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Euroschiavi. Conferenza di presentazione al libro (atti)

di Francesco Bevilacqua/Marco della Luna/Eduardo Zarelli - 13/09/2007

Fonte: associazioneedera

Sabato 26 Maggio 2007 – Bologna - "Sala dell’Angelo"

"€UROSCHIAVI"

Conferenza di presentazione al libro

con l’autore Marco della Luna

e l’editore Eduardo Zarelli

Atti dell’incontro

Introduzione

a cura di Francesco Bevilacqua

Associazione Culturale Edera

Presentazione dell’editore

di Eduardo Zarelli

Curatore Casa Editrice Arianna

Presentazione dell’autore

di Marco della Luna

Coautore del testo "€uroschiavi"

Domande del pubblico all’autore

Conclusioni dell’editore

di Eduardo Zarelli

Convegno organizzato da:

Associazione Culturale Edera

www.associazioneedera.org

info@associazioneedera.org2

Sommario

SOMMARIO....................................................................................................................................3

INTRODUZIONE............................................................................................................................5

PRESENTAZIONE DELL’EDITORE: EDUARDO ZARELLI..................................................7

PRESENTAZIONE DELL’AUTORE: MARCO DELLA LUNA................................................9

DOMANDE DEL PUBBLICO ALL’AUTORE............................................................................23

CONCLUSIONI DELL’EDITORE................................................................................................27

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Introduzione

Molti di voi sicuramente ci conoscono già, questo incontro è stato organizzato dall’Associazione Culturale Edera, attiva già da diversi anni sul nostro territorio. Le tematiche che trattiamo vanno dalla politica alle problematiche sociali all’economia, fino ad arrivare ai problemi specifici della nostra città, svolgendo quindi un’attività sul nostro territorio. La nostra visione ci porta ad articolare la nostra azione secondo due direttrici fondamentali: la prima individua una serie di valori tramandatici dalla nostra cultura, che noi riteniamo fondanti e sui quali vogliamo costruire il nostro futuro; la seconda direttrice ci porta inevitabilmente ad adoperarci per smascherare quelli che sono i disvalori della società moderna, che noi consideriamo degradata e degradante, disvalori su cui la società attuale si fonda e che cerca di inculcare e di veicolare nell’uomo di oggi. A partire da questo ragionamento nasce la scelta, oggi, di presentare questo libro e di trattare questo argomento.

Introduco brevemente che cosa è il signoraggio, poi ovviamente l’avvocato Della Luna amplierà e argomenterà a dovere il tema: il signoraggio altro non è che il provente che chi emette moneta, anzi la banconota, perché parliamo di moneta cartacea, ricava da questa sua attività. Provente che a rigor di logica, essendo le divise legate al paese in cui queste circolano, dovrebbe spettare al governo del paese e, ovviamente e conseguentemente, al popolo di questo paese. In realtà sappiamo che non è così: anzi i governi si trovano in una situazione economica grave anche e forse soprattutto, per colpa del debito pubblico accumulato per far fronte a questa sorte di servizio che "offrono" le banche centrali di ogni paese. Dal 1998, almeno per quello che ci riguarda, le suddette banche fanno riferimento alla Banca Centrale Europea che è un organo tecnico e non un organo politico: è un organo che non ha nessuna legittimità in termini di democrazia diretta, non è eletto e non deve neanche riferire, se non in momenti meramente formali, agli organi elettivi della Unione Europea, che sono il parlamento in primis e in seguito il consiglio europeo e la commissione. Quindi possiamo dire che questa attività non è gestita da chi ne dovrebbe essere il legittimo depositario.

Abbiamo scelto questo argomento in virtù del nostro proposito, della nostra volontà di smascherare quelli che sono i meccanismi del potere in generale, e oggi più specificatamente quelli che sono connaturati nella pratica del signoraggio.

Quello che cerchiamo e che vogliamo fare è innanzitutto affrontare in modo esauriente l’argomento, in modo da farvi capire, per chi ne fosse all’oscuro, i meccanismi che si celano dietro questa pratica; inoltre il secondo obiettivo è quello di cercare di farvi veicolare il messaggio che sentirete, perché sicuramente uno dei più grandi nemici del signoraggio, e forse l’unico metodo per colpirlo e sconfiggerlo veramente, è quello di rendere le persone edotte sulla sua assurda natura. Henry Ford disse, forse in virtù della

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sua coscienza non proprio pulita, che se la gente venisse a conoscenza di quelli che sono i meccanismi che sono alla base del sistema bancario e monetario, probabilmente scoppierebbe una rivoluzione prima dell’indomani.

Quello che vorremmo noi, magari in termini non così corrispondenti, è la reazione paventata da Ford: vorremmo che la gente si rendesse conto della truffa che viene perpetrata ai suoi danni, e finalmente facesse sentire la propria voce. La voce di chi deve essere il legittimo depositario della rendita, del provento di questa attività.

Oggi abbiamo con noi alla mia sinistra Eduardo Zarelli, curatore della casa editrice Arianna, che ha pubblicato il libro "Euroschiavi", libro sul quale sarà incentrato il nostro incontro, e alla mia destra Marco Della Luna, avvocato e psicologo che si occupa di argomenti politici, economici e di sistemi di dominio collettivo.

L’avvocato ci aiuterà, grazie alla mediazione dell’amico Eduardo, che ci ha già onorato della sua presenza in passato, ad affrontare e conoscere questo tema.

Vi ringrazio di essere intervenuti, vi ringrazio per l’attenzione prestatami e cedo la parola ad Eduardo Zarelli.

Francesco Bevilacqua

Associazione Culturale Edera

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Presentazione dell’editore: Eduardo Zarelli

Devo anch’io ringraziare gli amici dell’Associazione Culturale Edera che mi hanno già reso partecipe un paio di mesi fa di un interessantissimo incontro con Stefano Bonaga e Massimo Fini, all’insegna di un confronto culturale sull’anticonformismo. Sicuramente il tema di questo libro (Euroschiavi) ha una tematica anticonformista, perché non ci rendiamo conto che quel denaro che ci passa per le mani molto spesso è all’origine di tutti i mali della società in cui viviamo, se non di tutti di buona parte.

