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Quello che “La Casta” non dice ve lo diciamo noi. In edicola ultimo numero de Il Consapevole

di redazionale - 31/07/2007

LA CASTA DEI PUPI E LE BANCHE DEI PUPARI

Quello che “La Casta” non dice ve lo diciamo noi

 

Quello che Stella e Rizzo non dicono: la riforma del sistema paese dietro il teatrino della politica. Marco Della Luna parte da un’attenta analisi del recentissimo libro La Casta evidenziandone i limiti di allegro affresco del malaffare parlamentare e spingendo la sua analisi dove gli autori del libro non arrivano: al cuore del problema, ovvero alla privatizzazione legalizzata della Banca d’Italia e all’incremento del potere del sistema bancario sulle nostre vite.


In questo numero gli interventi di: Marco Della Luna, Eugenio Benetazzo,

Maurizio Pallante, Marco Cedolin,

Massimo Mazzucco, Webster Griffin Tarpley,

Monica Di Bari, Associazione COMILVA.

 

In primo piano

Protossido di azoto per il motore della globalizzazione – Eugenio Benetazzo
La globalizzazione è una conseguenza del turbocapitalismo. Con questo termine si individua una miscela esplosiva fatta da capitali presi a prestito a bassi tassi di interesse ed un mare di strumenti finanziari derivati presenti sul mercato. Questa miscela funziona proprio come il protossido di azoto nelle automobili da corsa: una volta iniettato nel motore, fa raggiungere performance strepitose. Tuttavia il protossido d’azoto può causare l’esplosione del motore,soprattutto se usato in maniera irresponsabile e per un tempo eccessivo rispetto alla tolleranza meccanica e termica del motore stesso.

Lo sgabello a tre gambe. Intervista esclusiva a Maurizio Pallante – Marco Cedolin

Stili di vita individuali, innovazione tecnologica mirata e impegno politico. Secondo Maurizio Pallante la decrescita è come uno sgabello a tre gambe: nel momento in cui uno dei tre sostegni viene a mancare, la seduta rovina a terra. Per questo ognuna delle gambe è ugualmente importante rispetto alle altre, e tutte e tre sono indispensabili e fondamentali.

 

Barattare, donare, riciclare – Monica Di Bari

Donare: dare ad altri spontaneamente e senza compenso.

Il dono non è sterile elemosina o un regalo studiato per ricevere in cambio una contropartita diretta. Donare significa far fronte all’esigenza di un singolo che è comunque parte di un gruppo, nella consapevolezza che prima o poi un’esigenza simile toccherà al donatore stesso.

 

E inoltre

Non siamo noi i terroristi. Il mito dell’11 settembre Webster Tarpley

Il fallimento della Costituzione Europea Eduardo Zarelli

Gli USA alla conquista dello spazio: intervista a Gabiele Garibaldi

La Casta dei pupi e le banche dei pupari Marco Della Luna

Cambiare l'economia? Basta affidarsi al cuorePierluigi Paoletti
Grandi opere: le alternative ci sono: intervista
a Marco Cedolin

Energia: 30.000 euro portati dal ventoCarlo Bertani

Permacultura: l’impronta leggera del Basilico

Vaccini e bugiardiniRomina Alessandri

Quando lavorare non stanca: intervista ai fondatori dell’Associazione Coscienza e Salute

Anteprima: dal Consapevole n. 12
Lo sgabello a tre gambe: intervista esclusiva a Maurizio Pallante

Marco Cedolin

 

Clima, ambiente, grandi opere, rifiuti, energia. Maurizio Pallante, sollecitato dalle domande di Marco Cedolin, ci fornisce un ritratto chiaro di quello che è il mondo attuale e delle dinamiche e economiche che lo governano. Allo stesso tempo ci offre una visione lucida, appassionata ed estremamente concreta del mondo con la “decrescita applicata”: un mondo di felicità e benessere che tutti noi siamo chiamati a costruire.

 

Si sta parlando molto dell’effetto serra e dei cambiamenti climatici in atto e futuri. Nonostante le grida di allarme spesso vengano condivise dai governi e dagli amministratori e diffuse attraverso i grandi media, si percepisce l’impressione che tali grida siano destinate a cadere nel vuoto. Come mai questi soggetti, che gestiscono le scelte politiche ed economiche, da un lato lanciano l’allarme sulla degenerazione dell’ambiente e del clima, e dall’altro continuano a propagandare la crescita e lo sviluppo come prerogative irrinunciabili per la costruzione del futuro?

