Tre strade per la scuola. Ernst Jünger (recensione)
di redazionale - 08/09/2007
L
o avevano avvertito fin da piccolo:‘Aspetta solo di andare a scuola’, gli diceva
papà quando Wolfram, preso dai suoi
giochi, si presentava tardi all’ora dei pasti”.
E, puntualmente, la minaccia si era
realizzata. Giunta l’età di sei anni, la scuola
si era materializzata, con la sua funzione
d’ordine, come era in Prussia agli inizi
del Novecento, come è rimasta a lungo in
tanti paesi. Gli insegnanti – circondati da
“un’aura di umanistica dignità”, le barbe
“piuttosto lunghe, simili a quelle dei soldati
degli anni Settanta”, vestito impeccabilmente
scuro anche d’estate – “non avevano
preso parte alla guerra, eppure alcuni di
loro erano ufficiali della riserva e, ‘per Sedan’,
così come per il genetliaco del Kaiser,
si mostravano in uniforme. Del monarca
avevano i baffi con le punte all’insù, portavano
cravatte, polsini lucenti e un pincenez
agganciato alla catenella”.
Si attenevano al principio secondo cui
“la ripetizione è la madre dell’istruzione.
Ovvio che gli scolari intelligenti si annoiassero
e, in particolare, detestassero
imparare lezioni a memoria da imparare
ad alta voce”.
Alla categoria degli studenti svegli appartiene
anche il piccolo Wolfram. Ogni
mattina deve affrontare il suo incubo: la
strada che lo conduce all’antro che l’attende
per inghiottirlo con i suoi riti cui non
riesce ad assuefarsi. Meglio, ogni mattina
deve affrontare il dilemma tra quell’antro
e il mondo, il vasto mondo seducente affascinante
vivo che gli si fa incontro tra i vialetti
i cespugli le acque del parco cittadino,
attraverso cui si snoda il cammino che lo
conduce alla meta aborrita. Ha imparato a
conoscerlo appeso alla mano del nonno,
anch’egli docente elementare, insieme al
quale compiva il tragitto nei primi anni. Il
vecchio maestro gli aveva insegnato i nomi
delle piante, degli uccelli, delle rocce che
incontravano per via; la passione del giovane
discepolo si era fatta incontenibile, e
ogni tragitto era diventata l’occasione per
una divagazione, un’avventura, una scoperta.
Le letture avevano fatto il resto, trasformando
il parco nell’isola di Robinson e
ogni passante nel suo Venerdì. Così Wolfram
sistematicamente arrivava a scuola in
ritardo, infangato, inzaccherato, ignaro talvolta
perfino dell’aula in cui doveva recarsi,
vittima inevitabile delle punizioni degli
insegnanti e dello scherno dei compagni.
Agile Bildungsroman, scritto dall’autore
del “Trattato del ribelle” versi i novant’anni,
“Tre strade per la scuola” rievoca lieve
la genesi antica di quella ribellione, scintilla
che scocca inevitabile quando a un giovane
curioso di scoprire il mondo l’istituzione
non sa offrire che formule vuote.
Ernst Jünger
TRE STRADE PER LA SCUOLA
74 pp. Guanda, euro 10