Io qui, poiché l’approccio che avrà l’avvocato Marco Della Luna sarà molto divulgativo e coglierà aspetti ulteriori alla dimensione generale del problema, affrontando anche il risvolto pratico ed esistenziale della nostra quotidianità in merito al rapporto con il denaro, voglio soltanto inquadrare la scelta editoriale, che è una coerente rispetto alla linea di intervento culturale della casa editrice: una scelta di critica ai modelli di produzione e ai modelli di allocazione del denaro che si sviluppano nella società liberal-democratica. Rispetto alle ideologie e ai modelli critici della società consumista, del modo di produzione capitalistica, l’aspetto monetario è quello sottaciuto, colpevolmente rimosso; mentre vi renderete conto da quello che verrà argomentato tra poco, di quanto sia fondamentale. Voi sapete chiaramente che la moneta è uno strumento di scambio dei beni e dei servizi, quindi se lo strumento in sé può avere delle valenze che possiamo considerare neutre, non è neutro il modo in cui il "corso forzoso" viene emanato. Il denaro viene emesso senza titolarità pubblica, attraverso un debito verso privati (i proprietari della Banca centrale), e su questo debito non c’è titolarità di chi lavora, di chi produce; siamo di fronte al perno di un sistema economico che è un sistema fraudolento nei confronti dei cittadini che ne fanno parte, nella loro collettività. Siamo privati della sovranità, che dovrebbe essere politica rispetto alla moneta, espressione dei beni che vengono costruiti attraverso il sudore della nostra fronte.

Il problema del denaro è quindi un elemento fondamentale per sviluppare un discorso coerente sull’autodeterminazione di un popolo rispetto alla capacità del denaro di influenzare gli equilibri internazionali, piuttosto che nazionali. Questo potere è talmente ampio, vasto, ramificato e intrigante rispetto agli equilibri sociali (in particolar modo in Italia, un paese che ha delle contraddizioni e fragilità connaturate alla sua identità storica e socio-economica) che all’oggi ha raggiunto la suscettibilità della più ampia opinione pubblica; si pensi in tal senso alle oramai continue campagne stampa sulla corruzione della "casta" politica, gli scandali finanziari ed una generalizzata presa di coscienza della corruzione parassitaria del sistema politico-economico-bancario. Emblematico al riguardo il degradarsi dei partiti politici in partiti economici, foraggiati da blocchi di potere economico finanziario.

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Quindi il discorso che verrà fatto adesso dall’avvocato Della Luna, non deve essere colto soltanto dal punto di vista di una astratta critica dei modelli di riferimento della società in cui viviamo, ma dei principi su cui questa società è basata: sulle modalità su cui il potere stesso si regge. Questo potere ha poi chiaramente degli addentellati e delle ricadute dal punto di vista dei mezzi di comunicazione, del modo in cui l’opinione pubblica viene orientata ed eterodiretta, di come in una società consumistica, edonistica, si ingenera in maniera indotta la mentalità che è quella pervicace che ci porta sostanzialmente ad abdicare alla nostra indipendenza come individui e alla nostra volontà collettiva come popoli e come culture, rispetto ad un modello omogeneizzante funzionale a questo modello economico e sociale acefalo.

Ed è talmente cieco - e chiudo questa mia breve introduzione - riproponendo la metafora che Massimo Fini adoperò in questa stessa sala: "siamo oramai su un treno che ha perso il guidatore, che è lanciato a massima velocità, e nella inconsapevolezza generale, ci sta portando, volenti o nolenti, al suicidio collettivo". Se non è possibile mettersi alla guida di questo treno, identificandosi con una pratica di potere, se non altro è opportuno immaginare la possibilità di prendere un altro mezzo di locomozione. E da questo punto di vista, se l’avvocato vorrà parlarne, ci domanderemo se c’è la possibilità di qualche proposta alternativa al modello di economico e finanziario dominante. Editorialmente noi (Arianna Editrice) abbiamo fatto alcune proposte, penso al libro pubblicato di Magrit Kennedy1, sulla moneta senza interesse e inflazione, sulla possibilità di realizzare delle monete locali e complementari, che nei fatti potrebbero manifestare la sovranità popolare e contrastare nell’uso della moneta il monopolio speculativo-finanziario e cosmopolita assunto dal denaro nella società contemporanea.

Ma ora ascoltiamo l’avvocato Della Luna, che ci dirà perché dobbiamo considerarci "schiavi dell’euro", nel teoria come nella pratica economica.

Eduardo Zarelli

Curatore della

Casa editrice Arianna

1 Margrit Kennedy, La moneta libera da inflazione e da interesse, Arianna Editrice,Casalecchio (B0) 2006.

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Presentazione dell’autore: Marco della Luna

Grazie ad entrambi per la ricca presentazione che ha già indicato a voi quali sono le linee portanti del libro e del mio intervento tra di voi oggi pomeriggio.

Mi compiaccio di vedere un pubblico che per la maggior parte è giovane, se non altro sensibilmente più giovane di me. In effetti gli sforzi di comprensione che ho fatto insieme all’amico coautore Antonio Miclavez, sono sforzi diretti a consentire l’avvento di un sistema economico e sociale, secondariamente politico, che tuteli non solo le possibilità di benessere materiale ma anche la serenità e forse ancora di più la libertà. Libertà e serenità sono i beni, i valori più direttamente aggrediti e minacciati dal sistema nella sua corsa evolutiva cieca e in un certo senso disordinata.

Grazie a tutto ciò che è stato l’indotto di questo libro, e del mio precedente saggio "Le chiavi del potere" edito dalla Koinè Nuove Edizioni Roma, frequentando numerosi uomini politici ho avuto modo di constatare un desolante ammanco rispetto alle nostre aspettative, rispetto a ciò a cui crede la gente comune. Ammanco di conoscenza e di intelligenza in campo economico nelle teste di queste persone. Io ho trovato nella loro conversazione le conoscenze utili al rubare piuttosto che l’intelligenza dello studioso e dell’accorto amministratore; ho trovato la furbizia del truffatore, dell’imbonitore anziché conoscenze scientifiche della situazione reale o vedute di una certa ampiezza.

La classe politica italiana che riesce a mantenersi senza il bisogno di evolversi, senza bisogno di migliorarsi, imparare, non parliamo di innovarsi, riesce a mantenersi fissamente, fossilmente nonostante i suoi insuccessi, nonostante la sua incapacità, il suo marciume; ci riesce perché ha a disposizione un’enorme quantità di denaro, circa 110 miliardi di euro all’anno, che raccoglie e usa come trasferimenti in operazioni clientelari. Ha a disposizione questi soldi per comprarsi consensi, nella spesa clientelare a Roma.

Se la classe politica è inguaribilmente cancerosa, tumorale, parassitaria, come ha espresso chi prima ha parlato, se i popoli italiani non sono popoli coraggiosi, sono popoli piuttosto miti ed individualisti, incapaci di una azione forte e collettiva tipo rivoluzione francese contro l’ancien régime, cioè un’azione rivoluzionaria per cacciare questa classe politica dirigente, allora l’unica soluzione possibile è una soluzione che parta dalla consapevolizzazione, orribile parola che però forse aumenta il livello di attenzione, della base. Quella base che è più interessata a capire, ovvero giovani che hanno un futuro, un resto della vita notevole da vivere.

