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Leggi popolari su Sovranità Alimentare e Referendum contro gli OGM

di sovranitalimentare - 08/09/2007

Fonte: sovranitalimentare

Leggi popolari su Sovranità Alimentare

e Referendum contro gli OGM

Ufficio stampa

Pagine del comitato

Contatti con il comitato

 

E' iniziata la raccolta delle firme per il Referendum sugli OGM

e la legge di iniziativa popolare per la Sovranità Alimentare

 

Comunicato stampa

uffstampa@altragricoltura.info

 

Roma, 7 settembre 2007

  

La riunione di ieri a Roma del Comitato promotore ha registrato l’avvio della campagna per la raccolta delle firme sulle due leggi di iniziativa popolare.

Crescono le adesioni di organizzazioni, istituzioni e personalità al comitato, fra le ultime quelle della sezione italiana del Contratto Mondiale dell’Acqua, di Alex Zanotelli, di Francuccio Gesualdi, di Medicina Democratica, della Rete del Nuovo Municipio, di diversi Comuni della Rete dei Comuni Antitransgenici, di Megachip (l’Associazione di cui è presidente Giulietto Chiesa)  e di ICEA (il più importante istituto italiano di certificazione del Biologico) ma, soprattutto, cresce l’adesione di numerose realtà contadine di base, di gruppi d’acquisto, di associazione e gruppi di cittadini attorno cui si stanno costituendo i comitati territoriali di raccolta delle firme.

La riunione del Comitato promotore ha messo in cantiere una serie di iniziative che si terranno nei prossimi mesi ed ha costituito il Comitato Scientifico e Culturale di sostegno al percorso.

Nella Conferenza stampa che si è tenuta oggi nella Sala Convegni della Fondazione Basso, cui sono intervenuti Gianni Fabbris a nome di Altragricoltura Foro Contadino, Gianni Cavinato a nome dell’Associazione Consumatori Utenti, l’agronomo Enrico Lucconi, il prof. Giuseppe Altieri e Patrizia Pratesi De Ferrariis a nome di Equivita  è stato dato conto dell’avvio dei lavori e distribuito una memoria sulla proposta di legge che istituisce il Referendum sugli OGM.

Il Comitato Nazionale ha organizzato la partecipazione alla settimana di mobilitazione a Vicenza contro l’allargamento della base Nato di Dalmolin. Sarà, questa, l’occasione per incontrare le altre realtà di base e movimenti sociali che stanno conducendo in Italia  iniziative per i beni comuni, la difesa del territorio, il diritto dei cittadini alla Sovranità.

 

Per info e contatti: www.sovranitalimentare.net  -  3351336977

Comunicato  Stampa   DEF.

 

L’iniziativa che abbiamo preso nasce dalla necessità di interpellare, su problemi di fondamentale importanza per la salute di tutti e per la salvaguardia dell’ambiente e delle aree agricole, la collettività nazionale, per dare voce a chi appare non avere voce, dato che da inchieste e sondaggi reiterati, a livello locale, nazionale ed europeo, gli interpellati sempre si sono pronunciati, nella stragrande maggioranza, contro l’introduzione degli OGM sul territorio e nell’alimentazione.

Di questi risultati, il legislatore comunitario si accinge a non tenere conto, se è vero come è vero che la Commissione CE,   sta per approvare una normativa che permette di inserire gli OGM non solo negli alimenti convenzionali   ma anche in quelli biologici, che come è noto sono richiesti   da chi desidera prodotti ed alimenti non manipolati, ne inquinati, rappresentando il “cavillo” di TROIA per poter aprire alle coltivazioni transginiche.

Né si comprende, peraltro, quale sia lo scandalo, da taluni ipotizzato, di sollecitare, su argomenti di tale natura, la risposta e il parere dei cittadini, dal momento che è la stessa Direttiva 2001/18/CE a prevedere l’interpello del pubblico prima di introdurre nell’ambiente gli OGM.

Vedasi, in tal senso, il 10° “considerando” e gli artt. 9 e 32 di tale direttiva.

Lo scandalo, al contrario, è di chi pretende di inquinare irreversibilmente l’ambiente e le aree agricole con gli OGM, senza il consenso dei cittadini.

Inquinamento irreversibile del territorio di cui parla, ancora una volta, la Direttiva 2001/18/CE nel 4° “Considerando”.

