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Borse a picco: calano gli indici sulla scia di Wall Street e della crisi dei mutui

di redazionale - 16/08/2007

 
 
TOKYO - Nuova seduta di pesanti ribassi per le borse dell'Asia-Pacifico, orientate a registrare il massimo calo in un solo giorno dall'11 settembre 2001, con gli investitori che si allontanano dagli asset più rischiosi sulle persistenti paure che circondano il mercato creditizio globale. Ad accentuare il tracollo dei listini, con Seul, Tokyo, Hong Kong e Shanghai fortemente penalizzate, ha influito pure il calo delle quotazioni del greggio e dei metalli, che hanno frenato il comparto dell'energia e delle materie prime.
FED - Per far fronte alla crisi dei mercati finanziati la Federal Reserve ha immesso nel sistema bancario 5 miliardi di dollari di extra liquidità, attraverso un'operazione «repo» della durata di quattordici giorni. Mercoledì aveva immesso nel mercato 7 miliardi di dollari onde evitare che i tassi di interesse praticati dalle banche continuassero ad aumentare. La banca centrale Usa valuterà ogni giorno alle 15.30 ora italiana e il giovedì alle 14.20 la possibilità di intervenire sul mercato. «Il desk resta pronto a effettuare ulteriori operazioni, secondo necessità, per favorire scambi sul mercato dei depositi con tassi vicini al riferimento del 5,25%» si legge in un comunicato. I tassi sui fondi federali scambiano stabili al 5% dopo il comunicato della banca centrale.
IN EUROPA - Non si attenua la morsa della crisi dei mutui subprime anche sui listini europei, che scivolano mediamente dell'1,9%, come indica lo Stoxx 50 dei titoli a maggior capitalizzazione, dopo la seduta pesante delle borse di Asia e Pacifico, all'indomani dell'ennesimo scivolone di Wall Street. Londra perde il 2,26%, Francoforte il 2% e altrettanto fa Stoccolma, mentre Parigi riduce il calo all'1,8%. Le maggiori difficoltà si riscontrano tra i titoli bancari. Apertura in forte calo anche per la borsa di Zurigo: l'indice Smi perde -1,86%. Madrid si attesta sul -1,97%. Seduta negativa per la borsa di New York. Il Dow Jones ha chiuso in ribasso dell'1,29%, mentre il Nasdaq ha ceduto l'1,61% (Tutti gli indici).
CHIUSURE - L'indice Hang Seng ha perso 703,33 punti a 20.672,39. Profondo rosso per i mercati azionari asiatici. Man mano che gli orari di chiusura si spostano verso occidente nuovi listini si aggiungono alla lista dei tonfi di giornata. A Shanghai, l'indice Composite ha perso il 2,14%, mentre a Hong Kong l'Hang Seng ha ceduto il 3,3%. Hanno chiuso la seduta odierna con pesanti perdite anche Singapore, dove l'indice Sti ha ceduto il 3,7%, Jakarta, che ha registrato un tonfo del 5,9%, e Bombay, con -4,28%. Male anche il listino malese, che ha lasciato sul terreno il 3,5%, mentre quello thailandese è scivolato del 3%. In Indonesia, il tonfo dei listini azionari ha pesato anche sul corso della rupia nei confronti del dollaro, spingendo il governo a intervenire sul mercato per cercare di limitare il crollo della valuta domestica.
PIAZZA AFFARI - A Piazza Affari il primo Mibtel segna un calo del 2,1% a 29.954 punti e lo S&P/Mib del 2,3% a 38.345 punti. Sul fronte bancario alzano bandiera bianca Unicredit (-3,28% a 5,89 euro) e Intesa Sanpaolo (-3% a 5,42 euro). Sotto pressione anche Eni a causa del diminuire dei costi del greggio (-1,41% a 23,82 euro), più cauta Enel (-0,89% a 7,2 euro) mentre nelle telecomunicazioni Telecom cede lo 0,68% a 1,9 euro, e in campo assicurativo segnano il passo Generali (-1,7% a 29,45 euro) e Fondiaria Sai (-2,56% a 33,06 euro).
TITOLO FIAT - Soffre molto il titolo Fiat, che ha rotto la soglia dei 19 euro. Il titolo del Lingotto cede infatti il 4,58% a 18,9 euro risultando il peggiore fra quelli dell'indice di riferimento S&P/Mib. Vivaci gli scambi per 16,4 milioni di pezzi, pari all'1,5% del capitale. Secondo le sale operative il titolo, che un anno fa valeva 9 euro, è oggetto di prese di beneficio. «Oggi chi vuole vendere guadagnando lo fa con Fiat - spiega un operatore - e non c'è da stupirsi se dovesse scendere ancora».
BANCA GIAPPONE - A fronte di questa nuova crisi, la Banca del Giappone è intervenuta per immettere nuova liquidità nel mercato: 400 miliardi di yen (2,5 miliardi di euro). Proprio la settimana prossima il direttivo della Banca del Giappone avrebbe dovuto discutere di un altro aumento dei tassi di interesse, dopo che quello base era stato portato in febbraio allo 0,50%. Chiude in forte ribasso la Borsa di Tokyo: l'indice Nikkei dei 225 titoli guida ha perso 327,12 punti, pari all'1,99% (1,985%) chiudendo a 16.148,49 punti. Per la prima volta da nove mesi l'indice Nikkei è sceso durante la giornata sotto la soglia psicologica dei 16.000 punti, ma ha poi riguadagnato in fine di seduta riuscendo a riemergere di quasi 150 punti e attenuando i timori che si fosse innescata una spirale incontrollabile di vendite.
VALUTE - Euro più debole nei confronti del dollaro e dello yen. Nei primi scambi sui mercati valutari europei, la moneta unica viene scambiata a 1,3427 dollari e 155,93 yen. Le quotazioni di riferimento della Bce di martedì fissavano l'euro rispettivamente a 1,3591 dollari e a 160,74 yen.