Gli imprenditori, i lavoratori autonomi, i precari, che spesso sono anch’essi giovani, sono persone motivate. Vi dirò da ultimo, chiudendo la mia relazione, come pensiamo di sostenere la loro motivazione, come pensiamo e come già stiamo dando a molti (solo in Calabria 6.000 imprenditori vi hanno aderito) che una volta capiti, diffusi, venuti ad essere

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assimilati come patrimonio di conoscenza sociale, possano provocare quel rivolgimento senza violenza del sistema socio economico, in assenza del quale l’Italia continuerebbe per una strada che è quella in cui gradualmente tutti i centri economici, produttivi, di potere, anche finanziari, vengono prima privatizzati e poi esterizzati.

Il 33% del patrimonio della banca d’Italia è di proprietà del Crédit Agricole e Paribas, attraverso le loro banche controllate. La banca d’Italia è praticamente tutta di proprietà privata. Un terzo abbondante è proprietà privata di capitale francese.

L’Italia non riesce ad innovarsi, a correggersi, a risanarsi al proprio interno, rimane un paese sclerotico, in un certo senso uno zombie, tra gli altri paesi vitali, che si innovano ed esprimono nuove capacità, culture di governo. L’Italia non riesce a farlo. Nessun partito politico può farlo, perché i partiti politici italiani siedono, tutti o quasi, su una base che li vota in cambio di privilegi consociativi, corporativi, di lottizzazione, clientelare, etc. Innovare, per gli uomini politici italiani, significa segare il ramo su cui sono seduti.

Per questo quello che sta avvenendo dal ’92 in poi, grazie soprattutto all’opera di Carlo Azeglio Ciampi, anche di Mario Draghi, è il trasferimento dei centri di potere economici e politici, e soprattutto finanziari italiani, a capitale straniero. Una volta che questo trasferimento sarà completato la riforma dell’Italia sarà attuata completamente, senza il consenso degli italiani, dai capitalisti stranieri. E questi capitalisti lo faranno più nel proprio interesse o nell’interesse dei governi che sostengono, che nell’interesse degli italiani. E anche per questa ragione, bisogna riflettere molto seriamente.

Si tratta essenzialmente, quando parliamo di moneta, di potere monetario, di signoraggio, di dominazione da una parte e di libertà di cittadini dall’altra. Il denaro è stato, è tutt’ora, il principale mezzo di dominazione dei popoli, dell’economia, della società da parte di chi ha il potere di crearlo e di immetterlo in circolazione.

Ci sono stati tempi in cui il denaro era meno importante, anche perché il credito era poco in uso. Fino a 150 anni fa l’economia era principalmente rurale e locale. Molto era auto-consumo, pochi gli scambi, ancor meno erano sviluppati ovviamente i mercati finanziari. Ieri Roy Smith2 della banca Goldman Sachs3, quella che è principale componente della maggioranza del governo in carica, diceva alla libera università di Bolzano che il totale dei titoli mobiliari esistenti al mondo è cento trilioni di dollari, un multiplo, forse dieci volte tanto quanto il valore di beni esistenti. Un’enorme bolla il cui potere devastante, se dovesse esplodere, non è facilmente concepibile né prevedibile perché non c’è un termine di paragone, un termine di esperienza con cui fare il confronto; non abbiamo un modello per preconizzare cosa succederebbe.

Il denaro è diventato oggi uno strumento di dominio capillare, perché è un qualcosa che condiziona la vita di tutti noi: tutti abbiamo a che fare con le banche, con il credito per lo meno, anche se non siamo tutti debitori nei loro confronti. Prima che lo fosse il denaro, aveva un ruolo molto maggiore come elemento di dominazione, come instrumentum regni la religione. La gente del villaggio che viveva di agricoltura, di allevamento, di auto-

2 Roy Smith, professore di Imprenditoria e Finanza presso la Stern School of Business di New York, autore di "The Global Bankers" (1988) e "The Money Wars" (1992).

3 Goldman Sachs, americana, con sede legale a New York, è la più potente e ricca merchant bank del mondo. Gode di un enorme potere politico-finanziario anche in Italia, dove alcuni degli uomini più influenti per la vita del paese, hanno avuto od hanno tutt’ora con la società americana relazioni professionali. Suoi ex "dipendenti", ma ad essa sempre legati, sono Mario Draghi, oggi presidente della Banca d’Italia, e fino a pochi mesi prima vicepresidente della sezione europea della Goldman; il viceministro dell’economia, Tononi; Romano Prodi, consulente della banca dal 1990 al 1993, quando era presidente dell’IRI. Attualmente lavorano per la banca Mario Monti e da poco il consigliere di Berlusconi, Gianni Letta.

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consumo, non era facilmente raggiungibile con lo strumento potere del denaro, del credito, delle tasse (forse un po’ di più con queste) ma era molto raggiungibile con lo strumento religioso organizzato. Sto parlando degli effetti mondani della religione.

Oggi il potere monopolistico di produrre denaro assolve la stessa funzione.

Chi produce il denaro? Vi premetto che quando noi parliamo di liquidità, money supply, cioè di rifornimento monetario, intendiamo qualcosa che magari nella nostra mente sono le banconote e le monetine, ma per il 99 % è credito, cioè promesse di pagamento delle banche, come gli assegni circolari, l’attivo del conto corrente, i libretti al portatore, la lettera di credito, la fideiussione bancaria, sono tutti atti, scritti bancari, con cui la banca promette di pagare una certa somma di denaro. Di tutto ciò che viene usato come denaro, il denaro vero e proprio è l’8 o il 9 %, il resto è questo insieme di scritti bancari, costituiti da promesse bancarie di pagamento. Io, banca, pagherò ad un certo tempo, ad una certa condizione una certa somma in contante.

Chi produce questa massa di liquidità? Per una piccola frazione, 8-9 %, la producono le banche centrali attraverso il sistema europeo delle banche centrali europee, quindi Banca Centrale d’Italia, Banca di Francia, Banca di Germania (Bundesbank), Banca di Spagna. Per il resto la producono tutte le banche. Questo restante 92 % è costituito da scrittura bancaria.

Allora possiamo dire che la totalità della liquidità di ciò che viene usato come denaro è prodotto dal sistema bancario, il quale è internazionale, sovra-nazionale: ci sono partecipazione incrociate, ci sono banche sovra- nazionali (per esempio la BCE ha uno statuto che la pone al di sopra degli stati perché non è sottoposta a nessun controllo democratico giudiziario). C’è una banca che è anche al di sopra della BCE4 che è una specie di super banca che coordina le banche centrali di tutto il mondo, o quasi tutto, che si chiama BIS5, ovvero Bank for International Settlements, banca di regolamenti internazionali, la quale è autrice, per chi è a conoscenza di queste cose, di quegli accordi interbancari privati recepiti dalle leggi nazionali, che sono noti come Basilea I e Basilea II6.

