Quando manca la libertà di parola
di Elizabeth Davies* - 18/12/2005
Fonte: Nuovi Mondi Media
Il caso di Orhan Pamuk ha portato di nuovo sulla scena internazionale il tema dei diritti civili in Turchia. "Non posso dire di essere sorpreso di essere stato messo sotto processo. Ma credo che l'accusa a mio carico sia piuttosto lieve: non credò finirò in prigione"
Lo scrittore turco più stimato e apprezzato a livello internazionale finirà oggi sotto processo a Istanbul, accusato di aver insultato l'identità nazionale del suo paese. Il caso è visto come un test cruciale dell'impegno politico della Turchia verso il diritto alla libertà di parola.
Orhan Pamuk, autore di romanzi di successo come Il mio nome è rosso e Snow, dovrà affrontare tre anni di carcere se verrà ritenuto colpevole di aver rilasciato commenti atti a insidiare "lo spirito turco", un reato previsto dall'articolo 301 del nuovo codice penale turco.
Il processo, che ha per oggetto alcuni commenti rilasciati lo scorso febbraio da Pamuk sul rifiuto del proprio governo di affrontare la questione del massacro di un milione di armeni durante la Grande Guerra, non solo genera contrasti interni al paese, ma minaccia il buon esito dei negoziati tra Turchia ed UE in merito all'entrata del paese islamico in Europa.
Ollie Rehn, il commissario UE per l'allargamento, ha affermato chee il caso di Pamuk equivale ad una prova del nove della determinazione del governo turco ad agire secondo le proprie recenti riforme approvate grazie alle pressioni dell'Unione Europea, mirate a garantire la libertà d'espressione dei propri cittadini. "Il processo a uno scrittore di romanzi che ha espresso un'opinione non violenta getta un'ombra sullo sviluppo dei negoziati tra Turchia e ed Europa", ha dichiarato Rehn. "Domani [oggi, NdT] sarà la Turchia e non Orhan Pamuk a dover affrontare un processo".
L'Unione a 25 ha ufficialmente avviato i negoziati per l'ingresso della Turchia in Europa in ottobre, e ha sempre insistito sul fatto che per il governo turco il primo passo in tal senso è quello di rispettare le condizioni sui diritti umani. Nonostante le modifiche apportate quest'anno al codice penale a seguito delle pressioni di Bruxelles, il governo del primo ministro Recep Tayyip Erdogan ha mantenuto intatto lo status dell'articolo 301, che considera offesa criminale il denigrare il carattere nazionale e l'insultare il fondatore dello stato turco moderno, Kemal Ataturk.
Pamuk ha toccato un punto dolente della società turca quando lo scorso febbraio dichiarò a un quotidiano svizzero che "30.000 curdi e un milione di armeni vennero uccisi in queste terre [in Turchia, NdT], e nessuno tranne me osa parlarne".
L'uscita dello scrittore ha suscitato grandi proteste tra gli ambienti turchi più conservatori e tradizionalisti. I pubblici ministeri hanno così aperto la causa. Pamuk, in un articolo pubblicato questa settimana sulla rivista the New Yorker, ha dichiarato: "Non posso dire di essere sorpreso di essere stato messo sotto processo. Ma credo che l'accusa a mio carico sia piuttosto lieve: non credò finirò in prigione".
Una delegazione del parlamento europeo assisterà al processo. Rehn ha dichiarato: "La Commissione si aspetta che il governo turco chiarisca ai pubblici ministeri e ai giudici che... il nuovo codice penale deve essere interpretato in linea con la Convenzione Europea sui Diritti Umani".
Orhan Pamuk, 53 anni, è sempre stato una spina nel fianco per Ankara. I suoi libri, tradotti in più di trenta lingue diverse, dipingono il ritratto di una Turchia dissestata dallo scontro tra cultura orientale e cultura occidentale, tra conservatorismo e modernità, tra islamici e scuole di pensiero secolari. Pamuk si è spesso schierato contro il trattamento delle minoranze nel suo paese, accusando il governo di incoraggiare un nazionalismo "pazzo" e di violare i diritti umani.
Di quest'ultimo caso, che ha portato alla ribalta internazionale il tema della libertà di parola in Turchia, Pamuk dice essere una dimostrazione di come sia difficile conciliare la Turchia occidentale e moderna che Erdogan cerca di promuovere con il movimento conservatore nazionale che lo accusa per le sue esternazioni.
"La cosa più difficile è stata spiegare perchè un paese ufficialmente in procinto di entrare a far parte dell'Unione Europea vorrebbe imprigionare un autore i cui libri in Europa sono ben conosciuti", ha scritto Pamuk.
Decine di altri scrittori meno celebri e accademici stanno affrontando le stesse simili accuse sotto il codice penale revisionato.
*The Independent
Fonte: http://news.independent.co.uk/europe/article333475.ece
Tradotto da Luca Donigaglia per Nuovi Mondi Media