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Tolleranza zero per i lavavetri

di Massimo Fini - 08/09/2007

Il premier Prodi, il Guardasigilli Mastella, il ministro degli Interni Amato e quello della Difesa Parisi han preparato un «pacchetto sicurezza» il cui pezzo forte è la custodia cautelare obbligatoria per «presunta per icolosità e sufficienti indizi» per chi è sospettato di aver commesso reati di «grave allarme sociale», cioè reati da strada.
Non si capisce (o forse la si capisce fin troppo) la politica del Governo, ma più in generale della nostra classe dirigente, di sinistra e di destra, in materia di sicurezza e giustizia. Ma come? Un anno fa, col consenso e il plauso di quasi tutta la classe politica, venne emanato un indulto che ha buttato fuori dal carcere 30 mila delinquenti certi, per chè condannati in via definitiva, e ora si vuole la «custodia cautelare obbligatoria» per imputati che potrebbero benissimo essere innocenti. E tutte le grida, che abbiamo sentito risuonare per anni, contro l'infamia della custodia cautelare ("i magistrati li arrestano per chè confessino"), contro il gravissimo vulnus allapresunzione di innocenza fino a condanna definitiva, alla Stato di diritto e al Dio del garantismo? Già, ma allora ad essere sotto schiaffo erano imputati eccellenti ed eccellentissimi, politici, amministratori, imprenditori. E per loro si è inzeppato il Codice di procedura penale di una tal serie di norme iper garantiste da rendere pressocchè impossibile arrivare a concludere i processi, soprattutto per i reati finanziari e contro la Pubblica Amministrazione, in cui le indagini sono particolarmente complesse, che son quelli propri di 'lorsignori', fra cui la legge detta 'ex Cirielli' che dimezza assurdamente i termini della prescrizione.

Si dice che i reati da strada sono quelli che destano "maggior allarme sociale". E' una prospettiva volutamente falsa. Lo scippo o il furto a una vecchietta è certamente odioso, ma una bancarotta fraudolenta mette sul lastrico mille vecchiette. Callisto Tanzi, autore di uno dei più colossali crack finanziari, che ha rovinato decine di migliaia di piccoli risparmiatori, non farà il carcere grazie alla combinazione della 'ex Cirielli' con l'indulto.

Pian piano si stanno creando, come nel feudalesimo, due diritti. Uno per 'lorsignori' dove vige l'impunità, e uno diverso, che vale per tutti gli altri, dove si vuole "la galera subito" e processi rapidissimi (laddove per i Vip sono invece infiniti) senza garanzie.

La «tolleranza zero » è sacrosanta. Se vale per tutti. Altrimenti è solo soper chieria dei più forti. La tolleranza zero possono per mettersela gli Stati Uniti dove si fanno 25 anni di galera per un falso in bilancio che invece da noi è stato depenalizzato ad uso di qualcuno.

Ha scritto Enzo Paci, su questo giornale, che bisogna recuper are il senso della legalità e far capire "a chi non rispetta le regole del gioco che non esistono zone franche". Ma sarà molto difficile farlo capire agli strati sociali più bassi e degradati se tutti vedono che ai piani alti queste zone franche esistono. E sarà difficile recuper are il senso della legalità dopo che per un decennio si è condotta una capillare, devastante e irresponsabile campagna di delegittimazione della magistratura. Con ogni pretesto. L'altro giorno, a Venosa, Fabrizio Corona, indagato per chè sospettato di ricatti ignobili, si è per messo di dire del Pubblico Ministero John Woodcook (un magistrato che non rilascia una dichiarazione, ma usa la moto ed è per ciò sospetto, come lo era Borrelli per chè montava a cavallo): "Leggendo gli atti è evidente che non capisce un c.... di legge. Sono capitato nelle mani di un Pm che cercava popolarità per spianarsi la strada in politica". Quante volte abbiamo sentito queste parole in bocca ai politici, amministratori, imprenditori e Vip di vario genere appena raggiunti da un avviso di garanzia? Ma adesso, grazie a Dio, si è deciso di fare sul serio. E allora dagli al lavavetri , al graffitaro, all'accattone. «Ecrasez l'infame!».