Noi abbiamo una produzione di denaro e di equivalente al denaro, cioè di mezzi di pagamento, interamente privata, interamente riservata ad un monopolio di soggetti privati, che sono appunto le banche centrali in una piccola parte e per lo più le banche

4 La Banca centrale europea è la Banca centrale incaricata dell'attuazione della politica monetaria per i tredici paesi, tutti facenti parte dell'Unione europea, che hanno aderito all'euro adottandolo come moneta. La BCE è stata istituita in base al "Trattato che istituisce la Comunità europea" ed allo "Statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea", il 1° giugno 1998. La Banca ha, inoltre, ai sensi del diritto pubblico internazionale, propria personalità giuridica autonoma.

5 La Bank of International Settlement è un'organizzazione internazionale, fondata nel 1996, avente sede legale a Basilea. Di questa società anonima per azioni, si sa essere azionisti le Banche Centrali di Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti. La BIS non può determinare una politica monetaria mondiale, che prevalga su quelle delle nazioni partecipanti. Le operazioni devono conformarsi alla politica monetaria delle Banche Centrali dei Paesi interessati: le banche centrali interessate da qualunque tipo di operazione hanno diritto di veto sull'esecuzione di queste. In questo senso, l'organizzazione è un coordinamento (paritetico) fra Banche Centrali. La BIS non può prestare somme ai Governi o detenere quote di imprese, o emettere moneta. Inoltre, la Banca, e i suoi dipendenti, godono dell'immunità di giurisdizione, e i beni dell'Istituto dell'immunità di esecuzione.

6 Basilea I e Basilea II: redatti dal Comitato di Basilea (costituito dagli enti regolatori dei G10); il primo (Accordo di Basilea sul Capitale, 1988) obbligava le banche ad accantonare l’8% del capitale impiegato per garantire solidità; il secondo (Nuovo Accordo di Basilea, 2001) ridefiniva la regolamentazione in materia di requisiti patrimoniali delle banche, questo per evitare che quelle con portafogli più elevati fossero penalizzate nella capitalizzazione.

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commerciali normali. Essendo monopolisti di un bene - il denaro, la liquidità - le banche possono imporre le loro condizioni, il loro prezzo, i loro termini. Noi possiamo, se andiamo a comperare un vestito, trattare sul prezzo, trattare sui termini di pagamento. Così se andiamo a comperare una casa dal venditore possiamo trattare. Ma possiamo trattare il prezzo della benzina alla pompa? O il prezzo dell’energia elettrica, il prezzo dell’acqua, della tariffa per la raccolta dei rifiuti solidi urbani? No. Dobbiamo subire. Ci sono degli organismi che hanno una posizione di potere monopolistico - cartellistico, l’OPEC7 per la benzina, l’Enel per l’energia elettrica, le varie aziende comunali multiutilities, per tutta una serie di servizi, le quali impongono prezzi (le chiamano tariffe, in realtà sono tasse). Noi non possiamo contrattare. Dobbiamo subire. Non possiamo ribellarci. Se riteniamo di aver subito un’ingiustizia, cioè che ci venga chiesta una somma non dovuta, e non paghiamo, questi soggetti cedono i loro crediti ad un altro soggetto privato, cessionario per la riscossione dei tributi, il quale in base alla legge 286 del 2006, ha il potere di venire direttamente nei nostri conti correnti a prendere e portare via senza passare per un giudice.

Quindi noi abbiamo un sistema di soggetti privati che perseguono il profitto, che hanno una posizione di monopolio, o di quasi monopolio o di cartello, rispetto a servizi e beni essenziali rispetto ai quali noi non abbiamo alcun potere di trattativa.

Qualcosa di simile abbiamo per le banche, per il bene del denaro, per il bene credito. Voi avrete tutti percepito che c’è stato un forte rincaro negli ultimi mesi delle tariffe locali. Mi pare che Bologna guidi la classifica di rincari con circa 800 euro di rincaro all’anno per famiglia. Perché ci sono questi rincari? Perché chi guadagna sfruttando queste posizioni, cerca di guadagnare sempre di più, approfitta di queste posizioni in cui l’affarismo finanziario privato si mescola con la partitocrazia e abusa dei poteri pubblici, addiritturadi quello parlamentare. Chi gode di questa posizione cerca di massimizzare il profitto, come tutti gli imprenditori.

Le banche non fanno diversamente rispetto al bene denaro, rispetto al bene credito. Però c’è una differenza sostanziale; e qui arriviamo al signoraggio. Quando l’azienda multiutilities comunale che cura la raccolta dei rifiuti impone la sua tariffa, fa pur sempre un servizio. Cioè se non ci portassero via i rifiuti solidi urbani, se non li smaltissero, noi saremo in difficoltà a farlo. Riceviamo un servizio reale: questa azienda ci da qualcosa di reale. Quando ci impone un prezzo crescente per l’acqua, ci da pur sempre l’acqua, sostiene un costo per la raccolta dei rifiuti, per il loro smaltimento, sostiene un costo per trovare l’acqua, per canalizzarla, depurarla e distribuirla. Fa qualcosa che noi difficilmente potremmo fare con le nostre risorse individuali.

Il signoraggio è qualcosa di completamente diverso da questo punto di vista. E’ sempre una posizione monopolistica o cartellistica, ma ciò che da non è, non esiste, è pura illusione. Per questa illusione percepisce fortissimi interessi e si mette in una posizione creditoria verso tutta la società. Ora mi spiego. Diceva prima Eduardo Zarelli che il signoraggio è un qualcosa che costituisce un profitto netto o quasi netto per chi si trova nella posizione di poter creare ed emettere il denaro, spenderlo. La lingua inglese ha un termine, to spend into, spendere in circolazione, con into che ha senso di moto a luogo con penetrazione, immettere spendendo. Quando la banca crea denaro, parliamo di banconote, lo crea con un atto che è meramente tipografico: per quanto possa sembrare paradossale questa affermazione, non è assolutamente controvertibile. E’ un affermazione di pura

7 OPEC: Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio, cartello fondato nel 1960 che include i 12 principali paesi esportatori di petrolio con lo scopo di negoziare con le compagnie petrolifere gli accordi di produzione, concessione e commercializzazione del petrolio.

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realtà. Le banche centrali di emissione che creano ed immettono il denaro, non coprono il denaro con alcuna forma di garanzia, oro se vogliamo, o argento, come è avvenuto in passato. Non lo devono garantire in alcun altro modo con valute straniere (ci sono alcune eccezioni) o con beni immobili.

Il denaro alla banca centrale di emissione non costa praticamente nulla, costa solo la spesa tipografica. Per produrre una banconota da 100 euro, il sistema europeo della banche centrali spende 2,7 centesimi. Questo è il costo industriale di produzione. Lo stato italiano compra questa banconota. Quanto la paga? Non la paga 2,7 centesimi più un equo compenso per il lavoro tipografico, organizzativo, ma la paga 100 euro più lo sconto, cioè 105 euro, più un copyright sul design artistico dell’euro, sulla grafica, più l’interesse annuo.

