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Bigiotterie di governo. Le riserve auree e lo Stato predatore...

di Uriel - 10/08/2007


Sta facendo discutere un sacco l'ipotesi di Prodi di vendere le riserve auree per "sanare" il debito pubblico. Onestamente, una simile idiozia non mi stupisce, ma per la semplice ragione che mi aspetto il peggio del peggio dalla ex "megghio gioventu'", sia essa di "destra" o di "sinistra".


La proposta di inquadra benissimo nell'ottica di quello che Panebianco chiama "lo stato predatore": il cittadino e' una risorsa dello stato, che potenzialmente (sotto forma di pressione fiscale e pressione giuridica) puo' espropriare qualsiasi cosa.

Del resto, ho gia' mostrato le analogie culturali e sociali tra il presente italiano e l' Ancien Regime: un sistema feudale basato su tecnologia e immagine del mondo moderno, ma fondato sugli stessi principi di qualsiasi sistema feudale. Il cittadino non e' altro che l'addetto a produrre quella ricchezza di cui lo stato dispone.

La quale, ovviamente, non gli appartiene se non nella parte che allo stato risulta superflua: la priorita' e' soddisfare l'appetito dello stato, se resta qualcosa e' tutto dei cittadini. Che sono, ovviamente, tenuti ad investirlo per produrre nuove risorse per lo stato.

Uno stato predatore, quindi, non si fara' nessuno scrupolo ad usare i soldi dei cittatini, le loro proprieta', o i risparmi dello stato, per soddisfare il proprio appetito.

Non c'e' nulla, nell'ideologia dello stato italiano, che mi faccia pensare che le riserve auree siano escluse da questo meccanismo.

Affermare che questo serva a ridurre il debito puo' ingannare parte dell'opinione pubblica (peraltro sin troppo disponibile a farsi ingannare, purche' si mantenga viva l'illusione della cena che continua senza mai dover pagare il conto) ma non puo' ingannare un semplice osservatore attento.

In questo caso, si prende oro (il quale e', attenzione , un investimento perche' il suo valore puo' solo salire(1)), cioe' un investimento, e lo si usa per chiudere un debito.

Questo ha dei costi? Tralasciando il valore di garanzia dell'oro, ha un costo molto semplice: supponiamo di sanare il debito di un 20%. Questo 20% di debito avrebbe a sua volta prodotto degli interessi passivi, sotto forma di cedolini da pagare ai sottoscrittori di titoli.

Problema: l'oro cresce di piu' o di meno rispetto ai cedolini?

La risposta e' che l'oro, al trend attuale, e' un investimento piu' sicuro rispetto ai titoli italiani.

Questo di per se' rende assurda l'operazione: possedere quell'oro rende molto piu' che usarlo per chiudere il debito.

La somma di queste due operazioni sarebbe, nel tempo, sempre piu' negativa. Il sollievo di avere meno interessi da pagare verrebbe distrutto rapidamente dalle mancate entrate per la rivalutazione delle riserve.

Il problema e' semmai contabile: le riserve auree di una nazione normalmente non sono contabilizzate in modo che la loro crescita di valore risulti riduttiva nel confronto del debito pubblico. E questo perche' si tratta di riserve valutarie piu' che di riserve finanziarie, ovvero di riserve che un tempo erano usate per garantire la solvibilita' della moneta.

E' possibile farci qualcosa di utile? Si potrebbe pensare forse ad un'operazione di consolidamento del debito. Usare l'oro come garanzia per vendere dei titoli a bassa resa , diciamo minore alla crescita media annua dell'oro.

La cosa non e' difficile, se pensiamo che dal 2005 ad oggi gli investimenti in oro si sono triplicati di volume, e il valore dell'oro ha un trend MEDIO positivo:


Gold Price 
$666.50
 13.40   1.97%
16:12 PM EDT - 2007.08.09


Il problema di queste attivita' di consolidamento (cioe' produrre debiti meno costosi nel tempo per chiudere debiti piu' costosi) e' che necessitano di una visione temporale medio-lunga.

Il problema e': si faccia pure una finanziaria stracolma di oro e le si facciano vendere titoli sfruttando il valore in crescita del metallo. Questo potrebbe portare giovamento alle casse dello stato.

