosa al peso e al significato della loro morte". Per altri, invece, minimizzare la loro morte, o quantomeno rarefarla, può essere un modo per non turbare chi è in attesa di partire per il fronte. Al memorial dei sei soldati uccisi il 6 maggio scorso a Baquba, c'erano oltre 700 persone. Anche se durante i funerali collettivi, i parenti si incontrano e condividono il proprio dolore, cambiare il consolidato rituale funebre di Fort Lewis ha già prodotto indignazione e malcontento."E se mio marito muore all'inizio del mese e la funzione è fissata per la fine - ha detto al Washington Post Toni Shanyfelt, moglie di un militare in Iraq -, cosa devo fare, aspettare tutto il mese? Non so se per la base è più conveniente, ma per me è una pazzia".