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Ottaviano, avanti tutta! (recensione)

di Carlo Carena - 08/09/2007

Carlo Carena recensisce il libro dello storico Luciano Canfora dedicato alla presa di potere di Augusto. Il titolo La prima marcia su Roma accenna, senza che ciò venga mai esplicitato all’interno del libro, a paralleli storici con la “seconda” marcia avvenuta nell’ottobre del 1922. La “prima” marcia costituisce quella che Canfora definisce «il colpo di Stato del 19 agosto 43», culmine di una strategia del giovanissimo Ottaviano tutta tesa a conquistare il controllo del consolato.
L’articolo ripercorre brevemente, dai cesaricidi fino al controverso rapporto con Cicerone, le tappe di quella conquista del potere che permise ad Augusto di governare indisturbato sull’impero.


Il nuovo libro di Luciano Canfora è la sceneggiatura critica del séguito del suo precedente e grosso studio su Giulio Cesare [...].
La prima marcia su Roma dà ora conto analiticamente delle mosse del nipote e figlio adottivo di Cesare, Ottaviano, e degli eventi accaduti in quei mesi cruciali e convulsi su tutto il teatro d’Italia, la repubblica languente e dilaniata, le ambizioni e le passioni sfrenate di protagonisti geniali e meschini. [...] È un’opera sottile, interroga a fondo e minuziosamente le fonti, cercando di penetrarne a loro volta le “fonti”, fondamentali nei racconti di epoche così contrastate e di abile uso della propaganda.
Il libro prende l’avvio appunto da quello straordinario strumento propagandistico che è l’“autobiografia” con cui Ottaviano al termine della sua vita si consegnò ai contemporanei e ai posteri: i Rerum gestarum, «uno dei migliori esempi della grandezza e strutturale ambiguità del linguaggio politico». Lì Augusto si presenterà come colui che allora riscattò la repubblica dall’oppressione dalla fazione dei cesaricidi; ma dietro quella copertura politica stava in realtà un giovane che lusingava il partito repubblicano e se ne faceva sostenere, mentre arruolava un esercito privato per sterminarlo e navigava con straordinaria abilità manovriera e con lucido disegno sia sul fronte politico sia su quello bellico, durante le operazioni militari in Nord Italia.
Lì nell’aprile del 43 Decimo Bruto, schieratosi fra gli anticesariani e assediato a Modena da Antonio, veniva alla fine liberato dal console Irzio, dopo che in una precedente battaglia era rimasto ferito e presto perirà il suo collega Pansa. Anche Irzio cadrà a Modena: una morte, sottolinea Canfora, già sospetta agli antichi: secondo Svetonio, il suo medico Glicone fu imputato di averne avvelenato la ferita; qualcun altro raccontò che lo stesso Ottaviano lo avesse abbattuto nel folto della mischia «affinché, messo in rotta Antonio e privata la repubblica dei suoi consoli, rimanesse egli solo al comando degli eserciti».
Ma per garantirsi il successo, occorreva garantirsi subito il consolato. Tutto ciò che da allora Ottaviano compì fu rivolto a tal fine. Lo raggiunse avanzando ed entrando nella capitale alla testa delle legioni in quello che Canfora chiama «il colpo di Stato del 19 agosto 43». Non aveva nemmeno vent’anni, e aveva visto giusto, perché da allora fu per sempre al potere [...].
Appiano narra in modo esemplare questa «prima marcia su Roma»: i soldati, il popolo, il Senato, Cicerone che tramite amici comuni ottiene di incontrarlo e cerca di giustificarsi. Ciò che Canfora racconta e tratteggia del vecchio oratore fa venire alla mente le righe di Montesquieu nelle Cause della grandezza dei Romani e della loro decadenza: «Ottaviano si comportò con Cicerone da uomo abile; lo lusingò, lo elogiò, lo consultò, e usò tutti gli artifici di cui la vanità non diffida mai». A questo punto il lettore pensa ad altri momenti, ad altre marce. L’autore è di una discrezione esemplare. Si capisce fin dal titolo a cosa pensa e poi a come la pensa, perché abbia scritto il libro. Ma solo in una pagina si riferisce al capitolo della Rivoluzione romana di Ronald Syme (1939) dal titolo: La seconda marcia su Roma, e a quali altri tempi ed eventi esso faccia evidentemente riferimento.

Luciano Canfora, La prima marcia su Roma, Laterza, Bari, pp. 90, € 12,00.