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Penuria di elettricità a Gaza dopo la sospensione dei finanziamenti dell’Unione europea

di Benjamin Barthe - 22/08/2007





Gerusalemme – La messa in quarantena della striscia di Gaza si rafforza. Dopo il boicottaggio politico e il blocco economico deciso a seguito del colpo di forza di Hamas, alla metà di giugno, la sua popolazione deve oramai far fronte a una penuria di elettricità. A partire da domenica 19 agosto, un terzo dei suoi 1,5 milioni di abitanti vive solamente con qualche ora di corrente al giorno.

Questa crisi è il risultato del nuovo pasticcio che oppone il Movimento della resistenza islamica a Fatah, il partito del presidente Mahmoud Abbas, e nel quale l’Unione europea (Ue) si trova direttamente invischiata. Citando delle questioni di sicurezza, i suoi rappresentanti a Gerusalemme avevano sospeso domenica "per 24/48 ore" il finanziamento per l’approvvigionamento di gasolio dell’unica centrale elettrica della striscia di Gaza, obbligando questo stabilimento, che copre tra il 25 e il 30 per cento dei bisogni locali, a mettere fine alla sua produzione. Il resto dell’alimentazione di corrente viene assicurata dalle compagnie israeliane ed egiziane.

Lunedì 20 agosto, l'Ue ha bruscamente alzato i toni. Uno dei suoi portavoce a Gerusalemme ha accusato Hamas di volere imporre una nuova tassa sull’elettricità. "Siamo pronti a riprendere il pagamento delle consegne di carburante dopo aver ricevuto rassicurazioni che queste tasse non verranno introdotte", ha avvertito. Messo in atto da un anno per attenuare gli effetti dell’embargo finanziario decretato sulla scia della vittoria elettorale di Hamas, il programma di finanziamenti dell’Ue aveva consentito di evitare un "black-out" totale in certe regioni della striscia di Gaza. In particolare a seguito del bombardamento della centrale da parte dell’aviazione israeliana nel giugno del 2006.

Dal canto suo, l’ufficio del presidente Mahmoud Abbas accusa gli islamisti di intascare le entrate delle bollette dell’elettricità per finanziare le sue milizie. Un’accusa smentita da Hamas, che afferma anche di non avere alcuna intenzione di di tassare il consumo di elettricità e si dice in grado di provarlo. I suoi porta-voce hanno accusato il capo dell’Autorità palestinese di spingere la comunità internazionale ad accentuare la sua pressione sulla striscia di Gaza, allo scopo di obbligare Hamas a restituire il potere, preso con le armi il 14 giugno. La sera di lunedì 20 agosto, la città di Gaza era piombata nell’oscurità, con l’eccezione di qualche quartiere, tra cui quello - ironia della sorte – in cui abita Mahmoud Zahar, un alto dirigente di Hamas.

Le Monde, 21 agosto 2007  (Traduzione di Carlo M. Miele)