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Come la lobby dei rifiuti ha imbrigliato Governo e Parlamento

di redazionale - 09/08/2007

 

Un caso quello dei CIP 6, i contributi all’utilizzo delle fonti rinnovabili per la produzione di energia, che può essere portato nelle facoltà di Scienze Politiche per illustrare agli studenti come una lobby possa imbrigliare ed asservire ai propri fini gli organi democratici, attraverso una rete trasversale di connivenze politiche e artifici burocratici.

 

Nella interrogazione presentata dal deputato di AN Fabio Rampelli al Ministro dell’Ambiente, sono ben riepilogati i fatti più recenti che ricadono in questa legislatura (ma purtroppo la vicenda è cominciata diversi anni fa ed è passata indenne attraverso molteplici governi rappresentanti tutti gli schieramenti politici), che segnano le “stazioni di una Via Crucis” verso l’adozione di un provvedimento che elimini definitivamente il prelievo dalle tasche dei cittadini di soldi da destinare alle fonti rinnovabili per la produzione di energia che invece vengono inviati per la stragrande maggioranza all’incenerimento dei rifiuti e degli scarti di raffineria.

 

Di seguito il testo dell’interrogazione:

 

 

Atti Parlamentari
-    7640    -
Camera dei Deputati

XV   LEGISLATURA   -   ALLEGATO   B   AI   RESOCONTI   -   SEDUTA   DEL   2
AGOSTO   2007

RAMPELLI. Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare.

Per sapere - premesso che:

in materia di  fonti energetiche rin­novabili, il comma 1117, articolo 1,
della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Finanzia­ria 2007) - anziché limitare
gli incentivi ai soli impianti « già realizzati e operativi » -stabilisce
che siano « fatti salvi i finanziamenti e gli incentivi concessi, ai sensi
della previgente normativa, ai soli impianti già autorizzati e di cui sia
stata avviata concretamente la realizzazione anteriormente all'entrata in
vigore della presente legge, ivi comprese le convenzioni adottate con
delibera del Comitato interministeriale prezzi il 12 aprile 1992 e destinate
al sostegno alle fonti energetiche assimilate, per i quali si applicano le
disposizioni di cui al comma  1118»;

il Governo ha cercato di porre riparo all'« errore » contenuto in
finanziaria e in un comunicato stampa del 21 dicembre 2006 dichiarava: «
Questa mattina si è svolta a Palazzo Chigi una riunione, presie­duta dal
Presidente del Consiglio, Romano Prodi, coadiuvato dal Sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio, Enrico Letta, con i Ministri competenti, per
definire le moda­lità con cui nei giorni immediatamente suc­cessivi il
Governo approverà le correzioni al testo contenuto in Finanziaria in materia
di Cip 6, secondo gli accordi raggiunti tra i capigruppo di maggioranza in
Senato » (fonte:
http://www.governo.it/notizie/not _notizia.asp?idno=2494);

in un altro comunicato stampa del Consiglio dei Ministri del 27 dicembre si
leggeva: « II Consiglio ha anche approvato un emendamento - che verrà
presentato in gennaio in Parlamento - al decreto sugli obblighi comunitari,
che ristabilisce il testo dell'emendamento Cip 6 concordato in Senato dai
gruppi di maggioranza e poi non approvato, così sostituendo all'articolo 1,
comma 1117, le parole « ai soli impianti già autorizzati e di cui sia stata
avviata concretamente la realizzazione » le parole « ai soli impianti già
realizzati ed opera­tivi ». Il Governo si è riservato di proporre al Parlamento ulteriori specificazioni per la corretta applicabilità della
norma : (stessafonte:
http://www.governo.it/Governo/
ConsiglioMinistri/testo_int.asp?d=30327);

