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Responsabilità sull'11 settembre

di John Warrick e Walter Pincus - 23/08/2007





 

Secondo la sintesi di un rapporto della Cia tenuto a lungo segreto e pubblicato ieri, il suo ex direttore George J. Tenet e i suoi principali collaboratori non riuscirono a raccogliere sufficienti risorse e a fornire un programma strategico per contrastare la minaccia del terrorismo prima degli attacchi dell'11 settembre 2001. Nel riassunto del rapporto, redatto dall'ispettore generale della Cia, si legge che nonostante le loro promesse di una guerra totale al terrorismo, verso la fine degli anni '90, i dirigenti dei servizi segreti non riuscirono ad impedire che ostacoli burocratici e restrizioni di bilancio frustrassero i tentativi della Cia di rintracciare e catturare agenti di al-Qaeda. Vi si criticano anche i dirigenti della Cia per non essere riusciti a “comunicare e analizzare adeguatamente informazioni cruciali”.

Il documento di 19 pagine (il riassunto ufficiale di un rapporto segreto presentato alle commissioni di sicurezza del Congresso due anni fa) chiedeva che si creasse un comitato speciale per valutare le “potenziali responsabilità” di Tenet e di altri ex dirigenti della Cia. Questi forti rilievi hanno provocato una secca risposta da parte di Tenet e di altri ex – o tuttora attivi – dirigenti, con la critica delle conclusioni dell'ispettore generale. “L'ispettore generale ha torto marcio”, ha detto Tenet in una sua lunga dichiarazione.

La Cia ha pubblicato con riluttanza il riassunto del rapporto, su richiesta del Congresso. Membri preminenti di questo ramo del parlamento americano avevano chiesto che fosse effettuato questo studio proprio per determinare se specifici funzionari della Cia dovessero essere ritenuti responsabili per gli errori commessi prima dell'11 settembre – o se invece dovessero essere premiati per il loro eccellente servizio.

Gli investigatori hanno concluso che “i funzionari della Cia, dai livelli bassi a quelli alti, hanno lavorato sodo” contro al-Qaeda, ma che “non sempre hanno agito in modo efficace e cooperativo”. Anche se non è stata trovata una causa chiara e unica nel cattivo funzionamento della Cia, senza la quale si sarebbero potuti impedire gli attacchi dell'11 settembre, il rapporto ha individuato numerose carenze “nella gestione e nella realizzazione di importanti procedure” e “nel portare a termine delle operazioni”.

Il rapporto attribuisce a Tenet la “responsabilità fondamentale” per la mancanza di un piano strategico unificato nella lotta ad al-Qaeda. I servizi segreti – vi si legge – “non avevano un disegno documentato e generale” per affrontare al-Qaeda, e Tenet “non ha usato tutti i suoi poteri” per prepararne uno.

Il Congresso aveva richiesto l'investigazione dopo che l'indagine di una commissione unificata (con membri del Congresso e del Senato) aveva esaminato gli errori dei servizi segreti prima degli attacchi dell'11 settembre. I membri di quella commissione avevano chiesto all'ispettore generale della Cia di esaminare il risultato della loro indagine e di iniziare una investigazione mirata sulla questione delle reponsabilità.

Il rapporto, redatto con la supervisione dell'Ispettore Generale della Cia, John Helgerson, sostiene che Tenet diventò “impegnato attivamente ed efficacemente” nel compito anti-terroristico prima dell'11 settembre, e che nel 1998 aveva addirittura dichiarato che “siamo in guerra” con il terrorismo globale. Ma – vi è anche scritto – né lui né i suoi più stretti collaboratori si diedero da fare per richiedere adeguate risorse e per condividere le informazioni con le forze dell'ordine. Tenet nominò Helgerson, un 36 enne funzionario della Cia, ispettore generale nel 2002.