Ma scandalo ancor più grande è quello di vedere la generalità dei mass media (salvo rare eccezioni) schierata a favore dell’introduzione degli stessi, benché priva (questa generalità) di conoscenze appropriate ed approfondite, costantemente tacendo sulle ragioni del loro danno senza alcun beneficio nè per i coltivatori nè per i consumatori.  

Ma scandalo degli scandali è quello di non aver ancora interpellato con referendum tutti i cittadini, dopo anni che sugli OGM si discute e si legifera e a livello comunitario e a livello nazionale.

Per salvare  capre e cavoli si vuole ora introdurre la cosiddetta coesistenza della coltivazione degli OGM con quella senza OGM nelle diverse zone agricole, quando l’esperienza di altri Paesi ha accertato che, introdotti gli OGM, essi inquinano definitivamente ed irreversibilmente in tempi brevi, anche le aree e le produzioni agricole senza OGM.  La coesistenza rappresenta cioè una contraddizione in termini, non prevedendo più la possibilità di avere coltivazioni liberi da OGM.  

In tutto questo c’è, evidentemente, qualcosa che non torna, perché in democrazia sollecitare il parere diretto dei cittadini, su temi che interessano ogni singola persona, come il cibo, la salute, l’ambiente, è il massimo cui si possa aspirare, non anomalia bizzarra o cervellotica, da riprovare come insensata.

La nostra Costituzione non vieta il referendum consultivo. ne consegue che è del tutto ammissibile proporre una legge che su di una determinata materia, preveda una consultazione popolare.

Deve, insomma, risultare chiaro a tutti che se l’iniziativa otterrà la risposta che merita e l’adesione dei più, sarà lo stesso numero delle sottoscrizioni raccolte a mettere in evidenza la volontà dei consumatori.

In altre parole la raccolta delle firme e il numero dei firmatari di fatto concreterebbe esso stesso il referendum del cui risultato il legislatore dovrebbe tener conto senza ulteriori indugi.

Aggiungasi che tutte le volte in cui si sono svolti referendum consultivi sugli OGM in altri Stati (come Svizzera, Norvegia, Danimarca, Austria, ecc.) i cittadini interpellati hanno sempre rifiutato la loro introduzione nell’ambiente, in agricoltura, nell’alimentazione umana ed animale.

Negli stessi Stati Uniti la popolazione dello Stato della California ha respinto con referendum la modifica genetica della vite, preferendo mantenere la vite non geneticamente modificata.

Se si possono attivare, in merito, referendum all’estero non si capisce perché ciò non possa accadere anche in Italia.

Si ha la sensazione che poteri forti, dietro le quinte, non gradiscono l’uso di simili strumenti democratici.

Ma, allora, in nome di chi il Parlamento legifera e governa, del popolo o dei poteri forti ed oligarchici che “non gradiscono” ? !

E’ giunto il momento di dare significato concreto alla democrazia, che rischia, altrimenti, di restare espressione priva di contenuto e di senso, quale strumento e mezzo di prevaricazione e non di liberazione e rispetto di ciascuno e di tutti.

 

Insomma, non comprendiamo quale bisogno ci sia di olio, di vino, di pasta, ecc., derivati da prodotti vegetali geneticamente modificati.

Per millenni abbiamo mangiato al meglio, per altri millenni dovremmo continuare a mangiare al meglio, senza pagare pedaggio alcuno a chicchessia (per brevetti, o quant’altro) previsto per le cosiddette presunte innovazioni, in realtà espropriandoci del frutto del lavoro dei nostri avi.

Si pensi, tanto per fare un esempio, che per ogni modifica genetica l’acquirente del prodotto agricolo GM dovrà pagare “royalties” per non meno di 7 brevetti, e ciò per ottenere vegetali con inseriti, tra l’altro, dei pesticidi (questo, infatti, è al presente l’OGM che ci viene proposto), che finanche i topi rifiutano di mangiare.

In proposito si ricorda l’esperimento condotto alcuni anni fa in Canada.

Sono stati, infatti, messi a disposizione dei topi due cumuli di mais, uno transgenico, l’altro convenzionale.

I topi liberati hanno sistematicamente ignorato il cumulo transgenico di mais, per cibarsi esclusivamente di mais convenzionale.

Non vorremmo, noi umani, essere da meno dei topi.