sempre al termine del Consiglio dei Ministri, il Ministro in indirizzo ha
affermato: « II Governo ripristina per i Cip 6          esattamente il
testo così come inizialmente presentato al Senato e si riserva di inserire
nell'emendamento che modificherà la norma della Finanziaria ulteriori
precisa­zioni per far funzionare meglio le norme. È stata una decisione
presa per rispetto del Parlamento e dei cittadini »;

in data 29 gennaio 2007 l'emendamento « Cip 6 » - presentato al disegno di
legge con il quale si recepiscono alcune direttive comunitarie - viene
ritirato dal Governo a causa dei rischi di inammissibilità per estraneità
di materia e il Ministro dell'ambiente dichiarava a sua volta di voler
correggere l'errore con un apposito disegno di legge;

in data 7 febbraio 2007 il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro
dello sviluppo economico e del Ministro dell'am­biente e della tutela del
territorio e del mare, approvava un disegno di legge di attuazione degli
obblighi comunitari per il finanziamento all'energia da fonti rinno­vabili;
con tale disegno di legge si intendevano destinare i finanziamenti
cosiddetti « Cip 6 » alle soli fonti rinnovabili e si limitava, modificando
la disciplina conte­nuta nella legge finanziaria 2007, l'esten­sione di tali
finanziamenti ai soli impianti già realizzati e operativi;

in data 22 febbraio 2007 è stato presentato alla Presidenza del Senato della
Repubblica il disegno di legge S. 1347 « Attuazione di obblighi comunitari
per il finanziamento all'energia da fonti rinnovabili »; il provvedimento
ristabilisce il concetto che finanziamenti ed incentivi « sono concessi ai
soli impianti già realizzati ed operativi », secondo l'accordo raggiunto
dai capigruppo di maggioranza al Senato prima del 21  dicembre 2006;

in data 6 marzo 2007, il disegno di legge S.  1347 è stato assegnato alle
commissioni riunite del Senato X (Industria, commercio, turismo) e XIII
(Territorio, ambiente, beni ambientali);

in data 13 marzo 2007, in occasione del varo del decreto-legge sul
recepimento delle direttive comunitarie, viene approvato l'emendamento
correttivo nella Commissione affari costituzionali del Senato; con questa
norma, afferma la senatrice De Petris « viene sanato l'errore contenuto nel
maxiemendamento alla legge finanziaria e si adempie così alla richiesta dei
Verdi di apportare la necessaria e indispensabile correzione con il primo
provvedimento utile »;

in data 17 marzo 2007, quando tutto sembrava pronto per modificare la norma
introdotta nella legge finanziaria, il Governo ha stralciato l'emendamento
al decreto legge sulle disposizioni di attuazione degli obblighi comunitari
e internazionali, la cosiddetta « mini comunitaria », in cui la modifica era
stata inserita;

il Governo - ha spiegato il rappresentante dell'esecutivo, onorevole
Grandi - « nel merito conferma il proprio parere favorevole al
provvedimento », ma a causa dell'atteggiamento « fortemente critico
dell'opposizione » e alla possibilità che pratiche « ostruzionistiche »
potessero ritardare l'approvazione del decreto-legge ha chiesto
l'inserimento delle novità dei Cip 6 all'interno di un disegno di legge ex
novo da approvare in tempi brevi;

al 25 maggio 2007, ossia a sette mesi dalla finanziaria e a quattro mesi e
mezzo dopo l'assegnazione del provvedimento alle commissioni competenti,
l'esame del disegno di legge S. 1347 che deve correggere l'errore in
finanziaria, non è ancora iniziato;

anche il disegno di legge comunitariaio in esame al Senato non sembra aver
definito allo Stato il problema -:

quale sia la posizione del Governo in materia e in che tempi e che modi
intenda mantenere l'impegno assunto in base al quale gli incentivi Cip 6
saranno destinati esclusivamente ad impianti alimentati da fonti rinnovabili
o assimilate e non a termocombustori o ad impianti che utilizzano petrolio.
(4-04675)