Il profeta Isaia diceva che Iddio acceca quelli che vuol perdere. Martedì 26 giugno sul giornale la Repubblica si faceva il resoconto dell’ondata di caldo soffocante che aveva investito il nostro paese (46 gradi a Catania). Questi i titoli degli articoli: L’Italia soffoca; Sud in ginocchio, due morti, black out e incendi. Mezzo milione di anziani a rischio, ecco il decalogo per proteggersi. Afa record, l’Oms avvisa l’Italia “Ogni anno cinquemila vittime”. Nelle pagine di Torino, come se niente fosse, si propagandavano le iniziati ve promozionali per la presentazione di una nuova automobile Fiat. Questo il titolo dell’articolo a tutta pagina: Cinquecento, una festa olimpica. Due giorni in piazza, la settimana prossima, per la nuova nata (sic!) Fiat.
Incapacità logica di fare il banale collegamento tra le emissioni di gas serra degli autoveicoli e l’innalzamento della temperatura terrestre? Schizofrenia? Come si fa a raccontare con toni drammatici i disastri causati da un problema che sta stravolgendo il mondo e far festa per ciò che lo causa? Questo atteggiamento da parte della classe dirigente del nostro paese è più pericoloso dell’effetto serra, che se si volesse e se si fosse più responsabili potrebbe essere affrontato con efficacia.

 

Ritieni che una società nella quale si continua a perseguire la crescita dei consumi, del pil, della movimentazione di merci e persone, degli investimenti in grandi infrastrutture rappresenti davvero, come molti sostengono, un approccio di sviluppo sostenibile? Ed esistono nella realtà dei fatti uno sviluppo ed una crescita sostenibili?

La locuzione “sviluppo sostenibile”, è logicamente un ossimoro a cui qualcuno prova a dare un significato, ma la maggior parte delle volte è usato per nascondere, attraverso un artificio verbale, le peggiori aggressioni all’ambiente. Parlare di sostenibilità in relazione alle grandi opere è soltanto un imbroglio nel tentativo di acquistare il consenso degli ingenui e dei disinformati. In senso buono lo sviluppo sostenibile consiste nella scelta di utilizzare tecnologie meno invasive nei confronti degli ecosistemi, per poter continuare a crescere economicamente. La crescita, senza attenuazioni degli impatti ambientali che genera, corrode rapidamente le condizioni che le consentono di proseguire. Chi sostiene la necessità di sviluppare le fonti rinnovabili in sostituzione di quelle fossili compie un’operazione di questo genere. Se il petrolio finisce e cambia il clima come si potrà continuare a crescere? Per la crescita sono indispensabili le fonti rinnovabili perché si ritiene che siano illimitate e pulite. Consentono di continuare a crescere. Nel caso in cui, per assurdo, si arrivasse a trovare una fonte illimitata e pulita, la crescita non avrebbe più ostacoli a sfasciare il mondo, trasformando in tempi sempre più brevi quantità sempre maggiori di risorse in rifiuti. Se il treno della crescita corre a velocità folle verso un precipizio, lo sviluppo sostenibile si limita a rallentare la velocità di questa corsa, ma non la sua direzione. Ciò che occorre è rallentare la velocità del treno e contemporaneamente cambiare la direzione dei binari su cui viaggia. Per sviluppare le fonti rinnovabili e far sì che possano soddisfare il fabbisogno energetico dell’umanità, occorre inserirle all’interno di un processo di diminuzione dei consumi energetici, attraverso l’eliminazione degli sprechi, delle inefficienze, degli usi impropri, allungando la durata di vita degli oggetti, sviluppando una maggiore sobri! età, rid ucendo le distanze tra i luoghi di produzione e i luoghi di consumo, favorendo le economie locali autocentrate e contrastando la globalizzazione. In una parola: per invertire la tendenza autodistruttiva in atto occorre produrre di meno e meglio.

 

Leggi l’intervista completa sul Consapevole n. 12!

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