Quindi lo stato per prima cosa fa fondamentalmente un regalo: cede a una banca centrale che ormai è completamente privata, la Banca d’Italia, il sistema delle banche centrali europee, la sovranità monetaria, il diritto di stampare denaro. Dopo avergliela ceduta compera il denaro non al costo di produzione ma al valore corrispondente al numero stampato sulla banconota. E’ questo l’assurdo. Ma non è un assurdo: è solo un modo per far guadagnare chi è veramente padrone dello stato, cioè i banchieri privati.

Questa operazione mostra già il fondo delle cose: i banchieri privati dominano lo stato e questo è un loro bene aziendale, che essi usano per arricchirsi a spese della collettività. Perché le banche, vuoi quando stampano denaro, vuoi quando stampano la loro scrittura, semicircolari, lettere di credito, etc, non creano ricchezza, non creano beni, servizi, non aumentano la ricchezza collettiva. Attenzione questo è il punto fondamentale. E’ vero che il denaro bancario ha valore, nel senso che io prendo una banconota da 100 euro, prendo l’assegno da 100.000 euro, e posso con la banconota da 100€ comperare un paio di scarpe, con l’assegno circolare posso comperarmi un monolocale in periferia; è vero che hanno valore. Ma questo valore da chi è prodotto? E’ prodotto dalla banca? Se la banca coprisse il denaro con l’oro, si potrebbe sostenere - ma non sarebbe vero egualmente dal punto di vista economico - che il valore è prodotto dalla banca. Ma oggi che la banca di emissione non copre minimamente il denaro, non lo garantisce, non si impegna a convertirlo in oro se glielo presenti (non puoi con una banconota da 100 euro chiedere un certo numero di once oro), ciò è insostenibile. Non hai diritto ad un tubo. Queste banconote non costituiscono alcun titolo di debito, di impegno per la banca che la ha emessa. Solo un’operazione tipografica!

Il valore di acquisto, la loro capacità di pagare un debito, di essere scambiate contro un bene reale, da che cosa dipende? I beni e i servizi non vengono creati dalla banca. Chi li crea? Li crea la gente, i lavoratori, i dipendenti, gli autonomi, i ricercatori, gli inventori, gli scienziati, che realizzano brevetti, scoperte; tutto ciò è bene, è servizio, ricchezza reale, non ricchezza numeraria - monetaria.

Quindi quando la banca dandomi la banconota o l’assegno circolare mi da un potere d’acquisto, questo potere d’acquisto non viene dall’attività bancaria, è un potere d’acquisto che la banca rastrella dalla società collettiva. La banca emettendo credito, un credito che ha un potere d’acquisto incorporato, in realtà preleva potere d’acquisto dalla società generale, lo da a te suo cliente, mutuatario, colui che riceve il mutuo, e tu puoi usarlo e ti carica di interessi. E gli interessi poi non li fa pagare alla società o allo stato, li fa pagare a se stessa.

Se io sono la banca e tu vieni da me a chiedermi un mutuo da 1 milione di euro perché vuoi costruire un capannone industriale, io banca ti chiedo prima di tutto la firma di una promessa di pagamento di questo milione di euro più interessi, supponiamo in tutto

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1.600.000 euro, poi ti chiedo la garanzia, titoli di stato, obbligazioni, ti chiedo altre cose, dimostrazione di capacità di reddito per esempio, o business plan. Poi dopo che ho avuto tutte queste cose, io ti do il mio assegno circolare, che è una mia promessa di pagamento, di me banca. Ma prima mi sono fatto dare la tua e mi sono fatto dare il tuo bene a garanzia. Quindi la banca non rischia nulla, ha il tuo bene a garanzia, ha la tua promessa di pagamento che scambia con la sua. Ma su quella che ti ha dato c’è scritto 1 milione, mentre sulla tua c’è scritto 1.600.000, tu lavorerai per 20 anni per rimborsare questo debito e per pagarne gli interessi.

Ma questo che cosa vuole dire da un punto di vista giuridico. Ora vi parlo come avvocato. Questo vuol dire che niente è uscito dal patrimonio della banca. C’è stato uno scambio di promesse di pagamento: la tua, cliente, promessa di pagamento è coperta da un bene, titoli, azioni, obbligazioni; la mia, banca, è coperta dalle promesse di pagamento degli altri miei clienti. Perché le banche ormai non hanno nemmeno una riserva in denaro. Parlavo con un alto dirigente di una banca importante, mio parente, che mi diceva che le banche hanno in contante 1/1000 dell’ammontare del valore nominale delle loro promesse di pagamento. Cioè quando la banca ti da un assegno circolare da 1 milione di euro, quell’assegno circolare dietro di se quanti euro ha nel patrimonio della banca, banconote dico? 1000, circa.

Quindi ritornando all’operazione di mutuo che descrivevo prima, tu mio cliente, di me banca, mi dai una tua promessa di pagamento interamente coperta, anzi coperta al 200% dalla garanzia di beni di ipoteca o di titoli dati sotto pegno, e io ti do la promessa di pagamento che non è coperta da nulla: quindi io prendo da te molto più di quello che io do a te. E quello che io do a te non viene da me, dal mio patrimonio, ma lo prendo da tutti gli altri cittadini, da tutte le altre imprese.

Articolo 1813 del codice civile, concetto di mutuo: il mutuo è il contratto con cui io do a te in proprietà una cosa mobile o denaro contro promessa di restituzione. Io do a te denaro - dice l’articolo - non una promessa di denaro, soprattutto non una promessa di denaro che non ho, e io banca non ho il denaro che prometto di darti. Non solo non te lo do, ma non lo ho e non te lo posso dare. E non te lo posso dare poiché il totale delle promesse di pagamento delle banche è 9 –10 volte circa il valore di tutto il denaro esistente. Quindi nessuno te lo può dare. Il 90% del denaro che viene usato nel 97% del volume dei pagamenti è promessa bancaria di denaro inesistente, cioè assegni scoperti delle banche.

Perché funzionano, perché vengono accettati? Perché la gente non lo sa. Voi lo sapevate? Il denaro è qualcosa con cui abbiamo a che fare più che con qualsiasi altro bene, servizio, realtà. Possiamo non sposarci, non avere figli, ma del denaro avremo bisogno. Non avremo bisogno dell’avvocato, magari nemmeno del medico, ma del denaro sì. Eppure niente ci viene insegnato sul denaro. Di tutte le persone che ho sentito, solo una mia cliente, che adesso ha circa 43 anni e che aveva studiato nella provincia di Verona ragioneria, sapeva qualcosa dal suo insegnante sulla natura evanescente del denaro. Solo lei, una.

