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Le ragioni di un debito pubblico così elevato

di Pierluigi Paoletti - 04/08/2007

 

 

Ieri nel gruppo di discussione di centrofondi http://groups.google.com/group/centrofondi?hl=it l’amico

Lino Rossi, che studia da tanti anni il signoraggio, ha mandato un grafico interessante

Da una parte vediamo l’inflazione (in giallo), la linea marrone è la variazione negli anni del

TUS e in rosso l’evoluzione, o forse è meglio dire l’esplosione, del debito pubblico.

Possiamo vedere come fino agli inizi degli anni ’80 il debito pubblico rimase a livelli alti,

ma sempre nella media degli altri paesi europei.

Anche se sarà superfluo ricordarlo, è bene ribadire che il debito pubblico non è altro che la

richiesta di denaro da parte dello stato alla banca centrale (bankitalia o bce): lo stato che ha

necessità di denaro si indebita, per il valore facciale e non per il costo di stampa come

sarebbe legittimo, nei confronti della banca centrale. Questo porta all’assurdo che più

un’economia cresce, più ha bisogno di denaro cartaceo per rappresentare i beni ed i servizi

prodotti, più si indebita. La cosa ancor più difficile da digerire per una mente che usa il

buon senso è che lo stato si indebita con la banca centrale anche per fare infrastrutture,

investimenti, che aiutino lo sviluppo e la crescita del paese e anche per l’assistenza e gli

ammortizzatori sociali.

Tutto questo si può vedere bene nella crescita del debito pubblico durante tutto il dopo

guerra. Ma cosa accadde esattamente negli anni ’80 per far decollare il debito pubblico?

Fino a quegli anni le banche commerciali “finanziavano” le esigenze di cassa dello stato

avendo dei vincoli di portafoglio che le obbligavano a comprare i titoli del debito pubblico a

tassi molto bassi. In quegli anni le autorità monetarie abolirono questi vincoli obbligando

così lo stato ad approvigionarsi a tassi di mercato. La spiegazione ufficiale era che si voleva

evitare che la classe politica al potere (democristiani e socialisti) utilizzasse la leva degli

investimenti pubblici a fini clientelari e di corruzione. La vera ragione era invece che in quel

modo lo stato avrebbe dovuto finanziare tutta la differenza tra entrate e uscite (il disavanzo)

a tassi di mercato, offrendo, grazie alla classe politica miope, collusa e irresponsabile,

guadagni spropositati a tutto il sistema bancario nel suo insieme che acquistava così titoli ad

altissima remunerazione, che arrivarono anche fino al 20% (!!!). Con il divorzio nel 1982 tra

Tesoro e bankitalia (prima il TUS veniva deciso di concerto tra Tesoro e Bankitalia), la

banca centrale decideva in piena autonomia quanto sarebbe costato il denaro e quanto

avrebbe guadagnato tutto il sistema bancario. Se a questo aggiungiamo l’eliminazione dei

vincoli di portafoglio che obbligavano le banche a detenere titoli di stato a tassi bassissimi,

il quadro diventa particolarmente chiaro.

Addirittura ci furono periodi in cui il tasso per le linee di credito praticato dalle banche ai

migliori clienti come Fiat era inferiore a quello che si ricavava dai titoli di stato per cui le

grandi imprese, comprese quelle a partecipazione statale, prendevano soldi a prestito e li

investivano in titoli di stato lucrando la differenza tra tasso pagato alle banche e quello

percepito dai titoli del debito pubblico.

Per una migliore comprensione del periodo consigliamo di leggere il libro di Nino Galloni “misteri dell’euro

misfatti della finanza” ed Rubbettino (€ 10,00). In quegli anni infatti il prof. Galloni era funzionario del

ministero del tesoro e poi è stato direttore generale del ministero del lavoro ed ha vissuto dall’interno,

ostacolando queste assurdità e per questo “allontanato” dalle cariche pubbliche, questo delicato momento del

nostro paese.

Il grafico aiuta la comprensione di quanto detto e fa vedere come il TUS fino al 1980 era

contenuto sotto il tasso di inflazione, mentre dopo il divorzio tra Tesoro e bankitalia è stato

sempre ampiamente sopra ed ha contribuito molto pesantemente alla lievitazione del debito

pubblico. In quegli anni Ciampi era governatore della banda centrale e durante il suo

mandato il debito pubblico salì dal 62,40% al 118,40%. La carriera di quest’uomo,

soprattutto nel periodo successivo alla guida in bankitalia (presidente del consiglio,

superministro dell’economia, presidente della repubblica), dimostra quali sono i poteri che

realmente comandano in italia ed il vero valore della politica.

Dopo aver spremuto fino all’inverosimile lo Stato, dal 1992, grazie alla speculazione

valutaria e all’uscita dallo SME della lira, i poteri finanziari esteri si sono comprati tutte le

ricchezze italiane con lo sconto del 40%. Con la firma del trattato di Maastricht, sempre nel

1992, inizia anche un’ulteriore periodo di guadagno per il sistema bancario perché il debito

pubblico in 10 anni, dal 1994 al 2004, è stato portato dal 124,5% al 103,8% per permetterci

di entrare nell’euro.

Non ci dobbiamo dimenticare che con l’abolizione del vincolo per le banche a non

interferire nella vita delle aziende finanziate, oggi le banche dirigono e di fatto possiedono

la quasi totalità del mondo produttivo italiano (o almeno quello che ne resta).

Una prova ulteriore del danno che questa avidità insaziabile e fuorimisura del sistema

bancario abbia inciso sulla nostra economia ce la offre questo grafico che prende in

considerazione la differenza tra la nostra produzione e la media europea

Se fino al 1972 abbiamo avuto una produzione superiore rispetto alla media europea

dell’8% e nel decennio successivo addirittura quasi del 40% (!!!), dal 1982 la nostra

economia non si è più ripresa.

I parametri suicidi degli accordi europei, il debito così alto e impossibile da ridurre e un

sistema di cambi fissi e penalizzanti come quelli adottati dall’euro, spiegano perché oggi

abbiamo tanta difficoltà a riprenderci.

Noi lo sappiamo, i politici fanno finta di niente e continuano a fare il loro teatrino, mentre i

banchieri continuano a guadagnare….

Una cosa è certa, non possiamo rimanere a guardare! Queste persone, www.ecoroma.org

www.progettoscec.com www.progettotau.org , lo sanno e stanno facendo, dal basso,

quello che dovremmo fare tutti, rimboccarci le maniche e ricostruire poco per volta per

riprendere le nostre sovranità perdute, monetaria, alimentare, territoriale.

That’s all folks

PS: ci scusiamo con quanti si aspettavano un aggiornamento sull’oro, lo faremo quanto

prima. Centrofondi adesso si prenderà due settimane di meritato riposo e riprenderà a fine

Agosto. Buone vacanze a tutti!