Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Australia contro Novartis: «Ritirate quel farmaco»

Australia contro Novartis: «Ritirate quel farmaco»

di Patrizia Cortellessa - 21/08/2007

 
Il Prexige (antinfiammatorio da 52 milioni di dollari) provoca danni al fegato in otto casi: le autorità ordinano il ritiro, la multinazionale svizzera esegue ma minimizza


Un altro boccone amaro da ingoiare per la Novartis. Dopo il sonoro ceffone ricevuto dall'alta corte indiana di Chennai (ex Madras, capitale del Tamil Nadu), che ha rigettato il ricorso della multinazionale farmaceutica contro la legge indiana sui brevetti che limita lo strapotere delle case farmaceutiche, il gruppo svizzero è stato costretto a ritirare dal mercato australiano l'antinfiammatorio Prexige. La decisione è stata presa su ordine dell'autorità sanitaria australiana Therapeutic Goods Administration (Tga), dopo la valutazione di otto casi nei quali l'assunzione del prodotto - utilizzato dal 2006 da almeno 60mila australiani per lottare contro artrite e dolori postoperatori - aveva comportato gravi danni al fegato: due persone erano morte, altre due avevano dovuto subire un trapianto epatico. Per ora sembra che l'Australia sia stato l'unico paese a intraprendere un'azione del genere. Il farmaco ha avuto una vasta diffusione: è autorizzato in oltre 50 Stati, tra cui l'Unione europea, e sta sta aspettando la sua omologazione in Svizzera, mentre gli Usa avrebbero dovuto pronunciarsi a settembre (il condizionale a questo punto è d'obbligo)

Il Prexige, il cui principio attivo è il lumiracoxib, è un inibitore Cox-2, appartiene alla stessa classe di trattamento del Vioxx, il medicamento della Merck ritirato «spontaneamente» dal mercato dalla casa americana solo nel 2004, un farmaco killer la cui assunzione aveva causato circa 144mila attacchi cardiaci, spesso mortali.

Le tesi di alcune pubblicazioni scientifiche dell'epoca, secondo le quali la società americana sarebbe stata a conoscenza dei rischi da Vioxx già dal 2000, sembrerebbero essere state rafforzate da una sentenza del tribunale del Texas del 2005 che condannava la Merck Shapr & Dohme a pagare 253 milioni di dollari alla vedova di un uomo stroncato da un infarto dopo una cura a base di Vioxx. Negli Stati uniti sono state più di 6.000 le cause archiviate contro l'azienda da pazienti che, assunto l'antinfiammatorio in maniera regolare, erano finite all'ospedale

Il Prexige non è certamente un altro caso-Vioxx, ma è comunque un farmaco di largo uso e consumo che viene «precauzionalmente» ritirato da un mercato dopo diversi e gravissimi effetti collaterali. Secondo quanto riportato in un loro comunicato, la Novartis Australia non solo non avrebbe sollevato obiezioni sulle decisioni delle autorità sanitarie australiane, ma l'avrebbe addirittura appoggiata, pur ripetendo nello stesso tempo di continuare a riporre «piena fiducia» nell'efficacia dell'antiinfammatorio e cercando di minimizzare gli effetti collaterali. Fuori dall'Australia non si segnalano decessi, rende noto il colosso farmaceutico dalla sede di Basilea, mentre un portavoce afferma che nei casi in questione i pazienti avrebbero fatto un uso errato del medicinale, assumendo dosi doppie o perfino quadruple rispetto alla prescrizione.

Bisogna riconoscere che - anche in questo caso - la «fiducia nell'efficacia» ha ragioni sicuramente molto più profonde di qualsiasi effetto collaterale: solo nel primo semestre del 2007, infatti, il Prexige ha fatto registrare alla casa farmaceutica svizzera un giro d'affari di 52 milioni di dollari (62,5 milioni di franchi). E una stima più generale dei primi sei mesi del 2007 vede invece un utile generale del gruppo farmaceutico svizzero attestarsi intorno ai 4,19 miliardi di dollari (+14% rispetto al primo semestre 2006)

Considerando il peso della nostra salute sul piatto della bilancia del profitto, non può essere lasciato certo solo alle «buone intenzioni» la funzione di contrappeso. Riferendosi al ritiro australiano, un medico della Tga ha affermato che «gli organi di vigilanza in tutto il mondo tengono questi medicamenti sotto stretta sorveglianza». Non è quello che raccontano le cronache in questi giorni.