In effetti queste cose che vi dico si trovano nei testi della migliore dottrina economica. Potrei citarvi dei testi (si trovano anche in alcuni manuali universitari di macroeconomia), però praticamente non vengono insegnati nelle università e la ragione la capite anche voi. Se la gente correntemente conoscesse queste cose tanto bene quanto conosce le regole del calcio, governare la gente e sfruttarla, imporre delle tariffe monopolistiche, truffaldine, fregare la casa col pretesto di mutui reali inesistenti, sarebbe impossibile, la gente si ribellerebbe. E’ meglio che si occupi di calcio, è meglio che vada al mare.

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C’è un altro aspetto del signoraggio che va assolutamente menzionato ed è un aspetto di una tale pesantezza per la vita di tutti noi che dovrebbe essere il primo tema di qualsiasi discussione politica. Supponiamo di svegliarci domani mattina con tutti i nostri beni, con tutte le nostre capacità di lavoro, con tutte le nostre aziende se le abbiamo, ma totalmente privi di liquidità. Che cosa succederebbe? Vorremmo fare rifornimento di gasolio, ma non riusciremmo a comprarlo perché non avremmo il denaro. Il benzinaio vorrebbe vendercelo ma non riesce perché non c’è il denaro. Vorremmo assumere dei dipendenti perché arrivano commesse, ma non possiamo perché non c’è denaro. Così per le materie prime, per gli stipendi. Questo è un caso puramente teorico e ipotetico per fare capire rapidamente che il denaro è indispensabile per l’esistenza stessa della nostra società. Se rimanessimo privi di liquidità, saremmo bloccati completamente.

Certamente non è mai successo in tempi recenti che si sia rimasti completamente, all’improvviso, privi della liquidità. Però succedono altre cose: per esempio la liquidità può aumentare o, alle volte, diminuire anche in tempi molto rapidi.

A che cosa serve essenzialmente la liquidità? Serve a fare incontrare la domanda e l’offerta, serve a fare gli investimenti, serve per assumere il personale per esempio. Ho dei debiti: se il denaro c’è io posso incassare dai miei debitori e pagare con l’incasso i miei debitori. Serve per consentire l’incontro della domanda e dell’offerta, ma soprattutto per consentire al meglio l’organizzazione di tutti i fattori potenziali di produzione di beni e di servizi, per consentire l’incontro dell’imprenditorialità, delle tecnologie, l’offerta e la domanda di lavoro etc. Bisogna che ci sia il denaro, una quantità sufficiente, perché se il denaro scarseggia rispetto al potenziale economico, il potenziale economico non viene raggiunto. Pensiamo all’acqua: se questa scarseggia, (l’acqua non è un nutriente, noi non ci nutriamo di acqua, le nostre cellule non si nutrono di ossigeno né di idrogeno, però l’acqua serve per portare le sostanze nutrienti alle cellule, serve anche a dare volume al sangue e fare arrivare l’ossigeno alle cellule; non è di per sé un nutriente ma senza l’acqua le cellule muoiono, non riescono a nutrirsi) noi diventiamo fiacchi, lo possiamo sperimentare anche oggi. L’acqua scarseggia, cala la pressione del sangue, sentiamo sete, beviamo per ristabilire la pressione. Se non beviamo ci sentiamo fiacchi. Bene così è con il denaro.

La metafora penso che sia abbastanza precisa: una certa quantità di denaro è necessaria per ottenere il pieno impiego dei fattori di produzione. Se questa quantità di denaro non viene raggiunta, il pieno impiego non si realizza e il sistema produce di meno di quanto potrebbe. Se la quantità di denaro viene ridotta, il livello di produzione, quindi anche di impiego, di occupazione, viene ridotto di conseguenza. Questo per dire che sono menzogne e non errori le teorie (spinte da molti politici e in base alle quali sono state fatte molte scelte di tipo liberista) secondo le quali la quantità di denaro nel mercato sia neutrale, per cui riducendo il denaro si avrebbe semplicemente un aumento del suo valore rispetto ai beni: non è così.

Richard Werner8, attualmente professore all’università di macroeconomia all’università di Southampton, di origini tedesche, ha studiato e lavorato a lungo in Giappone, in quegli anni terribili che seguirono al crollo del ’91. Prima del ’91 in Giappone l’economia era andata salendo costantemente fin dal ’46. I giapponesi avevano sperimentato una continua ascesa del loro livello economico, del loro tenore di vita, della loro forza commerciale,

8 Richard Werner, professore di International Banking presso l’università di Southampton, ha lavorato per più di dieci anni in Asia e in Giappone (Banca del Giappone, Ministero delle Finanze, Asian Development Bank); dal 2003 fa parte del Forum Economico Mondiale di Davos.

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scientifica tecnologica. Poi nel ’91 avviene un crollo dell’economia, un crollo dei valori immobiliari, un crollo della borsa. Seguono circa 10 anni in cui lo stato prova tutte le manovre possibili: manovre fiscali, manovre creditizie, manovre sulle esportazioni, spese e deficit; tutte le possibili misure, manovre e soluzioni proposte dagli insegnanti e dalle scuole di economia neoliberiste come quelle di Chicago o della Banca Mondiale di Wolfowitz9 tanto per intenderci. Tutte queste ricette falliscono, il livello dell’economia rimane basso: c’era stato un crollo dell’economia di un 20 % e tuttora rimane basso.

Improvvisamente all’inizio degli anni 2000 l’economia riprende. Allora Werner (che è uno scienziato nel senso vero del termine, poiché non è un opinionista, un ideologo, un giornalista da strapazzo come quelli che scrivono sui nostri giornali di economia) fa un’analisi matematica, una regressione matematica per accertare quale delle variabili macroeconomiche sia correlata statisticamente alla ascesa, al crollo e poi alla riascesa dell’economia. Vede che non è il disavanzo, vede che non è il tasso di interesse, vede che non è il deficit del commercio estero, non è il livello fiscale: tutte queste variabile non hanno una correlazione statisticamente significativa con il livello di produzione.

Un altro fattore molto preciso ha invece una correlazione strettissima ed è la quantità di liquidità disponibile sul mercato, cioè la quantità del money supply, che è la liquidità costituita al 92 % da credito scrittura bancaria, e il resto da contante, banconote e monetine. Allora Werner va ad indagare alla fonte, cioè alla banca centrale del Giappone, la Bank of Japan, e va ad indagare anche nella banche commerciali e vede che effettivamente poco prima del crollo c’era stata una stretta che aveva ridotto il money supply, la liquidità disponibile bruscamente del 25 %.

Quindi va a vedere che cosa è successo alla fine di questo periodo, quando l’economia è salita: c’era stata una forte espansione della liquidità. Allora va a chiedere alla banche come mai nel novembre del 1991 avevano bruscamente ristretto la quantità di denaro, chiedendo rientri, tagliando castelletti, linee di crediti, etc. Queste rispondono che glielo ha imposto il governatore della banca centrale, e gliel’ha imposto con la minaccia di sanzioni (minaccia illegale secondo la legislazione giapponese). Questa è la realtà. Ad un certo punto i banchieri centrali del Giappone avevano dato ordine alle banche commerciali di tagliare, contrarre bruscamente la quantità di "acqua nel sangue" a disposizione dei giapponesi, di liquidità, e avevano ottenuto il crollo.

