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L’embrione chimera è l’abiura della ragione umana

di sm - 08/09/2007

“E’ un attacco alla legge naturale,

un’offesa per l’umanesimo, l’abiura intollerabile

della più alta tradizione della cultura

occidentale. Mai si era messo in dubbio il

senso sacro della vita, la differenza tra uomo

e bestia, e mai nella storia si è attentato così

pericolosamente alle basi della ragione

umana”. Raggiungiamo John Milbank, teologo

e filosofo tra i maggiori del Regno Unito,

al telefono della sua casa nel Nottinghamshire.

Per lui, cristiano anglicano, educato a

Cambridge alla scuola di Rowan Williams

(che sarebbe poi diventato arcivescovo di

Canterbury), la creazione di embrioni ibridi

uomo-animale è un atto che fa orrore, “ma

se si è arrivati a tanto – ammette – è anche

colpa nostra, di noi cristiani”.

Il professor Milbank, con lentezza, pesando

ogni parola, spiega che la secolarizzazione

in Europa si è accompagnata a una progressiva,

e sempre più rapida, perdita della

fede. E questo, dice il filosofo, è accaduto anche

perché i cristiani hanno fallito nel tenere

insieme fede e ragione, “che hanno finito

così con l’acquisire la forma di due compar-

IL TEOLOGO INGLESE DENUNCIA LA DERIVA DELLA SCIENZA

ti separati e non comunicanti”. Il risultato,

sostiene, è stato lo sviluppo di una scienza

che si è “isolata dal resto del mondo”, dal

senso comune, dalla fede e dal rispetto per

l’unicità della vita umana. “Quando uno

scienziato non ha coordinate che lo orientino

al di là della pratica scientifica – dice Milbank

– cercherà di fare qualcosa per la semplice

ragione che la tecnica di cui dispone

glielo consente. Ovvero, se tu credi che il

mondo sia meramente una sorta di pasticcio

creato dal caso, e non sei sfiorato neanche

dal minimo dubbio che possa esistere qualcosa

di più grande, un senso assoluto, un segreto

della vita, allora è ovvio che cercherai,

avendone gli strumenti, di riprodurre quei

fenomeni che tu consideri casuali e inerti,

sostituendoti così alla natura”. Fino all’estrema

conseguenza di creare qualcosa che in

natura non esiste: la chimera, l’essere in parte

uomo e in parte animale. L’embrione ibrido

che è già realtà in Gran Bretagna.

La cultura cristiana, sempre più minoritaria,

dice Milbank, “persa nell’intimismo religioso”,

non è riuscita a fermare questa deriva,

“che oggi, non a caso, ha il suo culmine in

Inghilterra, ovvero un paese vittima, più che

altrove, di una secolarizzazione forsennata e

ideologica”. Così il teologo anglicano finisce

col citare Benedetto XVI e la lectio magistralis

di Ratisbona, “perché questo era il senso

delle parole del Papa: la manifestazione di

un timore e il monito affinché l’uomo non

smarrisca se stesso” nel baratro di una ragione

epurata dalla fede. Infatti Benedetto XVI

nel suo discorso a Ratisbona non si rivolse

solo ai cristiani, ma se possibile all’umanità

intera, “e il suo messaggio è stato un grido di

allarme, oggi più attuale che mai”. Perché,

dice Milbank, “una società che perde il senso

del sacro, che vede nella natura solo un

oggetto da violare e rimaneggiare, che rifiuta

l’idea che in essa possa invece celarsi la

manifestazione di Dio: questa è una società

che inevitabilmente finirà col rifiutare anche

la peculiarità dell’esistenza umana e la

sua profonda diversità dal mondo animale”.

E qui il filosofo britannico dispiega una serie

di passaggi logici e consequenziali dal risultato

aberrante e stupefacente all’unisono.

Milbank spiega infatti che se si nega la differenza

tra uomo e animale, e quella tra vita

feconda e natura inerte, si arriva automaticamente

“alla negazione che nell’essere

umano ci sia qualcosa di speciale e unico, il

quid che lo distingue dal resto del creato, ovvero

la ragione. Dunque il paradosso – rivela

con amaro sarcasmo il filosofo inglese – è

che oggi stiamo assistendo alla negazione

della ragione umana su basi scientifiche”.

Milbank dice che si tratta di una tale ovvietà,

di qualcosa che è intimamente percepibile

come sbagliato, “che quasi è un paradosso in

sé trovarsi a parlarne”. Ma tant’é che si tratta

di un fatto: nei laboratori scientifici inglesi

si mescola l’umano con l’animale. Sul da

farsi il professore non ha dubbi: “Sarebbe

assolutamente legittimo contrapporsi con

ogni mezzo, incitare alla rivolta contro questo

genere di pratiche. I cristiani, e non solo,

non dovrebbero tollerare che cose del genere

siano consentite. Si tratta di pratiche che

vanno al di là dei diritti democratici: si tratta

di un’attacco alle basi più profonde della

nostra esistenza umana”.