Secondo Tenet il rapporto contiene inesattezze di fatto e non contestualizza nel tempo le sue azioni. Nella sua dichiarazione ha sottolineato di aver ripetutamente lanciato segnali d'allarme su al-Qaeda, prima degli attacchi, sia al Congresso che alla Casa Bianca. Tenet, che è stato capo della Cia dal 1997 al 2004 e che ora insegna alla Georgetown University, ha detto che “in realtà c'era un piano robusto, caratterizzato da massimo impegno e dedizione nella lotta al terrorismo molto prima dell'11 settembre”. Nel dicembre 2004 il Presidente Bush premiò Tenet con la “Presidential Medal of Freedom”.

Nelle sue memorie ( Al centro della tempesta ) Tenet scrive dei suoi persistenti tentativi di persuadere i funzionari del governo Bush a prendere più seriamente il terrorismo – ma “la burocrazia si mosse lentamente”, ha aggiunto. Scrive anche di avere a suo tempo ereditato una CIA “a pezzi”, con bilanci sempre più limitati e un morale a terra: non c'era “nessun piano di lungo periodo che fosse coerente, integrato e quantificabile”; “su questo ho impegnato le mie energie sin dal primo giorno”.

In una dichiarazione rivolta al suo personale, il direttore della Cia, Michael V. Hayden, ha detto di essersi opposto alla pubblicazione del rapporto dell'ispettore generale perché temeva che avrebbe “distratto i funzionari dal servizio al loro paese, sulle frontiere di un conflitto globale”; che la pubblicazione avrebbe “al minimo fatto perdere tempo e attenzione con il ritorno su un terreno già ben dissodato”. Sia Hayden che il suo predecessore, Porter J. Goss, hanno rifiutato la richiesta di istituire una “commissione sulle responsabilità”, per valutare il comportamento di funzionari della Cia. Lo scopo limitato del rapporto è stata una delle ragioni per cui Tenet e i suoi successori si sono battuti per evitarne la pubblicazione. Hanno sostenuto che alcuni funzionari venivano ingiustamente presi di mira, mentre si ignorava il ruolo svolto da altri apparati amministrativi ed operativi per la sicurezza.

Nonostante lo scopo circoscritto, il documento fa nuova luce su numerosi conflitti e controversie nel mesi precedenti l'11 settembre. Esso descrive, per esempio, uno scontro poco noto tra la Cia e la “National Security Agency” (Nsa) intorno ad attività e apparati di sorveglianza. Secondo il rapporto la Nsa aveva a lungo rifiutato di comunicare alla Cia delle trascrizioni di comunicazioni di al-Qaeda che erano state intercettate, finché nel 2000 ad un dirigente della Cia fu concesso di visionarle presso la Nsa , e per un tempo limitato.

La sintesi del rapporto rivela anche che analisti della Cia, prima dell'11 settembre, avevano individuato Khalid Sheik Mohammed – noto come Ksm – che avrebbe dovuto essere il principale progettista degli attacchi al World Trade Center e al Pentagono. Al “Counterterrorism Center” della Cia la cattura di Ksm fu ritenuta prioritaria per i suoi rapporti con l'organizzatore dell'attentato del 1993 allo stesso World Trade Center; ma – concludono gli investigatori – gli analisti della Cia non si erano resi conto che Ksm era anche uno dei principali progettisti di al-Qaeda, nonostante “avessero informazioni in tal senso da fonti credibili”.

Il rapporto fa anche luce sull'incapacità della Cia a identificare Nawaf Alhazni e Khalid Almihdhar, due agenti di al-Qaeda coinvolti nel dirottamento aereo dell'11 settembre. Nei primi mesi del 2000, non meno di 60 dirigenti della Cia lessero cablogrammi sugli spostamenti di quei due individui, ma i loro nomi non furono messi in nessuna lista di sorveglianza – ciò che avrebbe potuto condurre alla loro cattura prima dell'11 settembre.

 

di John Warrick e Walter Pincus - da washingtonpost.com - Tradotto per Megachip da Lucio Sponza