Perché, a seguito di che cosa erano tornati a dare ossigeno all’economia? A seguito di una cosa: il parlamento e il governo nipponici, avevano capitolato, si erano arresi, avevano accolto incondizionatamente le richieste dei banchieri centrali giapponesi, soggetti privati. Quali erano queste richieste? Erano che il governo e il parlamento rinunciassero per legge a ogni potere di controllo sulla banca centrale del Giappone, che le dessero una piena autonomia, anche per il governo delle banche commerciali.

Quindi possiamo tranquillamente affermare che le autorità centrali bancarie giapponesi, avevano ricattato il popolo giapponese, il parlamento giapponese, l’imperatore se vogliamo, strangolando l’economia, causando un enormità di fallimenti, di insolvenze, di suicidi (i giapponesi reagivano massicciamente con i suicidi di fronte alla disfatta economica. Io ho conosciuto un interprete giapponese che aveva un corso apposito al ministero per individuare i segni premonitori della tendenza al suicidio dei manager, e doveva subito segnalare quando uno rischiava di suicidarsi. E dato che questo interprete

9 Paul Dundes Wolfowitz, presidente dimissionario (a causa di uno scandalo che lo ha visto protagonista) della Banca Mondiale, ha ricoperto anche la carica di vice segretario alla difesa per il governo Bush durante la guerra in Iraq.

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era per via del suo lavoro spesso a contatto con i manager, doveva fare un primo intervento di primo soccorso psicologico e poi riferire all’autorità psichiatrico).

Ma questo non era un problema psichiatrico. Era un problema di potere, di dominazione, di tecnica di dominazione: io affamo il paese per ottenere dal parlamento la sovranità monetaria incondizionata, per prendermi il potere politico, sovrano, finale. "Questa pagliacciata del parlamento ha da finire: noi banche decidiamo i suicidi della gente; la disoccupazione, il crollo economico, cosa volete fare voi (parlamento), rappresentanti del cavolo!". Questo era più o meno il discorso delle autorità monetarie. Dov’è la democrazia, spiegatemelo!

Contemporaneamente qualcosa del genere è toccato a noi. Perché la BCE, con il trattato di Maastricht10 ha uno statuto che conferisce ai banchieri centrali (soggetti del tutto privati governati da un "sovraorganismo" bancario come vi dicevo prima, la banca dei regolamenti internazionali, BIS) uno statuto del tutto analogo, anche superiore, più libero, più sovrano ancora di quello giapponese. La BCE è un soggetto extra-territoriale, è praticamente uno stato senza territorio, un po’ come l’ordine di Malta, però sovrano, da cui dipende la politica economica degli stati europei che aderiscono (non della Gran Bretagna, della Svezia, della Danimarca, che fanno parte della BCE, cioè sono azionisti, ma saggiamente non hanno accettato di usare l’euro, cioè di diventare sudditi della BCE, ma gli altri sì, Germania, Italia, Francia, Spagna, Belgio, Benelux, Grecia, Portogallo, Slovenia). Tutti questi soggetti sono ormai sudditi dei banchieri centrali europei, i quali dice Werner, hanno avuto occasione di usare questo loro potere ripetutamente per imporre modifiche di ingegneria sociale, cioè precarizzazione, privatizzazione, tagli degli incentivi pubblici, taglio dell’intervento pubblico nell’economia. Per esempio il governo Schroeder11 continuava a fare questo intervento pubblico, allora gli hanno tagliato i crediti e la Germania ha avuto un periodo molto duro. Poi naturalmente Schroeder ha perso le elezioni, ha dovuto fare un governo di grande coalizione con Angela Merkel che è della CDU, ed è arrivato a compromessi con i banchieri centrali europei.

Ecco perché vi dicevo che conoscere i meccanismi del signoraggio, del potere monetario non è solamente una questione di benessere, ma anche una questione di libertà contro una dominazione che ha caratteri ormai spietatamente globalizzati, ormai prevalentemente verticistici, verticizzati. Perché noi con la BCE, con la BSI, con la Banca Mondiale , con il Fondo Monetario Internazionale, non abbiamo alcun potere di negoziato, democratico: dobbiamo solo subire.

Del resto voi sapete che esiste una cosa che si chiama GATT12, General Agreement on Tariffs and Trade, accordo generale per il commercio e i dazi. Questo accordo è stato

10 Trattato sull'Unione Europea (noto come Trattato di Maastricht) venne firmato nella cittadina olandese di Maastricht nel febbraio 1992 dai 12 paesi membri dell'allora Comunità Europea, oggi Unione Europea, ed è entrato in vigore il 1 novembre 1993.

11 Gerhard Schröder , nato nel 1944, è un politico tedesco. E’ stato Cancelliere della Germania dal 1998 al 2005. E’ membro del Democratic Party of Germany (SPD). Guidò una coalizione governativa dell’SPD con i Verdi. Successivamente alle elezioni federali del 2005, dove il suo partito risultò sconfitto, dopo tre settimane di consultazioni, S. si dimise da Cancelliere, lasciando il posto ad Angela Merkel, del partito rivale, il Christian Democratic Union (CDU).

12 Il GATT, Accordo Generale sulle Tariffe ed il Commercio, è un accordo internazionale firmato il 30 ottobre 1947 a Ginevra (Svizzera) da 23 paesi, per stabilire le basi per un sistema multilaterale di relazioni commerciali con lo scopo di favorire la liberalizzazione del commercio mondiale. Con GATT si finirà per indicare anche l’organizzazione nata per gestire e sviluppare l’accordo. Sebbene si trattasse di un'organizzazione non riconosciuta nell'ambito del diritto internazionale, è stato comunque esclusivamente nell'ambito del GATT che, dal 1948 al 1994 (anno in cui si decide il suo scioglimento e si decreta la nascita del WTO, con l’accordo "GATT 1994"), si sono discusse ed adottate le norme per regolare il commercio internazionale e sono stati affrontati e disciplinati i rapporti commerciali fra Stati Uniti,

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prodotto dal WTO13, World Trade Organization, con il suo tribunale interno privato, e stipulato a Montevideo nel ’95 (mi pare entri in vigore dal ’96 in poi) senza alcun coinvolgimento dei popoli interessati e dei parlamenti. Chi ci ha mai parlato di questi negoziati che hanno portato ad un regolamento, a questo GATT, che ha sconvolto le economie mondiali, che ha aperto i mercati ad un certo tipo di competitività, che ha prodotto un enorme quantità di investimenti e assunzioni, di lavoro ultraprecario senza alcuna garanzia sindacale, di sicurezza pensionistica, che ha distrutto una buona parte dell’economia italiana, ma anche di altri paesi? Questa cosa ci è arrivata dall’alto senza che i nostri governanti, i nostri presidenti della repubblica, ci avvertissero. Non dico ci dessero voce in capitolo, ma almeno ci avvertissero.

