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L’amministrazione Bush pronta a sgretolarsi come l’URSS?

di movisol - 04/09/2007

 
La situazione d’isolamento e disperazione alla Casa Bianca si sta aggravando al punto che esperti di Washington la paragonano a quella dell’Unione Sovietica alla vigilia del crollo. L’immagine di solidità dell’URSS andò in fumo in occasione del tentativo di golpe del KGB contro il premier Mikhail Gorbaciov nel 1991, e poche settimane dopo l’URSS non c’era più. Allo stesso modo, si fa notare, l’arroccamento della Casa Bianca è in preda alla crisi intestina, all’emorragia delle dimissioni, ai litigi interni, con la conseguente perdita di controllo sugli sviluppi politici.

Tra gli ultimi problemi c’è la partenza di Alberto Gonzales, che fin ora aveva fatto il parafulmine alle malefatte decise dalla Casa Bianca. Si cerca disperatamente un rimpiazzo e il candidato più probabile sembra essere Francis Townsend. Secondo Jeff Steinberg dell’EIR, la nomina di Townsend significherebbe la prosecuzione della politica degli insabbiamenti, anche per l’inchiesta sulla BAE systems. Questo scandalo costituisce una minaccia per la Corona Britannica, la famiglia reale saudita e un nido di agenti britannici negli USA, poichè comprende i coniugi Dick e Lynne Cheney, responsabili di avere le mani in pasta in una serie di operazioni sporche, forse anche in quelle che condussero all’11 settembre 2001.

Se in questa crisi si riuscirà ad arrivare ad una svolta salutare con l’allontanamento del vice presidente Dick Cheney dipende ormai esclusivamente dal Congresso. Fin ora, sebbene venti parlamentari abbiano firmato la richiesta per tale procedura avanzata dall’on Kucinich, gli stessi parlamentari sono stati scoraggiati dal vertice del partito democratico. Ma è noto che ad agosto i parlamentari, rientrati nei rispettivi distretti, hanno dovuto fare i conti con i propri sostenitori, molti dei quali sono per l’impeachment.

John Conyers, presidente della Commissione Giustizia, ha detto al suo elettorato che ha incontrato a Pontiac il 28 agosto: “Voglio che sappiate che non sono reticente, non sono riluttante, non sto esitando nel ricorrere allo strumento dell’impeachment ... ogni volta che lo ritengo appropriato ... Spero soltanto di poter prendere una decisione grazie alla gente che verrà numerosa nel mio ufficio”. Ha aggiunto: “Per Nancy Pelosi l’impeachement ‘non è in programma’, ma parla del suo programma, non del programma di John Conyers”, ha concluso il parlamentare che presiede la commissione cui compete l’avvio della procedura.