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La crisi finanziaria e le previsioni da strapazzo

di Gianfranco La Grassa - 15/08/2007

 

 

Il blog entra “in ferie” per alcuni giorni e non vi è perciò tempo di fare qualche breve commento alla situazione di crisi che aleggia nell’aria in queste ore. Notiamo solo, leggendo i vari giornali, che gli economisti, gli specialisti delle banche e di questioni finanziarie, ecc. guardano generalmente a qualche albero e non alla foresta. In linea generale, sono ancora meno attendibili dei meteorologi quando si superi il breve, anzi il brevissimo periodo. Non c’è nulla di sconvolgente in ciò, e non ci sarebbe motivo di inveire contro gli “esperti” economico-finanziari (come non è da inveire contro i meteorologi). Certi processi sono effettivamente di una complessità molto elevata (un numero indefinito di variabili, gran parte delle quali nient’affatto irrilevanti in un periodo appena superiore al “breve” e tuttavia poco o nulla conosciute o comunque non controllabili), per cui le previsioni non possono che avere un grado di probabilità non troppo elevato.

Quello che irrita già nei meteorologi, ma che supera la capacità media di sopportazione di chi ascolta gli economisti ed esperti finanziari, è la prosopopea con cui sparano certezze (tutte diverse gli uni dagli altri) in un campo così aleatorio. Se ammettessero la loro “ignoranza” (non colpevole), nessuno si indignerebbe o almeno non avrebbe diritto di farlo. Invece, è a un certo punto ovvio che viene voglia di prenderli “a cacca di cavallo” in faccia perché fanno previsioni, fino al decimale, su tutti i cosiddetti “fondamentali”. Lasciassero perdere, per favore. Anche perché fanno ridere (si fa per dire!) soprattutto quando invitano a non perdere la testa e addossano le colpe della crisi al pessimismo della “gente”. Confondono gli effetti con le cause e mentono spudoratamente cercando di ingannare tanti “poveri cristi”. A questo punto, sono colpevoli a tutti gli effetti, e dimostrano che cosa sia l’etica degli affari di cui si sciacquano la bocca.

Comunque, avremo modo di riparlarne. Certo l’Italia (in specie con un Governo del genere, e con il ceto politico e intellettuale che si ritrova) è il paese più a rischio che ci sia. Buone vacanze e seguite gli avvenimenti; non credo che le fibrillazioni cesseranno in pochi giorni.