Unione Europea e gli altri paesi ad economia di mercato aderenti all'accordo. Quanto ai rapporti tra GATT e Comunità Europea prima ed Unione Europea poi, questi sono regolati dal Trattato di Maastricht, il quale attribuisce all'Unione Europea una competenza esclusiva in materia di politica commerciale.

Le competenze del GATT ora sono passate alla nuova Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC o WTO) che ha iniziato la sua attività nel 1995, a cui aderiscono oggi più di 150 Paesi. Il WTO ha adottato i principi e gli accordi raggiunti in seno al GATT. L’Italia è membro del WTO a partire dal 1° Gennaio del 1995. Cfr. http://www.wto.org

Si parla a posteriori dei GATT, ma non si parla dei GATS14, General Agreement on Trade in Services, cioè l’accordo generale per il commercio dei servizi, cioè dei servizi pubblici essenziali: ora questo accordo impegna gli stati aderenti compresa l’Italia a privatizzare servizi pubblici essenziali e anche l’acqua. Anche di questo nessuno ci hai mai parlato. Quello che vediamo oggi, che soffriamo per effetto della crescita delle tariffe, delle multiutilites, delle aziende dei servizi, dell’enorme aumento della retribuzione dei dirigenti, insieme perdita della qualità dei servizi, deriva da questi accordi ai quali l’Italia ha aderito senza alcun coinvolgimento dei cittadini.

Ora concludo parlandovi dei rimedi. I rimedi che noi proponiamo, e per noi intendo una pluralità di soggetti, che sono ad esempio il comitato di liberazione monetaria, www.colimo.org, un’organizzazione che raduna uomini politici di tutti i partiti, dalla sinistra estrema alla destra estrema, che sono però concordi nel voler restituire al popolo la sovranità monetaria; il movimento del compianto prof. Giacinto Auriti15, qui degnamente

13 vedi nota precedente

14 Il General Agreement on Trade in Services (GATS) è un trattato del World Trade Organization (WTO) che è entrato in vigore nel Gennaio del 1995 come risultato delle negoziazioni dell’Uruguay Round ( il nome di tale "round" deriva dal fatto che i negoziati iniziarono nel settembre 1986 in Uruguay. Le trattative hanno coinvolto 123 paesi e sono durate sette anni e mezzo, tra il 1986 ed il 1994, terminando con la firma degli accordi di Marrakech, nell’ aprile 1994, con la creazione del WTO e la ratifica di tre accordi principali, il GATT, il GATS e il TRIPS, Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights). Il GATS è stato creato per estendere il sistema del commercio multilaterale ai servizi, nella stessa maniera con cui il GATT provvede al sistema del commercio e delle tariffe. Tutti i membri del WTO sono firmatari del GATS.

15 Giacinto Auriti (Guardiagrele, CH, 1926 - Roma, 11 agosto 2006), professore universitario in discipline giuridiche. Laureatosi a Roma, è tra i docenti fondatori della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Teramo, della quale diventa anche preside. Fonda la cosiddetta "scuola di Teramo" nel campo del diritto.

Partendo dagli argomenti trattati dal poeta statunitense Ezra Pound, sostiene che l'emissione di moneta senza riserve e titoli di stato a garanzia non creerebbe inflazione in quanto corrisposto da un eguale aumento della ricchezza reale, e che le banche centrali ricaverebbero profitti indebiti dal signoraggio sulla cartamoneta, dando origine in tal modo al debito pubblico.

Per ovviare a questo stato di cose conduce una serie di iniziative, come segretario generale del "Sindacato Antiusura" ("SAUS") e come legale rappresentante dell'associazione culturale "Alternativa sociale per la proprietà di popolo". Tra queste chiede al Tribunale di Roma di dichiarare "la moneta, all'atto della emissione, di proprietà dei cittadini italiani ed illegittimo l'attuale sistema dell'emissione monetaria, che trasforma la Banca Centrale da ente gestore ad ente proprietario dei valori monetari". La richiesta viene respinta e il Tribunale condanna Auriti al pagamento di 10 milioni di lire.

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rappresentato; i 6000 imprenditori calabresi che hanno aderito ad un progetto di moneta complementare; amici come Paolo Tintori, Pierluigi Paoletti, http://www.centrofondi.it16; molti altri che stanno dando vita in Italia a diverse attività concrete, ma anche molti amici e collaboratori o stranieri. In Inghilterra c’è un vastissimo movimento, c’è addirittura il partito per la riforma monetaria, il forum per le monete, diversi autori con proposte molto concrete per la riforma monetaria, come James Robertson17 in Irlanda. In Germania 14 città hanno adottato una moneta alternativa e non parliamo del Giappone (Bali da 2700 anni ha uno strumento simile). Ci sono anche esempi storici: l’isola di Guernsey nella Manica adottò una moneta alternativa dopo la guerra napoleonica per ricostruirsi le proprie infrastrutture e risanare le proprie campagne devastate dalla salsenide, o la Germania Nazionalsocialista, che si ricostruì con una ricetta monetaria.

Nel 2000 conduce un esperimento nella sua cittadina natale Guardiagrele emettendo (il SIMEC): l'iniziativa ebbe un discreto successo, perché i SIMEC erano ceduti alla pari in cambio di lire e ritirati al doppio del valore originario. I costi relativi furono sostenuti dallo stesso Giacinto Auriti. In seguito ad un intervento della Guardia di Finanza i SIMEC in circolazione vennero però confiscati. Nonostante la revoca del sequestro (in quanto non sarebbero stati commessi atti illegali) l'esperimento venne tuttavia interrotto.

Nel 2001 attraverso il Sindacato Antiusura promuove un disegno di legge di iniziativa popolare ("Accettazione dell'EURO: reddito di cittadinanza proprietà del portatore").

Giacinto Auriti resta un fulgido esempio di sacrificio personale e di "intelligenza" messi a tutela della comunità nazionale.

Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: "L'ordinamento internazionale del sistema monetario", casa editrice Edigrafital, Teramo, 1993; "Il paese dell'utopia. La risposta alle cinque domande di Ezra Pound", casa editrice Tabula Fati, Chieti, 2002; "Il valore del diritto", Edigrafital, Teramo, 1993; " Ma l'euro di chi è? L'esperimento del Simec, la «moneta del popolo», tra lira e valuta unica europea" di Rossano Orlando, Tabula, Lanciano, 2006.

Quindi non siamo affatto isolati, non siamo affatto pochi, non siamo senza impatto sociale, culturale, economico. Anzi, da quando, grazie all’illuminata politica della casa editrice Arianna e di Macroedizioni, "Euroschiavi"