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Il capitalismo "buono" senza conflitto d'interessi. Il monopolio Coop sulle opere pubbliche

di Stefano Filippi - 08/09/2007





Dicono che sia Bologna la capitale delle coop rosse. Sbagliato. È
Genova. Nel capoluogo ligure, più decentrato di quello emiliano, meno
esposto ai riflettori della polemica politica, le coop fanno il bello e
cattivo tempo. Non soltanto nella grande distribuzione alimentare ma
anche nell'edilizia, pubblica e privata. Sotto la Lanterna, non c’è
grande opera pubblica negli ultimi vent’anni che non sia stata
realizzata da una società della Legacoop: dal Terminal Traghetti al
Porto Antico, dal Palazzo Ducale all’allargamento della Fiera.
A farla da padrona è la Coopsette di Reggio Emilia, proprietaria anche
di una delle maggiori tv locali, Telecittà. Coopsette ha rilevato le ex
aree Erg di San Quirico in Valpolcevera costruendo l’hotel San Biagio,
che gestisce direttamente. Ha poi acquistato per 14 milioni di euro l’ex
sede dell'acciaieria Ilva di Carignano, un pezzo di archeologia
industriale nel cuore nobile di Genova che sarà trasformato anch’esso in
un albergo di lusso con 140 camere e centro congressi: occorreva un
cambio di destinazione d’uso, ma non c’è stato problema. Sempre
Coopsette costruirà case, negozi e 300 posti auto coperti nell’ex
rimessa dell’Azienda trasporti genovese. E riqualificherà l’ex sito
industriale di via Dino Col a Sampierdarena realizzando un polo
artigianale di 20mila metri quadrati.
L’elenco dei lavori affidati alle coop è sterminato. Il sottosegretario
azzurro Alberto Gagliardi ha fatto l’inventario. «Si è cominciato negli
anni ’70 con la vergognosa cementificazione delle nostre colline -
elenca - poi la metropolitana, il quartiere della Madre di Dio,
l’Acquario, la facoltà di Economia, la speculazione di Costa degli
ometti a Quarto, il sottopasso di Caricamento, il parcheggio di piazza
della Vittoria, il Terminal Traghetti, l’Expo colombiano, il parcheggio
di Portofino. Ma gli esempi sono decine».
«Le più rilevanti opere pubbliche della città, che a differenza della
Regione è sempre stata governata da giunte di sinistra, sono tutte
targate coop - continua Gagliardi -. Hanno costruito il Cembalo e
amplieranno gli spazi espositivi della Fiera di Genova. C’è una
cooperativa emiliana di mezzo, guarda caso, pure nella vicenda degli
scarichi dell’ospedale San Martino. Per parafrasare una immortale
definizione di George Orwell, «tutti gli operatori commerciali sono
uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri». Le coop operano come una
multiregionale in un sistema integrato che può contare sulla sintonia
con il partito post-comunista in tutte le amministrazioni locali e in
tutte le istituzioni».
Le esigenze delle coop hanno modellato le scelte amministrative. Negli
ultimi anni Genova è stata scossa da una forte polemica sulla
destinazione dell’area ex Ansaldo di Fiumara, zona di espansione
naturale per il porto che invece è stata consegnata nelle mani di
Coopsette. Il progetto, deciso alla fine degli Anni 90, ha mosso
investimenti per circa 500 milioni di euro (parte dei quali finanziati
dallo Stato e a carico del Comune) per costruire 220 appartamenti,
insediamenti direzionali e commerciali, sale cinematografiche, 47mila
metri quadrati di area verde, un palasport. Piccolo particolare: il
progetto originale vietava esplicitamente la realizzazione di nuovi
centri commerciali. Ma l’ostacolo è stato rimosso trasferendo nella zona
un supermercato (coop, naturalmente) già attivo altrove.
Scalpore ha creato anche un altro caso, quello della Carrefour, colosso
francese della grande distribuzione che aveva tentato di rompere il
monopolio coop nelle megastrutture commerciali. La società aveva
presentato la richiesta di costruire un nuovo ipermercato a Fegino, ma
il comune di Genova aveva negato i permessi. Il Tar della Liguria aveva
dato ragione all’ente locale, sentenza però ribaltata l’anno scorso
dalla Corte dei conti. La società Gamma, che cura gli interessi di
Carrefour nel Genovese e aveva presentato il progetto di Fegino, vuole
chiedere i danni al comune. L’avvocato Flavio Fasano, legale della
Gamma, si è limitato a dichiarare: «A malincuore riscontro un monopolio
di fatto delle coop». Lui la sinistra la conosce bene: è stato sindaco
di Gallipoli dal 1990 al 2000 per il Pci-Pds-Ds, è capogruppo Ds nel
consiglio provinciale di Lecce. Ed è grande amico di Massimo D’Alema.
In Liguria sono aperti quattro ipermercati, tutti coop: a Bolzaneto,
Carasco, Sarzana e Savona. La Carrefour morde il freno. Anche una
società tedesca è stata bloccata. Un altro operatore specializzato nei
grandi centri commerciali, il marchio Iper, ha invece scelto un’altra
strategia: ha costruito tre megastrutture appena fuori dalla Liguria, a
Serravalle Scrivia, Pozzolo Formigaro e Tortona. Tutta la regione fa il
tifo perché la Coop abbia un po’ di concorrenza. Un’inchiesta del Sole
24 Ore ha infatti messo a confronto prezzi e servizi degli ipermercati
italiani. E ha scoperto che i prezzi in Liguria sono più alti di quelli
delle altre regioni a causa del «non ottimale sistema distributivo». I
negozietti sotto casa sono spesso più convenienti perfino delle offerte
coop. Monopolisti e parsimoniosi: gli emiliani sono quasi peggio dei liguri.