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La fine ignominiosa di un esercizio vano costato 168 vite alla Gran Bretagna in Iraq

di Patrick Cockburn - 05/09/2007




Il ritiro delle forze britanniche dal Basra Palace, in vista di un previsto ritiro completo dalla città già il mese prossimo, segna l’inizio della fine di una delle campagne più inutili mai combattute dall’esercito britannico.

Apparentemente, i britannici consegneranno il controllo di Bassora alle forze di sicurezza irachene. In realtà, i soldati britannici a Bassora controllano molto poco, e le forze di sicurezza irachene sono gestite per lo più dalle milizie sciite.

Il fallimento britannico è quasi totale, dopo quattro anni di sforzi e la morte di 168 militari. "Gli abitanti e i miliziani di Bassora lo considerano non un ritiro ordinato ma al contrario una sconfitta ignominiosa", dice un rapporto dell’International Crisis Group con sede a Bruxelles. "Oggi, la città è controllata dalle milizie, che sembrano più potenti e libere di prima".

La presenza delle forze armate britanniche è stata molto limitata dall’aprile di quest’anno, quando si è conclusa l’Operazione Sinbad, vantata dal Ministero della Difesa come un successo relativo. Negli ultimi quattro mesi, l’intensificarsi degli attacchi contro le forze britanniche ha mostrato che l’operazione è fallita nel suo obiettivo di frenare il potere delle milizie.

Il ritiro sarà un colpo per gli Usa, perché svuota l’affermazione secondo la quale stanno finalmente facendo progressi nell’instaurare l’ordine in Iraq perché le tribù sunnite si sono ribellate ad al-Qa'ida, e perché [gli Usa] stanno impiegando tattiche più sofisticate. In pratica, gli Stati Uniti controllano molto poco delle nove province sciite a sud di Baghdad.

Non è mai stato probabile che l’esercito britannico potesse riuscire nel sud dell’Iraq per quanto riguarda l’instaurare l’ordine pubblico sotto il controllo del governo di Baghdad. Le affermazioni secondo le quali le forze armate britanniche potevano attingere all’esperienza in fatto di contro-insurrezione accumulata in Irlanda del nord non ha mai avuto senso.

In Irlanda del nord, avevano l’appoggio della maggioranza della popolazione protestante. A Bassora e nelle altre tre province del sud dell’Iraq che erano sotto il loro comando, le forze britanniche non avevano alleati locali su cui poter contare.

Le critiche di Sir Mike Jackson, l’ex capo dell’esercito britannico, e del Generale Tim Ross, il più alto ufficiale britannico nella pianificazione successiva alla guerra, riguardo alla mancanza di preparazione per l’occupazione da parte americana non colgono nel segno. La maggior parte degli iracheni erano felici di essersi sbarazzati di Saddam Hussein, ma la maggioranza era contraria a una occupazione successiva alla guerra. Se americani e britannici si fossero ritirati immediatamente nell’aprile 2003, allora non ci sarebbe stata nessuna guerra di guerriglia.

Gli Usa si sono tenuti la maggior parte del potere, anche se ufficialmente sostenevano il governo iracheno, perché non volevano che Saddam Hussein venisse sostituito dai partiti religiosi sciiti che avevano stretti legami con l’Iran. Dato che gli sciiti sono il 60 % della popolazione irachena, questo è probabilmente inevitabile.

Subito dopo l’arrivo dei britannici, il 24 giugno 2003, i soldati di Londra appresero una lezione sanguinosa sui limiti della loro autorità, quando sei membri della polizia militare rimasero intrappolati in un quartier generale della polizia tra Bassora e Amara.

Un giorno dopo andai a vedere il piccolo edificio dove erano morti. All’esterno c’erano ancora in giro uomini armati. Un membro di una tribù che lavorava per un leader che avrebbe dovuto essere dalla parte britannica, disse: "Stiamo aspettando solo che i nostri leader religiosi emettano una fatwa contro l’occupazione, e poi combatteremo. Se cediamo le nostre armi, come potremo combatterli?".

La posizione britannica era che c’erano poliziotti "poco di buono", e, una volta eliminati questi, le forze di sicurezza irachene avrebbero assunto il comando. In realtà, i partiti politici e le loro milizie di tipo mafioso hanno sempre controllato le istituzioni. Quando un giovane giornalista americano che viveva a Bassora coraggiosamente lo sottolineò in un articolo di commento, fu subito assassinato dalla polizia. Dicono che il leader di una milizia abbia detto: "L’80 % degli assassinii nel 2006 sono stati commessi da individui che indossavano divise della polizia, portavano pistole della polizia, e utilizzavano auto della polizia".

Qualcosa di questo avrebbe potuto essere evitato? In una fase iniziale, quando i britannici avevano un buon controllo, c’era un piano per disciplinare le milizie, mettendole in divisa. Questa idea di trasformare bracconieri in guardacaccia ha semplicemente corrotto la polizia.

La violenza a Bassora non è principalmente contro l’occupazione o riguarda divergenze confessionali (la piccola minoranza sunnita è stata per lo più cacciata via). La lotta è stata e sarà per le risorse locali.

Il fragile equilibrio di potere è dominato da tre gruppi: Fadhila, che controlla la Oil Protection Force; il Consiglio Supremo islamico iracheno, che domina i servizi segreti e i corpi speciali della polizia, e l’Esercito del Mahdi, che gestisce gran parte delle forze di polizia locali, l’autorità portuale, e la Facilities Protection Force. Un camionista iracheno ha detto che deve pagare mazzette a tre diverse milizie - le cui postazioni si trovano a pochi chilometri l’una dall’altra - per poter andare avanti.

Per quanto riguarda l’instaurazione di un governo legittimo a Bassora, e una vita decente per i suoi abitanti, il fallimento britannico è stato assoluto.

The Independent,
(Traduzione di Ornella Sangiovanni)