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Il kw più pulito è quello che non si consuma

di Marco Niro - 31/08/2007





 

L'entroterra molisano ha il fascino del territorio incontaminato. Terra povera, in senso stretto. Dura da coltivare, tanto lavoro e poca resa. Industrie? Rare come le macchie di verde in questa torrida estate, per lo più colorata di giallo arido, quando non di nero fumo. Turismo? Pressoché assente. Lo sviluppo non è mai davvero arrivato, qui, sulle colline molisane. Ed è questo che ha lasciato la natura a uno stato ancora “selvaggio”. E' il bello di questa terra. Ma perché vi dico tutto questo?

Non perché io abbia origini molisane, ed ogni estate torni in Molise, a Lucito, paesino di nemmeno mille anime in provincia di Campobasso, dove sono nati i miei genitori e vivono i miei quattro nonni. O almeno, non ve lo dico solo per questo.

Ve lo dico perché, nelle campagne dove gli altri anni udivo solo qualche aratro in lontananza e il resto erano voci della natura, quest'anno, con mia grande sorpresa, ho sentito il rumore di “lavori”. Lavori “veri”, con grande movimento di mezzi e materiali. Lavori da Grande Opera. Proprio qui, nelle campagne dove fino a ieri passavano solo i pastori e le loro greggi, lungo il tratturo, la via sterrata della transumanza, che congiunge l'Abruzzo alla Puglia. Cosa stava succedendo?

E' proprio a lato del tratturo che verrà sollevata la prima grande pala eolica. Poi sarà la volta delle altre 16. Il parco eolico verrà costruito dall'Edison sul territorio del Comune di Lucito, nella sua zona più ventosa, a 800 metri sul livello del mare. Dove sorgerà l'impianto, oggi ci sono solo un agriturismo, qualche masseria, una cappella e i resti di una chiesa diroccata dell'anno 1000. Nemmeno una strada asfaltata, solo stradine sterrate. E il tratturo, naturalmente. Nelle giornate più limpide, da lassù si può vedere il mare di Termoli, lontano 50 chilomentri. Si tratta di uno dei posti più belli di tutto il Molise.

L'impatto paesaggistico delle pale sarà notevole. Una sorta di squarcio moderno in un paesaggio pre-moderno. Un fatto come questo deve fare riflettere.

In futuro, l'energia utilizzata dovrà, in quote sempre maggiori, essere pulita e rinnovabile. Su questo siamo ovviamente d'accordo. Ma ha senso preoccuparsi di questo prima di essersi preoccupati di educare al risparmio energetico? I lampioni di Lucito utilizzano ancora lampade tradizionali, e lo stesso accade nelle case. La bioedilizia è sconosciuta, le case sono piene di spifferi. Il trasporto pubblico lascia miseramente a desiderare. I soli comportamenti ambientalmente sostenibili sono quelli ante litteram che i vecchi hanno ereditato dal mondo pre-moderno dal quale provengono, dove lo spreco era bandito. Ma i vecchi stanno morendo, e le nuove generazioni nascono con scarsa o nulla consapevolezza rispetto a problemi ambientali come il surriscaldamento climatico.

Inoltre, va rilevato che, anche volendo investire nella produzione energetica pulita e rinnovabile, non tutti gli investimenti sono uguali. Il parco eolico di Lucito costerà un milione di euro. Quanti piccoli impianti solari fotovoltaici si sarebbero potuti installare sui tetti delle abitazioni del paese, generando un minore impatto paesaggistico e soprattutto permettendo una produzione diffusa di elettricità? Quella dell'impianto eolico, invece, sarà una produzione accentrata – e in questo ancora tradizionale – che, dopo i primi tre anni necessari ad ammortizzare la spesa sostenuta, frutterà all'Edison profitti.

L'episodio molisano ci ricorda che il kilowattora più sostenibile è quello risparmiato. E, in aggiunta, che non tutti i kilowattora puliti e rinnovabili sono uguali. Lo si tenga presente prima di riempire di parchi eolici ogni zona ventosa della penisola.