A quel punto, il governo iniziera' a dire che ha un "tesorone" in mano , e che adesso si potranno fare nuovi investimenti, attirando al tavolo la solita pletora di ballerini , giannizzieri, pubblicani e prostitute?

Il problema non e' "oro o non oro". Di valore nel paese ce n'e' ancora, anche se ormai e' agli sgoccioli. Una politica di consolidamento dei vari debiti pubblici e pensionistici non sarebbe impossibile.

Ma perche'?

Questo e' il vero problema: ridurre il debito dal 106% al, diciamo, 90% del PIL metterebbe tranquille le banche mondiali? Forse, ma non ci crede nessuno.

Ma il problema e': una volta scesi al 90%, come verrebbe considerato il 10% del PIL che manca a tornare in mora?

L'ultima volta che e' successo, con un misero mucchietto di soldi, fu che venne chiamato "tesoretto" e immediatamente distribuito fra i commensali del governo, per tenerli attorno al tavolo sino alle vacanze estive del parlamento.

E ancora: una volta raggiunto il 90% di rapporto PIL/debito, cosa si fara'? Alla resa attuale dei titoli, ci vogliono pochi anni perche' un 90% torni al 106%.

Il governo, i governi, saprebbero rimanere rigorosi una volta lontani dal livello di sanzione?

Non si vede una visione di questo genere.

E ancora: una volta scesi al 90% di rapporto fra debito e PIL usando l'oro, ci sara' una bella cifra di interessi in meno che verranno pagati. Questo beneficera' le casse dello stato.

Questi soldi come verranno impiegati? Saranno un altro tesoretto da spartirsi con una trattativa lunga 10 mesi, atta soloa garantire altri 10 mesi di vita al governo (che rimane unito solo per non lasciare il "tesoretto" al governo dopo?)

La mia personale opinione e' che vendere oro per sanare il debito, se fatto mediante una seria operazione di consolidamento, puo' servire, se le cifre sono quelle giuste.

Ma puo' servire ad un governo serio. Un governo che ha dieci euri di debiti, si trova un euro in tasca e fila dritto a spenderlo chiamandolo "tesoretto", quando e' semplicemente una moneta che non e' sua ma dei creditori, non rende credibile nessuna operazione di questo genere.

L'operazione del "tesoretto", cioe' considerare il debito come una cosa distinta dalla liquidita' di cassa, come se ci potessero essere delle proprieta' mentre il debito e' cinquanta volte superiore, rende poco credibile sia Prodi che qualsiasi politica economica.

E' come se una persona che ha dieci milioni di euri di debito affermasse di possedere i duecento euro che ha momentaneamente in tasca : quei soldi non sono suoi, sono dei creditori.

La domanda quindi non e': e' sensato che un governo consolidi il debito con un debito meno oneroso garantito dall'oro pubblico?

Perche' questo potrebbe essere vero.

La domanda e': e' sensato che il governo di ridicoli cialtroni incompetenti, come dimostrato dal "tesoretto", consolidi il debito con un debito meno oneroso garantito dall'oro pubblico?

E la risposta e' che questo e' sempre falso, perche' il ricavato verrebbe immediatamente ribattezzato "tesorone", gettato sul tavolo, e masticato allegramento dai mascelloni che infestano il governo, diviso tra la Casta dei sindacati/fondi Cometa/INPS , quella di Anas/Autostrade/appalti pubblici, quella di "Mio Cuggino mi vota se gli trovo un posto?"

Quindi la mia opinione e' semplice: lasciate stare l'oro. Maneggiarlo e' roba da gente seria, ne' Prodi ne' l'altro suo PARI, Berlusconi, devono mettere le mani su cose serie come l'oro.

Perche' sono , come hanno dimostrato con il "tesoretto", degli incompetenti palesi nella materia che dicono di conoscere.

Dei cialtroni, detto come va detto.

E nelle mani dei cialtroni al massimo si affida la bigiotteria.



(1) Le attivita' estrattive sono troppo scarse rispetto alla richiesta perche' l'oro possa scendere di prezzo.